Esistono numerose ipotesi di disapplicazione, che presentano caratteristiche assai diverse tra loro. Dalla disapplicazione conosciuta in alcuni sistemi di giustizia costituzionale, a quella che si pratica in relazione agli atti amministrativi e, ancora, alla peculiare «non applicazione» del diritto interno contrastante con il diritto europeo. L’esistenza di diverse forme di disapplicazione induce a ricercare le caratteristiche comuni di un istituto dai contorni teorici non ancora sufficientemente definiti. La ricerca i cui risultati, aggiornati alla luce delle sopravvenienze giurisprudenziali e ai contributi dottrinali, sono riportati nel volume è stata alimentata sia dalla riflessione dottrinale sul tema, sia dai numerosi provenienti dalla giurisprudenza sia interna che sovranazionale degli ultimi anni. Quanto alla giurisprudenza interna, ci si riferisce alla giurisprudenza costituzionale italiana in tema di controllo accentrato di costituzionalità e di questioni doppiamente pregiudiziali: a partire dalla nota sentenza n. 269 del 2017, che riguarda casi di violazione congiunta della Carta dei diritti fondamentali e della Costituzione, sino al suo seguito giurisprudenziale che ne ha significativamente modificato la portata. Il quesito principale che ruota attorno a queste pronunce è se sia possibile applicare il modello Granital alle norme della Carta dei diritti. In relazione, invece alla giurisprudenza sovranazionale, si sono registrate diverse sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea con le quali i giudici della Corte europea hanno disposto la disapplicazione di una norma di uno Stato membro per contrasto con una disposizione della Carta di Nizza-Strasburgo. Il riconoscimento dell’effetto diretto ad una norma del diritto primario non costituisce una novità nella giurisprudenza della Corte di Lussemburgo (era già avvenuta in relazione ai Trattati e ai principi generali del diritto dell’Unione europea). È una novità invece l’esplicito riconoscimento dell’effetto diretto (e “orizzontale”) ad una disposizione della Carta. Al riguardo, la Corte di giustizia ha congegnato un apposito test per verificare la possibilità per le disposizioni della Carta di produrre un effetto diretto. Nel volume ci si chiede se la disapplicazione giudiziale della legge per contrasto con la Carta possa utilmente costituire un nuovo strumento di tutela dei diritti fondamentali. In particolare, si tenta di individuare uno spazio, anche solo circoscritto, per la disapplicazione del diritto interno per contrasto con norme della Carta, senza con ciò comprimere del tutto i valori che stanno alla base della «felice scelta» per un sistema di giustizia costituzionale prevalentemente accentrato. In altri termini, si tenta di ragionare in astratto su quali siano i casi in cui l’applicazione della Carta sia compatibile con il nostro sistema di giustizia costituzionale. Non, dunque, un’applicazione indiscriminata del modello Granital a tutte le norme della Carta (il che è messo in discussione dalla sentenza n. 269 del 2017 della Corte costituzionale), ma un’analisi delle possibili ipotesi in cui i “benefici” di un’applicazione diretta della Carta possono superare le “controindicazioni”, rendendola così “giustificabile” dal punto di vista della tenuta complessiva del sistema incidentale ed accentrato di controllo delle leggi.

Disapplicazione giudiziale della legge e Carta di Nizza. Profili costituzionali

Antonino Amato
2023-01-01

Abstract

Esistono numerose ipotesi di disapplicazione, che presentano caratteristiche assai diverse tra loro. Dalla disapplicazione conosciuta in alcuni sistemi di giustizia costituzionale, a quella che si pratica in relazione agli atti amministrativi e, ancora, alla peculiare «non applicazione» del diritto interno contrastante con il diritto europeo. L’esistenza di diverse forme di disapplicazione induce a ricercare le caratteristiche comuni di un istituto dai contorni teorici non ancora sufficientemente definiti. La ricerca i cui risultati, aggiornati alla luce delle sopravvenienze giurisprudenziali e ai contributi dottrinali, sono riportati nel volume è stata alimentata sia dalla riflessione dottrinale sul tema, sia dai numerosi provenienti dalla giurisprudenza sia interna che sovranazionale degli ultimi anni. Quanto alla giurisprudenza interna, ci si riferisce alla giurisprudenza costituzionale italiana in tema di controllo accentrato di costituzionalità e di questioni doppiamente pregiudiziali: a partire dalla nota sentenza n. 269 del 2017, che riguarda casi di violazione congiunta della Carta dei diritti fondamentali e della Costituzione, sino al suo seguito giurisprudenziale che ne ha significativamente modificato la portata. Il quesito principale che ruota attorno a queste pronunce è se sia possibile applicare il modello Granital alle norme della Carta dei diritti. In relazione, invece alla giurisprudenza sovranazionale, si sono registrate diverse sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea con le quali i giudici della Corte europea hanno disposto la disapplicazione di una norma di uno Stato membro per contrasto con una disposizione della Carta di Nizza-Strasburgo. Il riconoscimento dell’effetto diretto ad una norma del diritto primario non costituisce una novità nella giurisprudenza della Corte di Lussemburgo (era già avvenuta in relazione ai Trattati e ai principi generali del diritto dell’Unione europea). È una novità invece l’esplicito riconoscimento dell’effetto diretto (e “orizzontale”) ad una disposizione della Carta. Al riguardo, la Corte di giustizia ha congegnato un apposito test per verificare la possibilità per le disposizioni della Carta di produrre un effetto diretto. Nel volume ci si chiede se la disapplicazione giudiziale della legge per contrasto con la Carta possa utilmente costituire un nuovo strumento di tutela dei diritti fondamentali. In particolare, si tenta di individuare uno spazio, anche solo circoscritto, per la disapplicazione del diritto interno per contrasto con norme della Carta, senza con ciò comprimere del tutto i valori che stanno alla base della «felice scelta» per un sistema di giustizia costituzionale prevalentemente accentrato. In altri termini, si tenta di ragionare in astratto su quali siano i casi in cui l’applicazione della Carta sia compatibile con il nostro sistema di giustizia costituzionale. Non, dunque, un’applicazione indiscriminata del modello Granital a tutte le norme della Carta (il che è messo in discussione dalla sentenza n. 269 del 2017 della Corte costituzionale), ma un’analisi delle possibili ipotesi in cui i “benefici” di un’applicazione diretta della Carta possono superare le “controindicazioni”, rendendola così “giustificabile” dal punto di vista della tenuta complessiva del sistema incidentale ed accentrato di controllo delle leggi.
2023
Ricerche giuriche
979-12-5976-280-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3261909
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