Le ricerche archeologiche condotte, a partire dal 2020, all’interno dell’ex Abbazia di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo presso Scandicci (Fi), rientrano nel quadro di un ampio progetto di restauro del complesso architettonico e hanno permesso di indagare in più aree la parte dell’edificio rimasta in uso ai privati. Analisi non invasive e saggi mirati, condotti in zone diverse del complesso, hanno rivelato la presenza di un consistente interro, spesso in alcuni punti fino a quasi 3 m, che separa i piani di vita due-trecenteschi da quelli attuali. La scansione stratigrafica si presta pertanto a considerazioni sull’interazione tra gli abitanti della Badia e gli eventi naturali legati alla vicinanza del fiume Arno e dei suoi affluenti, e sul modo in cui questa interazione abbia condizionato l’uso degli spazi interni ed esterni e delle terre circostanti. Le indagini hanno permesso inoltre di acquisire nuove informazioni sugli aspetti architettonici e funzionali dei diversi ambienti, contribuendo a delineare sia la morfologia originaria del primo impianto cistercense due-trecentesco che i diversi interventi di risistemazione dell’edificio. La lettura integrata delle stratigrafie murarie e delle caratteristiche architettoniche, congiuntamente allo studio preliminare dei reperti e delle sequenze stratigrafiche, sta consentendo infine di ridefinire in modo organico e puntuale la storia complessiva dell’edificio, che si conferma essere un palinsesto fondamentale per lo studio dell’edilizia medievale e post medievale del territorio fiorentino.
L’abbazia di San Salvatore a Settimo a Scandicci. Risultati preliminari delle indagini archeologiche nel cantiere di restauro
Marie-Ange Causarano
;
2023-01-01
Abstract
Le ricerche archeologiche condotte, a partire dal 2020, all’interno dell’ex Abbazia di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo presso Scandicci (Fi), rientrano nel quadro di un ampio progetto di restauro del complesso architettonico e hanno permesso di indagare in più aree la parte dell’edificio rimasta in uso ai privati. Analisi non invasive e saggi mirati, condotti in zone diverse del complesso, hanno rivelato la presenza di un consistente interro, spesso in alcuni punti fino a quasi 3 m, che separa i piani di vita due-trecenteschi da quelli attuali. La scansione stratigrafica si presta pertanto a considerazioni sull’interazione tra gli abitanti della Badia e gli eventi naturali legati alla vicinanza del fiume Arno e dei suoi affluenti, e sul modo in cui questa interazione abbia condizionato l’uso degli spazi interni ed esterni e delle terre circostanti. Le indagini hanno permesso inoltre di acquisire nuove informazioni sugli aspetti architettonici e funzionali dei diversi ambienti, contribuendo a delineare sia la morfologia originaria del primo impianto cistercense due-trecentesco che i diversi interventi di risistemazione dell’edificio. La lettura integrata delle stratigrafie murarie e delle caratteristiche architettoniche, congiuntamente allo studio preliminare dei reperti e delle sequenze stratigrafiche, sta consentendo infine di ridefinire in modo organico e puntuale la storia complessiva dell’edificio, che si conferma essere un palinsesto fondamentale per lo studio dell’edilizia medievale e post medievale del territorio fiorentino.Pubblicazioni consigliate
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