Salute degli stranieri

In via preliminare, lo scritto si sofferma sulla disciplina che si evince dal T.U. sull'immigrazione e dalla giurisprudenza costituzionale in materia di salute degli stranieri. Quindi si accenna alla ripartizione di competenze, al riguardo, tra Stato e Regioni. Si mette in luce, quindi, riprendendo quanto accennato in apertura, il contributo offerto dalla legislazione regionale in materia. Per fare ciò, dapprima, si appunta l'attenzione sugli statuti regionali (solo alcuni dei quali fanno richiamo alla materia salute), che però "non offrono risposte adeguate al fenomeno migratorio". Tale "timidezza", come si legge nello scritto, è stata in parte "compensata [...] da interventi legislativi regionali maggiormente incisivi", sui quali ci si sofferma. A tal proposito, vengono richiamati diversi "gruppi" di leggi che, nel tempo, hanno variamente trattato il tema ad oggetto dello scritto. In conclusione, si rileva che la legislazione regionale è stata in grado di tutelare in maniera più intensa la salute degli stranieri, anche in condizione irregolare, sebbene alcune potenzialità (in essa insite) siano rimaste inespresse.