Cosa significa essere un pittore migrante nell’Italia frammentata e cosmopolita del Cinquecento? Questo libro cerca di fornire una risposta a una domanda tanto insolita quanto attuale, ricostruendo le vicende biografiche e professionali di Giuseppe Porta, il pittore garfagnino meglio noto col nome di Giuseppe Salviati (1520–1575). La sua carriera riflette molte di quelle urgenze di mobilità e formazione che furono proprie di una generazione di artisti cresciuti col mito di Raffaello e Michelangelo, in incessante movimento tra i principali centri della penisola alla ricerca di occasioni di lavoro e di crescita professionale. Dalla natia Garfagnana, egli si portò prima a Roma, per poi volgersi nuovamente verso nord per raggiungere Venezia passando per Firenze e Bologna. Nella Serenissima decise di fermarsi in pianta stabile, di prender moglie e metter su famiglia, entrando nelle grazie dei committenti locali. Pittore prolifico e abile disegnatore, Salviati diede prova di sé anche nella scrittura, elaborando un originale progetto di catalogazione universale dei suoni rimasto in forma manoscritta. Attraverso un’attenta ricostruzione delle sue vicende artistiche e intellettuali, questo libro fa dunque luce su uno dei protagonisti della pittura veneziana del Cinquecento, rimasto ingiustamente fino ad oggi ai margini della storia dell’arte. What does it mean to be a migrant painter in the fragmented and cosmopolitan Italy of the sixteenth century? This book seeks to provide an answer to a question as unusual as it is relevant, by reconstructing the biographical and professional trajectory of Giuseppe Porta, the painter from Garfagnana better known by the name Giuseppe Salviati (1520–1575). His career reflects many of the demands for mobility and education characteristic of a generation of artists raised with the myth of Raphael and Michelangelo, constantly moving between the main centers of the peninsula in search of opportunities for work and professional growth. From his native Garfagnana, he first moved to Rome, then turned northward again, reaching Venice by way of Florence and Bologna. In the Serenissima, he decided to settle permanently, marrying, starting a family, and winning the favor of local patrons. A prolific painter and skilled draftsman, Salviati also proved his talent in writing, developing an original project for a universal cataloging of sounds that remains in manuscript form. Through a meticulous reconstruction of his artistic and intellectual endeavors, this book sheds light on one of the key figures of sixteenth-century Venetian painting, who has been unjustly overlooked in art history until now

Salviati a Venezia. Un artista immigrato nell'Italia del Cinquecento

Mattia Biffis
2021-01-01

Abstract

Cosa significa essere un pittore migrante nell’Italia frammentata e cosmopolita del Cinquecento? Questo libro cerca di fornire una risposta a una domanda tanto insolita quanto attuale, ricostruendo le vicende biografiche e professionali di Giuseppe Porta, il pittore garfagnino meglio noto col nome di Giuseppe Salviati (1520–1575). La sua carriera riflette molte di quelle urgenze di mobilità e formazione che furono proprie di una generazione di artisti cresciuti col mito di Raffaello e Michelangelo, in incessante movimento tra i principali centri della penisola alla ricerca di occasioni di lavoro e di crescita professionale. Dalla natia Garfagnana, egli si portò prima a Roma, per poi volgersi nuovamente verso nord per raggiungere Venezia passando per Firenze e Bologna. Nella Serenissima decise di fermarsi in pianta stabile, di prender moglie e metter su famiglia, entrando nelle grazie dei committenti locali. Pittore prolifico e abile disegnatore, Salviati diede prova di sé anche nella scrittura, elaborando un originale progetto di catalogazione universale dei suoni rimasto in forma manoscritta. Attraverso un’attenta ricostruzione delle sue vicende artistiche e intellettuali, questo libro fa dunque luce su uno dei protagonisti della pittura veneziana del Cinquecento, rimasto ingiustamente fino ad oggi ai margini della storia dell’arte. What does it mean to be a migrant painter in the fragmented and cosmopolitan Italy of the sixteenth century? This book seeks to provide an answer to a question as unusual as it is relevant, by reconstructing the biographical and professional trajectory of Giuseppe Porta, the painter from Garfagnana better known by the name Giuseppe Salviati (1520–1575). His career reflects many of the demands for mobility and education characteristic of a generation of artists raised with the myth of Raphael and Michelangelo, constantly moving between the main centers of the peninsula in search of opportunities for work and professional growth. From his native Garfagnana, he first moved to Rome, then turned northward again, reaching Venice by way of Florence and Bologna. In the Serenissima, he decided to settle permanently, marrying, starting a family, and winning the favor of local patrons. A prolific painter and skilled draftsman, Salviati also proved his talent in writing, developing an original project for a universal cataloging of sounds that remains in manuscript form. Through a meticulous reconstruction of his artistic and intellectual endeavors, this book sheds light on one of the key figures of sixteenth-century Venetian painting, who has been unjustly overlooked in art history until now
2021
Pensieri ad Arte
9788875753894
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