Il volume indaga le tracce di echi catulliani nella poesia del VI secolo: in assenza di testimonianze dirette della circolazione del testo di Catullo dopo il V secolo, questo studio segue una linea di ricerca tesa a fornire indicazioni circa la trasmissione del testo attraverso la sua ricezione. Il segmento cronologico oggetto di ricerca assicura la continuità tra Tarda Antichità e Medioevo, accreditando, implicitamente, la presenza di Catullo in secoli in cui si ritiene che essa sia evanescente. Nel contesto di una cultura fondata su una solida institutio, i poeti del VI secolo presi in considerazione si rivelano dunque testimoni della circolazione di Catullo in un momento storico in cui il testo del Veronese è escluso da una ricezione diffusa, ma, evidentemente, è presente nelle letture di alcuni autori che, anche grazie ai loro legami familiari e culturali, mantengono vivi i contatti con la tradizione classica e hanno accesso a un ricchissimo patrimonio librario che in gran parte ci sfugge. Gli echi della poesia di Catullo testimoniano la vitalità del modello poetico, l'efficacia della sua lingua, la permanenza di valori e di temi poetici, appannaggio oramai di pochi, traccia di una cultura che va ben oltre l'orizzonte "canonizzato" dalla tradizione scolastica. This volume investigates the traces of Catullus’ echoes in 6th-century poetry: in lacking direct evidence of the circulation of Catullus’ text after the 5th century, this study aims at providing indications of the transmission of the text through its reception. The chronological segment examined ensures continuity between late Antiquity and the Middle Ages, implicitly attributing the presence of Catullus in the centuries in which it is considered evanescent. In the context of a culture founded on a solid institutio, the 6th-century poets taken into consideration thus prove to be witnesses to the circulation of Catullus at a time when the Veronese poet was excluded from widespread reception, but was evidently present in the readings of certain authors who, thanks in part to their family and cultural ties, kept in touch with the classical tradition and had access to a very rich library heritage that largely escapes us. The echoes of Catullus’ poetry testify to the vitality of the poetic model, the effectiveness of its language, the permanence of poetic values and themes, now the prerogative of a few, a trace of a culture that goes far beyond the horizon ‘canonised’ by scholastic tradition.
Tra Gallia e Italia sulle tracce di Catullo. Echi del Veronese nella poesia del VI secolo
S. Condorelli
2022-01-01
Abstract
Il volume indaga le tracce di echi catulliani nella poesia del VI secolo: in assenza di testimonianze dirette della circolazione del testo di Catullo dopo il V secolo, questo studio segue una linea di ricerca tesa a fornire indicazioni circa la trasmissione del testo attraverso la sua ricezione. Il segmento cronologico oggetto di ricerca assicura la continuità tra Tarda Antichità e Medioevo, accreditando, implicitamente, la presenza di Catullo in secoli in cui si ritiene che essa sia evanescente. Nel contesto di una cultura fondata su una solida institutio, i poeti del VI secolo presi in considerazione si rivelano dunque testimoni della circolazione di Catullo in un momento storico in cui il testo del Veronese è escluso da una ricezione diffusa, ma, evidentemente, è presente nelle letture di alcuni autori che, anche grazie ai loro legami familiari e culturali, mantengono vivi i contatti con la tradizione classica e hanno accesso a un ricchissimo patrimonio librario che in gran parte ci sfugge. Gli echi della poesia di Catullo testimoniano la vitalità del modello poetico, l'efficacia della sua lingua, la permanenza di valori e di temi poetici, appannaggio oramai di pochi, traccia di una cultura che va ben oltre l'orizzonte "canonizzato" dalla tradizione scolastica. This volume investigates the traces of Catullus’ echoes in 6th-century poetry: in lacking direct evidence of the circulation of Catullus’ text after the 5th century, this study aims at providing indications of the transmission of the text through its reception. The chronological segment examined ensures continuity between late Antiquity and the Middle Ages, implicitly attributing the presence of Catullus in the centuries in which it is considered evanescent. In the context of a culture founded on a solid institutio, the 6th-century poets taken into consideration thus prove to be witnesses to the circulation of Catullus at a time when the Veronese poet was excluded from widespread reception, but was evidently present in the readings of certain authors who, thanks in part to their family and cultural ties, kept in touch with the classical tradition and had access to a very rich library heritage that largely escapes us. The echoes of Catullus’ poetry testify to the vitality of the poetic model, the effectiveness of its language, the permanence of poetic values and themes, now the prerogative of a few, a trace of a culture that goes far beyond the horizon ‘canonised’ by scholastic tradition.File | Dimensione | Formato | |
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