La città e gli edifici che la compongono sono espressione della storia e del contesto socioculturale che li ha espressi determinandone forme e significati. La documentazione d’archivio consente di ripercorrere a ritroso le tappe che ne hanno contraddistinto l’iter progettuale dando la possibilità di comprenderne le scelte e le motivazioni a esso collegate. Il complesso degli edifici che compongono il nucleo originario della Nuova Università di Messina realizzato subito dopo il sisma del 1908 e, in particolare, uno dei fabbricati in questione, costituisce l’oggetto di ricerca per questo contributo. La lettura comparata del progetto originario con i recenti rilievi è diventata occasione per immaginare una serie di strategie di intervento volte a migliorare il livello di confort dei suoi ambienti adeguando il fabbricato ai nuovi standard. Un processo esegetico, dunque, durante il quale si cercherà di indagare le pratiche costruttive dell’epoca in relazione al fabbisogno dell’utenza, soprattutto perché l’edificio oggetto d’indagine assolveva funzioni “specialistiche” in quanto sede di istituti universitari con funzioni di tipo laboratoriale. Dopo averne registrato le trasformazioni occorse nel tempo e il relativo adeguamento alle nuove destinazioni d’uso, l’obiettivo della ricerca è quello di formulare ipotesi progettuali finalizzate alla “riabilitazione” dell’edificio mediante l’applicazione combinata degli strumenti della rappresentazione (rilievo, analisi grafica e modellazione 3D) che consentirà, nella prima fase del lavoro, di formulare ipotesi di rifunzionalizzazione degli ambienti. Successivamente si prevederà la rimodulazione degli spazi analizzati in funzione delle nuove esigenze di confort, applicando tecnologie innovative in materia di miglioramento ambientale, di ottimizzazione delle dimensioni e degli arredi in relazione alle attività lavorative che vi si svolgono. Tutto ciò invoca il ruolo civile dell’architettura in risposta ai grandi bisogni contemporanei, dove il ridisegno degli spazi lavorativi, attraverso l’utilizzo di alcune azioni fondamentali, permette di creare un workplace semplice, confortevole, dinamico, multifunzionale, tecnologico e conforme agli obiettivi e alla produttività. La percezione dello spazio di lavoro, singolo o condiviso, sta gradualmente cambiando anche a causa di una serie di dinamiche che coinvolgono la nostra vita: avanzamento della tecnologia, comparsa di forme di lavoro più flessibili, crescente attenzione alla sostenibilità e maggiore interesse alla salute dei fruitori.
Le nuove strategie riabilitative dell'architettura: il complesso dei fabbricati della nuova università di Messina
Adriana Arena
Primo
2024-01-01
Abstract
La città e gli edifici che la compongono sono espressione della storia e del contesto socioculturale che li ha espressi determinandone forme e significati. La documentazione d’archivio consente di ripercorrere a ritroso le tappe che ne hanno contraddistinto l’iter progettuale dando la possibilità di comprenderne le scelte e le motivazioni a esso collegate. Il complesso degli edifici che compongono il nucleo originario della Nuova Università di Messina realizzato subito dopo il sisma del 1908 e, in particolare, uno dei fabbricati in questione, costituisce l’oggetto di ricerca per questo contributo. La lettura comparata del progetto originario con i recenti rilievi è diventata occasione per immaginare una serie di strategie di intervento volte a migliorare il livello di confort dei suoi ambienti adeguando il fabbricato ai nuovi standard. Un processo esegetico, dunque, durante il quale si cercherà di indagare le pratiche costruttive dell’epoca in relazione al fabbisogno dell’utenza, soprattutto perché l’edificio oggetto d’indagine assolveva funzioni “specialistiche” in quanto sede di istituti universitari con funzioni di tipo laboratoriale. Dopo averne registrato le trasformazioni occorse nel tempo e il relativo adeguamento alle nuove destinazioni d’uso, l’obiettivo della ricerca è quello di formulare ipotesi progettuali finalizzate alla “riabilitazione” dell’edificio mediante l’applicazione combinata degli strumenti della rappresentazione (rilievo, analisi grafica e modellazione 3D) che consentirà, nella prima fase del lavoro, di formulare ipotesi di rifunzionalizzazione degli ambienti. Successivamente si prevederà la rimodulazione degli spazi analizzati in funzione delle nuove esigenze di confort, applicando tecnologie innovative in materia di miglioramento ambientale, di ottimizzazione delle dimensioni e degli arredi in relazione alle attività lavorative che vi si svolgono. Tutto ciò invoca il ruolo civile dell’architettura in risposta ai grandi bisogni contemporanei, dove il ridisegno degli spazi lavorativi, attraverso l’utilizzo di alcune azioni fondamentali, permette di creare un workplace semplice, confortevole, dinamico, multifunzionale, tecnologico e conforme agli obiettivi e alla produttività. La percezione dello spazio di lavoro, singolo o condiviso, sta gradualmente cambiando anche a causa di una serie di dinamiche che coinvolgono la nostra vita: avanzamento della tecnologia, comparsa di forme di lavoro più flessibili, crescente attenzione alla sostenibilità e maggiore interesse alla salute dei fruitori.Pubblicazioni consigliate
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