Teatro, Cinema, Televisione hanno rappresentato in tre momenti della storia un contributo alla formazione culturale di intere generazioni che a queste forme di “arte” si sono avvicinate. Ciascuna ha fruito di contenitori specifici, dai sontuosi teatri ottocenteschi, alle dinamiche sale cinematografiche del Novecento alle fruizioni di prossimità di televisori in luoghi prima pubblici e poi privati. Tutti gli spazi, pur con impatti diversi, hanno subito trasformazioni per adeguarsi alle mutazioni sociali e a fruizioni più flessibili. Gli ambienti destinati alle proiezioni cinematografiche sono stati investiti, ovunque nel mondo, dai destini peggiori: abbandono o ristrutturazioni incongrue ne hanno, in prevalenza, modificato il senso. A questi luoghi si vuole dedicare una riflessione in un contesto periferico quanto rappresentativo di una realtà diffusa, quale quello di Messina (Italia), dove dalla metà del Novecento si sono confrontati esponenti autorevoli del razionalismo italiano - Filippo Rovigo, Vincenzo Pantano, Aldo Indelicato, MAC. Applicando una sintesi fra architettura, arte e artigianato di grande qualità sotto il profilo spaziale, cognitivo, prestazionale, estetico, sono stati concepiti organismi architettonici innovativi modellati secondo criteri urbani, funzionali e tecnici grandiosi ricercando una simbiosi fra contenitore architettonico e contenuto spettacolare. Delle sale realizzate nel secondo dopoguerra, solo un paio continuano a mantenere, pur se integrate da nuove, la destinazione d’uso originaria. Altre sono state oggetto di pesanti rifunzionalizzazioni per accogliere attività commerciali o locali per la ristorazione e di alcune non c’è più traccia. Lo studio, replicabile ed esperenziale, intende affrontare il tema della conoscenza, nello spirito promosso dall’associazione DOCOMOMO International e dalla Direzione Generale CREATIVITÀ CONTEMPORANEA del MiC italiano, nonché della conservazione promossa dagli stessi Enti ma guardando anche alle migliori pratiche europee di reinterpretazione dei luoghi obsoleti da restituire alla collettività. Con riferimento, pertanto, agli esempi più rappresentativi del sistema tipologico presente in città si illustreranno gli esiti di un progetto di schedatura condotto secondo criteri standardizzati, facendo uso di tecnologie digitali di “archiviazione”, in ambiente GIS, della storia della costruzione, del significato culturale della sala, al fine di virtualizzare contenuti propedeutici a una reinterpretazione conservativa e a una promozione congruente con i valori individuati, attingendo ai concetti più avanzati di sostenibilità sociale, economica e ambientale.

A virtual exhibition for cinema halls. A digital documentation project for the city of Messina in the 50S. Una mostra virtuale per le sale cinematografiche. Un progetto di documentazione digitale della realtà messinese anni '50.

Angileri, Giuseppe
;
Cernaro, Alessandra
;
Fiandaca, Ornella
2024-01-01

Abstract

Teatro, Cinema, Televisione hanno rappresentato in tre momenti della storia un contributo alla formazione culturale di intere generazioni che a queste forme di “arte” si sono avvicinate. Ciascuna ha fruito di contenitori specifici, dai sontuosi teatri ottocenteschi, alle dinamiche sale cinematografiche del Novecento alle fruizioni di prossimità di televisori in luoghi prima pubblici e poi privati. Tutti gli spazi, pur con impatti diversi, hanno subito trasformazioni per adeguarsi alle mutazioni sociali e a fruizioni più flessibili. Gli ambienti destinati alle proiezioni cinematografiche sono stati investiti, ovunque nel mondo, dai destini peggiori: abbandono o ristrutturazioni incongrue ne hanno, in prevalenza, modificato il senso. A questi luoghi si vuole dedicare una riflessione in un contesto periferico quanto rappresentativo di una realtà diffusa, quale quello di Messina (Italia), dove dalla metà del Novecento si sono confrontati esponenti autorevoli del razionalismo italiano - Filippo Rovigo, Vincenzo Pantano, Aldo Indelicato, MAC. Applicando una sintesi fra architettura, arte e artigianato di grande qualità sotto il profilo spaziale, cognitivo, prestazionale, estetico, sono stati concepiti organismi architettonici innovativi modellati secondo criteri urbani, funzionali e tecnici grandiosi ricercando una simbiosi fra contenitore architettonico e contenuto spettacolare. Delle sale realizzate nel secondo dopoguerra, solo un paio continuano a mantenere, pur se integrate da nuove, la destinazione d’uso originaria. Altre sono state oggetto di pesanti rifunzionalizzazioni per accogliere attività commerciali o locali per la ristorazione e di alcune non c’è più traccia. Lo studio, replicabile ed esperenziale, intende affrontare il tema della conoscenza, nello spirito promosso dall’associazione DOCOMOMO International e dalla Direzione Generale CREATIVITÀ CONTEMPORANEA del MiC italiano, nonché della conservazione promossa dagli stessi Enti ma guardando anche alle migliori pratiche europee di reinterpretazione dei luoghi obsoleti da restituire alla collettività. Con riferimento, pertanto, agli esempi più rappresentativi del sistema tipologico presente in città si illustreranno gli esiti di un progetto di schedatura condotto secondo criteri standardizzati, facendo uso di tecnologie digitali di “archiviazione”, in ambiente GIS, della storia della costruzione, del significato culturale della sala, al fine di virtualizzare contenuti propedeutici a una reinterpretazione conservativa e a una promozione congruente con i valori individuati, attingendo ai concetti più avanzati di sostenibilità sociale, economica e ambientale.
2024
978-84-09-58989-0
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