La RNO “Laghetti di Marinello”, habitat prioritario di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE; Allegato I, codice 1150*), con i suoi quattro bacini salmastri rappresenta un esemplare caso di studio di ambienti suscettibili ai cambiamenti climatici. Ad oggi, gli studi floristici e vegetazionali si sono concentrati sulla componente terrestre dell’ecosistema lagunare. Sporadiche informazioni esistono sulle fanerogame acquatiche e del tutto ignorate sono le macroalghe, la cui risposta ai cambiamenti climatici in corso rischierebbe di non poter essere valutata. Conseguentemente, un monitoraggio delle macrofite acquatiche è stato avviato nel 2023, effettuando nel primo anno tre campagne di campionamento, contestualmente a survey visivi. È stata definita la distribuzione e la dinamica stagionale di Cymodocea nodosa (Ucria) Asch., Halophila stipulacea (Forssk.) Asch., precedentemente solo citate in letteratura. Non ancora definiti sono i rapporti spaziali fra Ruppia maritima L. e Ruppia cirrhosa (Petagna) Grande, pressoché indistinguibili in campioni immaturi o con caratteristiche morfologiche intermedie. Da rimarcare la capacità di Ruppia sp. di superare le fasi di disseccamento grazie a rizomi coperti dal sedimento umido o dalle sue stesse foglie morte. Tra le macroalghe, Caulerpa cylindracea Sonder viene segnalata per la prima volta, spesso associata a fanerogame, così come rilevato per le Cladophoraceae filamentose (Chlorophyta), presenti in tutti i bacini. Rodoficee calcaree (Corallinales) sono state osservate sulle sponde rocciose del lago Mergolo. Varie Rhodomelaceae (Rhodophyta) sono presenti nei laghi Porto Vecchio, Mergolo e Marinello, e alghe verdi siphonocladali (Anadyomenaceae, Valoniaceae) in Porto Vecchio e Mergolo. Le praterie di fanerogame marine, rinvenute in ben consolidate e diverse aggregazioni di specie, implementano notevolmente il valore ecologico di questo ambiente protetto, nonostante il segnale di allarme dato dall’insediamento di elementi termofili non indigeni, quali H. stipulacea e C. cylindracea. La ricerca è stata finanziata dai progetti BIOSEA (PO-FEAMP 2104/2020) e SAMOTHRACE (PNRR 4,2,1.5-ECS00000022- NextGenerationEU).
Prime risultanze del monitoraggio delle macrofite acquatiche nella Riserva Naturale Orientata “Laghetti di Marinello”
Spagnuolo Damiano;Mondello Fabio;D’Alessandro Michela;Manghisi Antonio;Morabito Marina;Giacobbe Salvatore
2024-01-01
Abstract
La RNO “Laghetti di Marinello”, habitat prioritario di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE; Allegato I, codice 1150*), con i suoi quattro bacini salmastri rappresenta un esemplare caso di studio di ambienti suscettibili ai cambiamenti climatici. Ad oggi, gli studi floristici e vegetazionali si sono concentrati sulla componente terrestre dell’ecosistema lagunare. Sporadiche informazioni esistono sulle fanerogame acquatiche e del tutto ignorate sono le macroalghe, la cui risposta ai cambiamenti climatici in corso rischierebbe di non poter essere valutata. Conseguentemente, un monitoraggio delle macrofite acquatiche è stato avviato nel 2023, effettuando nel primo anno tre campagne di campionamento, contestualmente a survey visivi. È stata definita la distribuzione e la dinamica stagionale di Cymodocea nodosa (Ucria) Asch., Halophila stipulacea (Forssk.) Asch., precedentemente solo citate in letteratura. Non ancora definiti sono i rapporti spaziali fra Ruppia maritima L. e Ruppia cirrhosa (Petagna) Grande, pressoché indistinguibili in campioni immaturi o con caratteristiche morfologiche intermedie. Da rimarcare la capacità di Ruppia sp. di superare le fasi di disseccamento grazie a rizomi coperti dal sedimento umido o dalle sue stesse foglie morte. Tra le macroalghe, Caulerpa cylindracea Sonder viene segnalata per la prima volta, spesso associata a fanerogame, così come rilevato per le Cladophoraceae filamentose (Chlorophyta), presenti in tutti i bacini. Rodoficee calcaree (Corallinales) sono state osservate sulle sponde rocciose del lago Mergolo. Varie Rhodomelaceae (Rhodophyta) sono presenti nei laghi Porto Vecchio, Mergolo e Marinello, e alghe verdi siphonocladali (Anadyomenaceae, Valoniaceae) in Porto Vecchio e Mergolo. Le praterie di fanerogame marine, rinvenute in ben consolidate e diverse aggregazioni di specie, implementano notevolmente il valore ecologico di questo ambiente protetto, nonostante il segnale di allarme dato dall’insediamento di elementi termofili non indigeni, quali H. stipulacea e C. cylindracea. La ricerca è stata finanziata dai progetti BIOSEA (PO-FEAMP 2104/2020) e SAMOTHRACE (PNRR 4,2,1.5-ECS00000022- NextGenerationEU).Pubblicazioni consigliate
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