La RNO “Laghetti di Marinello”, alla base del promontorio di “Capo Tindari”, comprende un vasto arenile che racchiude alcuni stagni eurialini litoranei. Un sistema salmastro esisteva dagli ultimi decenni del XIX secolo, ma diverso dall’attuale per l’estrema dinamica dei cordoni litoranei delimitanti. Su questi cresce una flora molto varia e versatile, caratterizzata da una migrazione e trasformazione della vegetazione dunale e dalla presenza di specie esotiche. Alcune specie di antica introduzione, come Agave americana L., Agave sisalana Engelm., Opuntia ficus-indica (L.) Mill., Erigeron bonariensis L., Erigeron sumatrensis Retz., Eucalyptus camaldulensis Dehnh. subsp. camaldulensis, Eucalyptus globulus Labill., Euphorbia maculata L., Ailanthus alssima (Mill.) Swingle e Robinia pseudacacia L., si sono diffuse nella riserva arrivando a ridosso del sistema dunale costiero, così come specie di più recente introduzione, quali Amaranthus retroflexus L., Mirabilis jalapa L., Boerhavia coccinea Mill. Un caso a parte sono Opuntia dillenii (Ker-Gawl.) Haw. e Cenchrus setaceus (Forssk.) Morrone, di recente introduzione, che invece entrano nel sistema dunale costiero. Opuntia dillenii colonizza le sabbie compatte nude, o con scarsa vegetazione, lontane dagli ambienti alofili, solo dopo aver colonizzato la retrostante falesia calcarea, per disseminazione zoofila, contribuendo a consolidare il substrato e creando un microclima favorevole all’attecchimento della flora spontanea. Questo favorisce una successione dinamica legata alla macchia mediterranea, lungo una fascia costiera dominata dal prato arido ad Hyparrenia hirta (L.) Stapf. Per contro, C. setaceus, che segue il sistema della viabilità umana, grazie alla disseminazione anemocora, entra nella Riserva dall’ingresso principale, segue i margini del prato arido e si insedia con una cospicua popolazione pioniera su una consolidata lingua di sabbia, originariamente quasi priva di vegetazione. In conclusione, le peculiarità floristiche della RNO meriterebbero specifiche azioni di valorizzazione alle quali non sarebbero estranee alcune specie esotiche che contribuiscono a stabilizzare il substrato, favorendo di riflesso il recupero della vegetazione spontanea.
Specie esotiche naturalizzate nel sistema dunale della Riserva Naturale Orientata “Laghetti di Marinello”
Mondello Fabio;Spagnuolo Damiano;Manghisi Antonio;Giacobbe Salvatore;Morabito Marina
2024-01-01
Abstract
La RNO “Laghetti di Marinello”, alla base del promontorio di “Capo Tindari”, comprende un vasto arenile che racchiude alcuni stagni eurialini litoranei. Un sistema salmastro esisteva dagli ultimi decenni del XIX secolo, ma diverso dall’attuale per l’estrema dinamica dei cordoni litoranei delimitanti. Su questi cresce una flora molto varia e versatile, caratterizzata da una migrazione e trasformazione della vegetazione dunale e dalla presenza di specie esotiche. Alcune specie di antica introduzione, come Agave americana L., Agave sisalana Engelm., Opuntia ficus-indica (L.) Mill., Erigeron bonariensis L., Erigeron sumatrensis Retz., Eucalyptus camaldulensis Dehnh. subsp. camaldulensis, Eucalyptus globulus Labill., Euphorbia maculata L., Ailanthus alssima (Mill.) Swingle e Robinia pseudacacia L., si sono diffuse nella riserva arrivando a ridosso del sistema dunale costiero, così come specie di più recente introduzione, quali Amaranthus retroflexus L., Mirabilis jalapa L., Boerhavia coccinea Mill. Un caso a parte sono Opuntia dillenii (Ker-Gawl.) Haw. e Cenchrus setaceus (Forssk.) Morrone, di recente introduzione, che invece entrano nel sistema dunale costiero. Opuntia dillenii colonizza le sabbie compatte nude, o con scarsa vegetazione, lontane dagli ambienti alofili, solo dopo aver colonizzato la retrostante falesia calcarea, per disseminazione zoofila, contribuendo a consolidare il substrato e creando un microclima favorevole all’attecchimento della flora spontanea. Questo favorisce una successione dinamica legata alla macchia mediterranea, lungo una fascia costiera dominata dal prato arido ad Hyparrenia hirta (L.) Stapf. Per contro, C. setaceus, che segue il sistema della viabilità umana, grazie alla disseminazione anemocora, entra nella Riserva dall’ingresso principale, segue i margini del prato arido e si insedia con una cospicua popolazione pioniera su una consolidata lingua di sabbia, originariamente quasi priva di vegetazione. In conclusione, le peculiarità floristiche della RNO meriterebbero specifiche azioni di valorizzazione alle quali non sarebbero estranee alcune specie esotiche che contribuiscono a stabilizzare il substrato, favorendo di riflesso il recupero della vegetazione spontanea.Pubblicazioni consigliate
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