Primavera del 1624. A Palermo giunge da Tunisi, dopo aver fatto scalo a Trapani, una nave carica di prigionieri liberati e di merci. L’attendevano in molti, le famiglie di chi era stato per un tempo interminabile schiavo in Nord Africa; e il viceré Emanuele Filiberto di Savoia, a cui erano destinati alcuni preziosi doni custoditi nella sua stiva. Passeggera clandestina, tra gli schiavi e le mercanzie, sul natante aveva viaggiato la peste. È l’inizio di una storia sconvolgente, nella quale la follia, la disperazione, la morte sembrano trionfare su tutto. Il male, ben presto, si impadronisce della città e nessun rimedio è capace di arginare la sua corsa precipitosa e distruttiva. Non risparmia né poveri né ricchi, né umili né potenti: al suo imperio devono soggiacere tutti, e soccombere in molti. Quando ormai tutto sembra perduto, e quando già – nel giro di pochi mesi – il male ha ucciso migliaia di abitanti, interviene un colpo di scena. Dopo scavi fervorosi, le viscere del monte Pellegrino restituiscono un corpo pietrificato: è quello lungamente cercato di Rosalia Sinibaldi, la santa la cui labile memoria – ogni tanto in passato ridestata nella sua qualità di protettrice contro le epidemie – riemerge adesso nella forma di un tesoro spirituale. Quelle ossa informi, concrezionate in un durissimo ammasso di scorie calcificate, tuttavia avrebbero detto poco ai devoti se non fosse intervenuta un’azione di rimodellazione simbolica. Spettò all’arte, e alla pittura di Antoon Van Dyck in particolare, il compito di dare un volto alla santa, e di trasformare il caos delle sue reliquie in una immanenza salvifica. La peste continuò ancora per molto a mietere vittime, ma l’arte stessa avrebbe impedito che ogni cosa precipitasse nella distruzione.

1624. Rosalia, la peste e i pennelli

Francesco Paolo Campione
2024-01-01

Abstract

Primavera del 1624. A Palermo giunge da Tunisi, dopo aver fatto scalo a Trapani, una nave carica di prigionieri liberati e di merci. L’attendevano in molti, le famiglie di chi era stato per un tempo interminabile schiavo in Nord Africa; e il viceré Emanuele Filiberto di Savoia, a cui erano destinati alcuni preziosi doni custoditi nella sua stiva. Passeggera clandestina, tra gli schiavi e le mercanzie, sul natante aveva viaggiato la peste. È l’inizio di una storia sconvolgente, nella quale la follia, la disperazione, la morte sembrano trionfare su tutto. Il male, ben presto, si impadronisce della città e nessun rimedio è capace di arginare la sua corsa precipitosa e distruttiva. Non risparmia né poveri né ricchi, né umili né potenti: al suo imperio devono soggiacere tutti, e soccombere in molti. Quando ormai tutto sembra perduto, e quando già – nel giro di pochi mesi – il male ha ucciso migliaia di abitanti, interviene un colpo di scena. Dopo scavi fervorosi, le viscere del monte Pellegrino restituiscono un corpo pietrificato: è quello lungamente cercato di Rosalia Sinibaldi, la santa la cui labile memoria – ogni tanto in passato ridestata nella sua qualità di protettrice contro le epidemie – riemerge adesso nella forma di un tesoro spirituale. Quelle ossa informi, concrezionate in un durissimo ammasso di scorie calcificate, tuttavia avrebbero detto poco ai devoti se non fosse intervenuta un’azione di rimodellazione simbolica. Spettò all’arte, e alla pittura di Antoon Van Dyck in particolare, il compito di dare un volto alla santa, e di trasformare il caos delle sue reliquie in una immanenza salvifica. La peste continuò ancora per molto a mietere vittime, ma l’arte stessa avrebbe impedito che ogni cosa precipitasse nella distruzione.
2024
Kalós. Rivista di arti e culture
979-12-80198-86-0
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3316189
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact