La vitiligine è una malattia cutanea ad andamento gradualmente progressivo che si caratterizza per la comparsa di chiazze prive di melanina, di colore bianco avorio, con varia forma ed estensione. Tali lesioni insorgono soprattutto al volto, alle mani, ai genitali e agli arti ma tutta la superficie cutanea può essere interessata dalla malattia. La vitiligine ha una progressione graduale ed è possibile osservare rapide estensioni delle lesioni ma anche, nel 10-20% dei soggetti, ripigmentazioni spontanee. Le cause sono molteplici e non del tutto conosciute anche se certamente esiste, in circa il 30% dei casi, una predisposizione genetica. La vitiligine può essere scatenata od aggravata da diversi fattori quali: condizioni di stress psico-fisico, traumi fisici, ustioni, infezioni virali, disturbi tiroidei. Colpisce circa il 2 % della popolazione mondiale ed insorge soprattutto durante l’adolescenza, rappresentando un problema medico ed anche estetico di grande impatto sociale e difficile gestione. Le metodiche fin qui impiegate per trattare questa patologia dalle creme a base di cortisone a quelle contenenti immunomodulatori (tacrolimus, picrelimus), dalla fototerapia con raggi UVA e UVB a banda stretta alla PUVA terapia (UVA + psoraleni) o Kuvaterapia (UVA + pomate alla kellina), dai preparati antiossidanti alle creme con psudocatalasi, sino alle terapie chirurgiche con trapianti di cute, hanno dato risultati alterni. Infatti a fronte di una certa efficacia queste terapie sono però impegnative e richiedono tempi lunghi di esecuzione (applicazione quotidiana di creme per mesi, 50-60 sedute di fototerapia, eseguite due-tre volte la settimana, etc) ed inoltre possono causare effetti collaterali (atrofia cutanea, epatopatie, cancerogenesi). Poiché nessuna terapia è risolutiva nella globalità dei casi e non potendo escludere il rischio di una recidiva, si è cercato di trovare una cura che avesse le seguenti caratteristiche: efficacia, rapida ricomparsa del colore, facile e veloce esecuzione, azione mirata sulle chiazze senza coinvolgimento della cute sana e degli organi interni, sicurezza e assenza di dolore. La continua evoluzione culturale e tecnologica del Laser in medicina e dell’utilizzo di cellule staminali ha consentito di venire incontro a queste esigenze terapeutiche grazie all’avvento di un nuovissimo sistema Laser ad Eccimeri (XTRAC) e della PRP (Platelet Rich Plasma), tale metodica ha però, come maggior limite, il non poter valutare la corretta potenza di irradiazione laser in base alle caratteristiche cromatiche della chiazza vitiligoidea cosi da prevenire eventuale ustione che potrebbe, a causa del trauma fisico, riesacerbare la malattia vitiligoidea. L'obiettivo dello studio con il trattamento della vitiligine è quello di controllare il danno autoimmune diretto ai melanociti e di stimolare la loro migrazione dai tessuti circostanti e dai serbatoi annessi in maniera stabile ed efficace.
TRATTAMENTO DELLE LESIONI VITILIGOIDEE MEDIANTE INFILTRAZIONE DI “PLATELET RICH PLASMA” ED IRRADIAZIONE CON PROTOTIPO DI LASER A ECCIMERI “INTELLIGENTE"
BRIANTI, PINA
2023-12-18
Abstract
La vitiligine è una malattia cutanea ad andamento gradualmente progressivo che si caratterizza per la comparsa di chiazze prive di melanina, di colore bianco avorio, con varia forma ed estensione. Tali lesioni insorgono soprattutto al volto, alle mani, ai genitali e agli arti ma tutta la superficie cutanea può essere interessata dalla malattia. La vitiligine ha una progressione graduale ed è possibile osservare rapide estensioni delle lesioni ma anche, nel 10-20% dei soggetti, ripigmentazioni spontanee. Le cause sono molteplici e non del tutto conosciute anche se certamente esiste, in circa il 30% dei casi, una predisposizione genetica. La vitiligine può essere scatenata od aggravata da diversi fattori quali: condizioni di stress psico-fisico, traumi fisici, ustioni, infezioni virali, disturbi tiroidei. Colpisce circa il 2 % della popolazione mondiale ed insorge soprattutto durante l’adolescenza, rappresentando un problema medico ed anche estetico di grande impatto sociale e difficile gestione. Le metodiche fin qui impiegate per trattare questa patologia dalle creme a base di cortisone a quelle contenenti immunomodulatori (tacrolimus, picrelimus), dalla fototerapia con raggi UVA e UVB a banda stretta alla PUVA terapia (UVA + psoraleni) o Kuvaterapia (UVA + pomate alla kellina), dai preparati antiossidanti alle creme con psudocatalasi, sino alle terapie chirurgiche con trapianti di cute, hanno dato risultati alterni. Infatti a fronte di una certa efficacia queste terapie sono però impegnative e richiedono tempi lunghi di esecuzione (applicazione quotidiana di creme per mesi, 50-60 sedute di fototerapia, eseguite due-tre volte la settimana, etc) ed inoltre possono causare effetti collaterali (atrofia cutanea, epatopatie, cancerogenesi). Poiché nessuna terapia è risolutiva nella globalità dei casi e non potendo escludere il rischio di una recidiva, si è cercato di trovare una cura che avesse le seguenti caratteristiche: efficacia, rapida ricomparsa del colore, facile e veloce esecuzione, azione mirata sulle chiazze senza coinvolgimento della cute sana e degli organi interni, sicurezza e assenza di dolore. La continua evoluzione culturale e tecnologica del Laser in medicina e dell’utilizzo di cellule staminali ha consentito di venire incontro a queste esigenze terapeutiche grazie all’avvento di un nuovissimo sistema Laser ad Eccimeri (XTRAC) e della PRP (Platelet Rich Plasma), tale metodica ha però, come maggior limite, il non poter valutare la corretta potenza di irradiazione laser in base alle caratteristiche cromatiche della chiazza vitiligoidea cosi da prevenire eventuale ustione che potrebbe, a causa del trauma fisico, riesacerbare la malattia vitiligoidea. L'obiettivo dello studio con il trattamento della vitiligine è quello di controllare il danno autoimmune diretto ai melanociti e di stimolare la loro migrazione dai tessuti circostanti e dai serbatoi annessi in maniera stabile ed efficace.| File | Dimensione | Formato | |
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