La presente ricerca indaga il rapporto tra teatro e paesaggio attraverso un approccio transdisciplinare che coniuga le arti performative con le scienze cognitive, la filosofia estetica, la nuova fenomenologia e l’atmosferologia. L’obiettivo è analizzare le modalità attraverso cui l’esperienza teatrale, quando inscritta in specifici contesti ambientali, possa generare forme di conoscenza incarnata, situata e relazionale. Attraverso l’analisi di tre casi studio – la Festa di Teatro Eco Logico a Stromboli, il Festival Trasparenze nella sessione di Gombola e il laboratorio teatrale itinerante Urbano a Messina – la ricerca si concentra sulla triangolazione tra dispositivo scenico, essere umano e ambiente, ponendo il paesaggio non come mero sfondo, ma come campo di interazione concreta e simbolica. Il teatro emerge così come metastruttura di un sistema complesso, capace di attivare dinamiche che partono necessariamente dall'esperienza, restituendo al paesaggio una funzione generativa e trasformativa. Il lavoro propone una ridefinizione del paesaggio come configurazione processuale e percettiva, nella quale corpo, spazio e immaginazione si intrecciano in un sistema aperto di risonanze. Il percorso delineato in questa ricerca si propone di restituire al paesaggio - e, di conseguenza, al teatro, che diventa lo strumento primario per una sua concreta incorporazione - la sua essenziale dimensione relazionale. L’assunzione del paradigma corporeo quale veicolo di conoscenza del mondo diventa il fulcro di un potenziale ribaltamento di prospettiva, in cui l’essere umano ha l’occasione di ripensare se stesso e la propria posizione all’interno delle gerarchie naturali dell’universo. Nell’ampio spazio dedicato alle testimonianze dei diversi soggetti coinvolti nelle esperienze analizzate, emerge con evidenza il desiderio di ripensarsi culturalmente e simbolicamente come parte integrante della natura, come una delle sue innumerevoli espressioni. L’organicità e l’armonia insite nella natura ingenita del teatro promuovono una prospettiva di consapevolezza sana e intelligente, in grado di partire dalla natura e ritornare alla natura stessa, all’interno di un progetto di trasformazione e visione continua, fondato sui principi della coesistenza. Se la natura è un «sistema complesso di relazioni dotate di valore intrinseco, a prescindere dall’utilità che l’essere umano possa ricavarne», il paesaggio è quel frammento privilegiato che diviene totalità, come il teatro da sempre ci insegna.

Essere Paesaggio. Attore, spettatore, ambiente.

MINASI, CRISTIANA
2025-05-22

Abstract

La presente ricerca indaga il rapporto tra teatro e paesaggio attraverso un approccio transdisciplinare che coniuga le arti performative con le scienze cognitive, la filosofia estetica, la nuova fenomenologia e l’atmosferologia. L’obiettivo è analizzare le modalità attraverso cui l’esperienza teatrale, quando inscritta in specifici contesti ambientali, possa generare forme di conoscenza incarnata, situata e relazionale. Attraverso l’analisi di tre casi studio – la Festa di Teatro Eco Logico a Stromboli, il Festival Trasparenze nella sessione di Gombola e il laboratorio teatrale itinerante Urbano a Messina – la ricerca si concentra sulla triangolazione tra dispositivo scenico, essere umano e ambiente, ponendo il paesaggio non come mero sfondo, ma come campo di interazione concreta e simbolica. Il teatro emerge così come metastruttura di un sistema complesso, capace di attivare dinamiche che partono necessariamente dall'esperienza, restituendo al paesaggio una funzione generativa e trasformativa. Il lavoro propone una ridefinizione del paesaggio come configurazione processuale e percettiva, nella quale corpo, spazio e immaginazione si intrecciano in un sistema aperto di risonanze. Il percorso delineato in questa ricerca si propone di restituire al paesaggio - e, di conseguenza, al teatro, che diventa lo strumento primario per una sua concreta incorporazione - la sua essenziale dimensione relazionale. L’assunzione del paradigma corporeo quale veicolo di conoscenza del mondo diventa il fulcro di un potenziale ribaltamento di prospettiva, in cui l’essere umano ha l’occasione di ripensare se stesso e la propria posizione all’interno delle gerarchie naturali dell’universo. Nell’ampio spazio dedicato alle testimonianze dei diversi soggetti coinvolti nelle esperienze analizzate, emerge con evidenza il desiderio di ripensarsi culturalmente e simbolicamente come parte integrante della natura, come una delle sue innumerevoli espressioni. L’organicità e l’armonia insite nella natura ingenita del teatro promuovono una prospettiva di consapevolezza sana e intelligente, in grado di partire dalla natura e ritornare alla natura stessa, all’interno di un progetto di trasformazione e visione continua, fondato sui principi della coesistenza. Se la natura è un «sistema complesso di relazioni dotate di valore intrinseco, a prescindere dall’utilità che l’essere umano possa ricavarne», il paesaggio è quel frammento privilegiato che diviene totalità, come il teatro da sempre ci insegna.
22-mag-2025
Paesaggio/Natura, Teatro, Attore-Spettatore-Ambiente, Quotidiano/Extraquotidiano.
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