Il cocco e l’ago sono elementi rituali dell’induismo tamil mauriziano. Le loro tracce sulle strade di Palermo mostrano il complesso processo di ricostruzione del rito, le trasformazioni, le resistenze, le soluzioni creative con cui le lavoratrici e i lavoratori in mobilità reinventano e riadattano il proprio orizzonte esistenziale al nuovo contesto, mantenendo la connessione con i molteplici luoghi di origine del sé postcoloniale e proiettandosi verso il futuro a cui aspirano. Attraverso un dettagliato racconto etnografico di una esperienza di ricerca avviata quattro anni fa e ancora in corso, il libro esplora il fertile pragmatismo rituale del kovil mauriziano di Palermo, delineando le dinamiche collettive di costruzione, mediazione e condivisione del contatto intimo tra esseri umani e divini all’interno del luogo sacro, nello spazio pubblico urbano e nelle case delle famiglie mauriziane. La mobilità comporta la riformulazione delle relazioni devozionali: corpi devoti e divinità negoziano i propri ruoli e le proprie posizioni, tracciando le traiettorie dell’induismo palermitano attraverso le esperienze e le aspirazioni dei suoi attori. Ai margini del rito si aprono spazi inediti di agency che conferiscono nuova centralità alle donne, incrociando molteplici prospettive di genere sulla partecipazione rituale. La presenza del ricercatore è riflessivamente manifesta nell’etnografia, dando conto del ricco scambio di cortesie rituali con cui il gruppo di preghiera induista stabilisce la sua presenza nel contesto palermitano. Emerge il quadro di una esperienza rituale in continua trasformazione, estremamente ricca seppur precaria, in cui persiste, tra l’altro, la preoccupazione di schermare alcuni aspetti del rito dallo sguardo esterno e di proteggere la soglia del sacro.

Il cocco e l’ago. Spazi di resistenza, strategie di appaesamento, schermi rituali nella migrazione mauriziana a Palermo

Eugenio Giorgianni
2025-01-01

Abstract

Il cocco e l’ago sono elementi rituali dell’induismo tamil mauriziano. Le loro tracce sulle strade di Palermo mostrano il complesso processo di ricostruzione del rito, le trasformazioni, le resistenze, le soluzioni creative con cui le lavoratrici e i lavoratori in mobilità reinventano e riadattano il proprio orizzonte esistenziale al nuovo contesto, mantenendo la connessione con i molteplici luoghi di origine del sé postcoloniale e proiettandosi verso il futuro a cui aspirano. Attraverso un dettagliato racconto etnografico di una esperienza di ricerca avviata quattro anni fa e ancora in corso, il libro esplora il fertile pragmatismo rituale del kovil mauriziano di Palermo, delineando le dinamiche collettive di costruzione, mediazione e condivisione del contatto intimo tra esseri umani e divini all’interno del luogo sacro, nello spazio pubblico urbano e nelle case delle famiglie mauriziane. La mobilità comporta la riformulazione delle relazioni devozionali: corpi devoti e divinità negoziano i propri ruoli e le proprie posizioni, tracciando le traiettorie dell’induismo palermitano attraverso le esperienze e le aspirazioni dei suoi attori. Ai margini del rito si aprono spazi inediti di agency che conferiscono nuova centralità alle donne, incrociando molteplici prospettive di genere sulla partecipazione rituale. La presenza del ricercatore è riflessivamente manifesta nell’etnografia, dando conto del ricco scambio di cortesie rituali con cui il gruppo di preghiera induista stabilisce la sua presenza nel contesto palermitano. Emerge il quadro di una esperienza rituale in continua trasformazione, estremamente ricca seppur precaria, in cui persiste, tra l’altro, la preoccupazione di schermare alcuni aspetti del rito dallo sguardo esterno e di proteggere la soglia del sacro.
2025
978-88-8234-250-0
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