Lo spazio riservato da Giraldi alla questione femminile, anche con una germinale individuazione di princìpi di autodeterminazione all’epoca non giuridicamente riconosciuti, si inscrive in un percorso di riflessione che procede senza soluzione di continuità dalle tragedie greche al romanzo contemporaneo. Ciò dimostra il ruolo della letteratura quale importante viatico per la comprensione del fenomeno della violenza di genere, oggetto precipuo nel mondo contemporaneo di studi di ambito sociale e antropologico, nonché criminologico e psichiatrico. Inevitabile diventa la sovrapposizione di finzione e realtà, al di là delle barriere spazio-temporali, se figure di invenzione come Orbecche (Ecatommiti II 2), ritenuta dal padre colpevole di aver scelto l’uomo da sposare e da amare, e Disdemona, trucidata dal marito per una folle smania possessiva (Ecatommiti III 7), possono diventare il corrispettivo simbolico, nella nostra triste modernità, delle tantissime donne maltrattate, mortificate e uccise proprio per il perdurare di un’inveterata mentalità maschilista. Per loro è stato concepito questo libro, recuperando, attraverso il filtro della narrazione giraldiana, la storia del primo anelito a una emancipazione femminile evidentemente non ancora compiuta.
"Io son donna di me". Giraldi e il mondo femminile tra novelle e tragedie
Susanna Villari
2025-01-01
Abstract
Lo spazio riservato da Giraldi alla questione femminile, anche con una germinale individuazione di princìpi di autodeterminazione all’epoca non giuridicamente riconosciuti, si inscrive in un percorso di riflessione che procede senza soluzione di continuità dalle tragedie greche al romanzo contemporaneo. Ciò dimostra il ruolo della letteratura quale importante viatico per la comprensione del fenomeno della violenza di genere, oggetto precipuo nel mondo contemporaneo di studi di ambito sociale e antropologico, nonché criminologico e psichiatrico. Inevitabile diventa la sovrapposizione di finzione e realtà, al di là delle barriere spazio-temporali, se figure di invenzione come Orbecche (Ecatommiti II 2), ritenuta dal padre colpevole di aver scelto l’uomo da sposare e da amare, e Disdemona, trucidata dal marito per una folle smania possessiva (Ecatommiti III 7), possono diventare il corrispettivo simbolico, nella nostra triste modernità, delle tantissime donne maltrattate, mortificate e uccise proprio per il perdurare di un’inveterata mentalità maschilista. Per loro è stato concepito questo libro, recuperando, attraverso il filtro della narrazione giraldiana, la storia del primo anelito a una emancipazione femminile evidentemente non ancora compiuta.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


