Frutto del Convegno internazionale “Tradurre per la scena”, tenutosi all’Università di Catania nel dicembre 2024, il volume affronta una tematica che continua a suscitare un vivo interesse da parte della critica, alimentando un dibattito sempre acceso tra specialisti di discipline diverse. Tradurre per la scena, infatti, significa non soltanto intervenire sul piano linguistico, ma anche e soprattutto compiere un atto creativo e performativo, oltre che operare una vera e propria mediazione culturale. I saggi qui presentati offrono angolazioni diversificate sulla problematica, e mettono in luce le trasformazioni che si verificano nella transizione da una lingua all’altra, da una cultura all’altra o da un linguaggio mediale all’altro. In tale prospettiva, i diversi contributi invitano a riconsiderare il ruolo del traduttore e dell’adattatore, e a rivalutare i criteri finora impiegati per giudicarne l’operato, ancora troppo spesso legati a rigide opposizioni quali fedeltà/infedeltà, sempre meno adeguate a descrivere la complessità delle attuali pratiche traduttive.
Stefana Squatrito, Introduzione, in Carla Aleo, Alessandro Monachello, Cettina Rizzo e Stefana Squatrito (a cura di), Tradurre per la scena, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2025, pp. 9-14 (ISBN 9791222325415).
stefana squatrito
2025-01-01
Abstract
Frutto del Convegno internazionale “Tradurre per la scena”, tenutosi all’Università di Catania nel dicembre 2024, il volume affronta una tematica che continua a suscitare un vivo interesse da parte della critica, alimentando un dibattito sempre acceso tra specialisti di discipline diverse. Tradurre per la scena, infatti, significa non soltanto intervenire sul piano linguistico, ma anche e soprattutto compiere un atto creativo e performativo, oltre che operare una vera e propria mediazione culturale. I saggi qui presentati offrono angolazioni diversificate sulla problematica, e mettono in luce le trasformazioni che si verificano nella transizione da una lingua all’altra, da una cultura all’altra o da un linguaggio mediale all’altro. In tale prospettiva, i diversi contributi invitano a riconsiderare il ruolo del traduttore e dell’adattatore, e a rivalutare i criteri finora impiegati per giudicarne l’operato, ancora troppo spesso legati a rigide opposizioni quali fedeltà/infedeltà, sempre meno adeguate a descrivere la complessità delle attuali pratiche traduttive.Pubblicazioni consigliate
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