Trascorso quasi un quarto di Secolo dall’adozione dello Statuto di Roma, tuttavia, la riflessione sulle relative disposizioni presenta inevitabilmente una funzione peculiare. In verità, nonostante le ormai numerose ed approfondite analisi condotte in dottrina, non privo di interesse si presenta ancora oggi un ulteriore contributo di riflessione sulle disposizioni dello Statuto; contributo che intende perseguire l’obiettivo primario di individuare, al di là del dato letterale delle singole norme, la trama di fondo, l’idea di colpevolezza che lo Statuto nel suo complesso esprime, ricostruendo quindi a partire da tali dati gli elementi di una teoria della colpevolezza deputata ad illuminare e supportare le decisioni della Corte. La definizione di un’impalcatura teorica di supporto della concreta disciplina dettata dallo Statuto in materia di colpevolezza si presenta d’altronde oltremodo auspicabile in termini di coerenza delle soluzioni dettate dalla Corte e più in generale dell’intero sistema. Inseguendo gli obiettivi garantistici di un principio di legalità che deve fare i conti con la specificità del sistema delle fonti delineato dallo Statuto (che, all’art. 21, in palese deroga ai tradizionali contenuti della legalità penale, definisce un sistema di norme “aperto” a fonti esterne quali i trattati e altri testi normativi di diritto internazionale e i principi generali del diritto ricavati dalla Corte dai sistemi nazionali), e pagando il prevedibile prezzo di ogni testo politicamente sensibile, le disposizioni dello Statuto di Roma rivelano, infatti, contenuti spesso fluidi ed ambigui, che concedono ampi margini per letture anche sensibilmente differenti e, pertanto, non immuni da condizionamenti esterni. In questo quadro, lungi dal cimentarsi in un’indagine esclusivamente teorica – e, pertanto, ripiegata su se stessa – la nostra proposta è quella di delineare in concreto alcune piste di riflessione, individuando possibili approcci interpretativi in grado di superare, nei limiti in cui ciò risulti compatibile con un pieno rispetto delle menzionate esigenze di legalità penale, le non trascurabili debolezze del testo normativo, così da fondare una teoria della colpevolezza realisticamente in grado di essere all’altezza della centralità (anche politica) che la Corte è chiamata ad assumere.

ll nullum crimen (sine culpa) disperso. Il principio di colpevolezza nel sistema dello Statuto della Corte penale internazionale.

CALVO, EDUARDO
2025-12-03

Abstract

Trascorso quasi un quarto di Secolo dall’adozione dello Statuto di Roma, tuttavia, la riflessione sulle relative disposizioni presenta inevitabilmente una funzione peculiare. In verità, nonostante le ormai numerose ed approfondite analisi condotte in dottrina, non privo di interesse si presenta ancora oggi un ulteriore contributo di riflessione sulle disposizioni dello Statuto; contributo che intende perseguire l’obiettivo primario di individuare, al di là del dato letterale delle singole norme, la trama di fondo, l’idea di colpevolezza che lo Statuto nel suo complesso esprime, ricostruendo quindi a partire da tali dati gli elementi di una teoria della colpevolezza deputata ad illuminare e supportare le decisioni della Corte. La definizione di un’impalcatura teorica di supporto della concreta disciplina dettata dallo Statuto in materia di colpevolezza si presenta d’altronde oltremodo auspicabile in termini di coerenza delle soluzioni dettate dalla Corte e più in generale dell’intero sistema. Inseguendo gli obiettivi garantistici di un principio di legalità che deve fare i conti con la specificità del sistema delle fonti delineato dallo Statuto (che, all’art. 21, in palese deroga ai tradizionali contenuti della legalità penale, definisce un sistema di norme “aperto” a fonti esterne quali i trattati e altri testi normativi di diritto internazionale e i principi generali del diritto ricavati dalla Corte dai sistemi nazionali), e pagando il prevedibile prezzo di ogni testo politicamente sensibile, le disposizioni dello Statuto di Roma rivelano, infatti, contenuti spesso fluidi ed ambigui, che concedono ampi margini per letture anche sensibilmente differenti e, pertanto, non immuni da condizionamenti esterni. In questo quadro, lungi dal cimentarsi in un’indagine esclusivamente teorica – e, pertanto, ripiegata su se stessa – la nostra proposta è quella di delineare in concreto alcune piste di riflessione, individuando possibili approcci interpretativi in grado di superare, nei limiti in cui ciò risulti compatibile con un pieno rispetto delle menzionate esigenze di legalità penale, le non trascurabili debolezze del testo normativo, così da fondare una teoria della colpevolezza realisticamente in grado di essere all’altezza della centralità (anche politica) che la Corte è chiamata ad assumere.
3-dic-2025
Principio di colpevolezza; Corte penale internazionale; Norimberga; art. 30 ICC St.; Mens rea; ICC;
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3343372
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact