Il problema dell’educazione ha origini ancestrali e si è nutrito di conflitti speculativo-dialettici iterativi, portati avanti da scuole di pensiero e studiosi autorevoli, le cui posizioni, nel corso della storia culturale del nostro Paese, spesso si collocavano, e tutt’oggi si collocano, agli antipodi, pur avendo come punto di congiunzione chiaramente l’uomo. La pedagogia, fondamentalmente scienza di sintesi, deve necessariamente affermare il proprio valore epistemologico sia nei riguardi delle diverse aree scientifiche che, direttamente o indirettamente, hanno concernenza col fatto educativo, sia rispetto alle modalità operative che presiedono alle attività formative didattiche. Per raggiungere tale fine la pedagogia deve conquistarsi spazi di azione e di riflessione che sono stati, e sono, tradizionalmente asfittici, soffocati da politiche inadeguate e pregiudiziali che hanno sovente privilegiato le cosiddette “scienze dure” alla scienza pedagogica, facendo così confluire, in quest’ultima, giudizi di “pressappochismo” e di inadeguatezza metodologica e strumentale. Per riuscire in tale compito è opportuno che il pensiero pedagogico si riappropri della fiducia della gente partendo proprio dall'analisi della vita pubblica e dei problemi quotidiani delle giovani generazioni.
Promuovere l'azione educativa attraverso coerenza di principi e interventi significativi.
SMERIGLIO, Donatello
2008-01-01
Abstract
Il problema dell’educazione ha origini ancestrali e si è nutrito di conflitti speculativo-dialettici iterativi, portati avanti da scuole di pensiero e studiosi autorevoli, le cui posizioni, nel corso della storia culturale del nostro Paese, spesso si collocavano, e tutt’oggi si collocano, agli antipodi, pur avendo come punto di congiunzione chiaramente l’uomo. La pedagogia, fondamentalmente scienza di sintesi, deve necessariamente affermare il proprio valore epistemologico sia nei riguardi delle diverse aree scientifiche che, direttamente o indirettamente, hanno concernenza col fatto educativo, sia rispetto alle modalità operative che presiedono alle attività formative didattiche. Per raggiungere tale fine la pedagogia deve conquistarsi spazi di azione e di riflessione che sono stati, e sono, tradizionalmente asfittici, soffocati da politiche inadeguate e pregiudiziali che hanno sovente privilegiato le cosiddette “scienze dure” alla scienza pedagogica, facendo così confluire, in quest’ultima, giudizi di “pressappochismo” e di inadeguatezza metodologica e strumentale. Per riuscire in tale compito è opportuno che il pensiero pedagogico si riappropri della fiducia della gente partendo proprio dall'analisi della vita pubblica e dei problemi quotidiani delle giovani generazioni.Pubblicazioni consigliate
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