Lo studio si inquadra nella metodologia in via di sperimentazione per l’elaborazione delle voci del Lexicon Iconographicum Numismaticae, il cui scopo principale è quello di creare un metodo di lettura univoco delle iconografie presenti sulle monete, nella convinzione che ogni immagine sia parte di un codice comunicativo visivo, che risponde a regole e criteri non dissimili da quelli del linguaggio verbale. Dietro ad ogni immagine - come dietro ad ogni parola - c’è un concetto, un’idea, a cui risalire e quindi da interpretare attraverso un’azione esegetica del “linguaggio visivo” proprio della mentalità antica che traduceva le proprie idee in immagini, in schemi iconografici ricorrenti. Da qui nasce l’importanza di fornire la descrizione e la definizione di ogni immagine nel modo più obiettivo possibile (identificazione iconica) ed a questo scopo è finalizzata la nostra schedatura delle immagini monetali, che per ogni lemma mira a isolare un’“icona-base”, tramite un’operazione di “pulizia filologica”, attraverso un processo di riduzione ad un’“unità iconografica” definibile, dalla quale non è possibile togliere nulla senza renderla incomprensibile. Fondamentale per la ricostruzione del significato di un’immagine risulta pertanto individuare sia l’origine dell’icona sia l’evoluzione della tradizione iconica che ce l’ha tramandata nei tempi e nei luoghi in cui quell’immagine è stata adottata. Le immagini nel loro contesto iconografico (scena) vengono interpretate proprio in relazione ai legami che tra di esse si creano, esaminando di volta in volta per ogni lemma attraverso tutte le sue occorrenze numismatiche: a. gli ELEMENTI DENOTANTI, elementi-base per il riconoscimento dell’icona, dai quali è impossibile prescindere per identificarla; b. gli ELEMENTI MORFOLOGICI che la caratterizzano (modo di raffigurazione, posizione, angolo di prospettiva visiva, età e abbigliamento); c. gli ATTRIBUTI SECONDARI con funzione connotativa, seppure non costanti, attestati in relazione a quel determinato soggetto; d. la FUNZIONE che l’icona rappresenta rispetto alle eventuali altre immagini presenti sul conio – tipo principale o secondario, attributo, simbolo, parte di una scena complessa – ; e. l’ISCRIZIONE MONETALE, identificativa del soggetto o della scena raffigurata; f. i NESSI con l’altra faccia della moneta; g. il METALLO e il VALORE DEI NOMINALI stessi su cui l’immagine compare; h. la collocazione spazio-temporale (DIATOPIA E DIACRONIA) in cui appare la singola icona monetale. Secondo questi criteri abbiamo esaminato pertanto nella sua diacronia e diatopia, quindi nel suo contesto, il tipo monetale di Odisseo. L’immagine, dalle caratteristiche simili ad altri eroi omerici, priva però di iscrizione esplicativa ad eccezione di un contorniato romano con legenda OLEXEVS, non è di sicura identificazione e risulta rappresentata in modo limitato sui documenti numismatici sia greci sia romani. Tra gli elementi denotativi - l’età adulta, la barba, l’abbigliamento - quello costituito dal pileo, essendo caratteristico di vari altri personaggi, non agevola nella distinzione fra il possibile O. ed altre figure, come per esempio Efesto, Hermes, i Cabiri etc. Concorrono quindi altri elementi, quali la scena raffigurata o i nessi con l’altro verso della moneta o ancora la localizzazione della zecca emittente, a fare propendere per l’una o l’altra ipotesi. È il caso di Ithaka, nella cui monetazione bronzea di IV secolo a.C. l’identificazione della testa o della figura intera pileata appare certa, in primo luogo per l’ovvio legame dell’eroe con il territorio, sottolineato anche dalla scelta del fulmine, indicante la sovranità, in secondo luogo per l’abbinamento con la testa di Atena, protettrice dell’eroe, o del gallo, un suo animale sacro. Troppo labili ci sono sembrate le considerazioni che hanno portato a riconoscere in O. la figura stante sulla monetazione di Mantineia o i personaggi pileati delle zecche di Skylla(?), Mytistraton e Lipara, in cui il richiamo ad O. troverebbe vago fondamento rispetto invece alla possibile correlazione con altri eroi locali. In età romana, l’iconografia monetale di Odisseo/Ulisse sembra trovare una sua codificazione nella figura del “viaggiatore”, fornendo spunto per l’esaltazione locale, attraverso discendenze delle famiglie dei magistrati monetali (gens Mamilia), mentre su alcuni contorniati romano-imperiali U. compare entro scene omeriche facilmente riconoscibili.

L'immagine monetale di Odisseo. Strutturazione di un lemma per il LIN

PUGLISI, Mariangela
2007-01-01

Abstract

Lo studio si inquadra nella metodologia in via di sperimentazione per l’elaborazione delle voci del Lexicon Iconographicum Numismaticae, il cui scopo principale è quello di creare un metodo di lettura univoco delle iconografie presenti sulle monete, nella convinzione che ogni immagine sia parte di un codice comunicativo visivo, che risponde a regole e criteri non dissimili da quelli del linguaggio verbale. Dietro ad ogni immagine - come dietro ad ogni parola - c’è un concetto, un’idea, a cui risalire e quindi da interpretare attraverso un’azione esegetica del “linguaggio visivo” proprio della mentalità antica che traduceva le proprie idee in immagini, in schemi iconografici ricorrenti. Da qui nasce l’importanza di fornire la descrizione e la definizione di ogni immagine nel modo più obiettivo possibile (identificazione iconica) ed a questo scopo è finalizzata la nostra schedatura delle immagini monetali, che per ogni lemma mira a isolare un’“icona-base”, tramite un’operazione di “pulizia filologica”, attraverso un processo di riduzione ad un’“unità iconografica” definibile, dalla quale non è possibile togliere nulla senza renderla incomprensibile. Fondamentale per la ricostruzione del significato di un’immagine risulta pertanto individuare sia l’origine dell’icona sia l’evoluzione della tradizione iconica che ce l’ha tramandata nei tempi e nei luoghi in cui quell’immagine è stata adottata. Le immagini nel loro contesto iconografico (scena) vengono interpretate proprio in relazione ai legami che tra di esse si creano, esaminando di volta in volta per ogni lemma attraverso tutte le sue occorrenze numismatiche: a. gli ELEMENTI DENOTANTI, elementi-base per il riconoscimento dell’icona, dai quali è impossibile prescindere per identificarla; b. gli ELEMENTI MORFOLOGICI che la caratterizzano (modo di raffigurazione, posizione, angolo di prospettiva visiva, età e abbigliamento); c. gli ATTRIBUTI SECONDARI con funzione connotativa, seppure non costanti, attestati in relazione a quel determinato soggetto; d. la FUNZIONE che l’icona rappresenta rispetto alle eventuali altre immagini presenti sul conio – tipo principale o secondario, attributo, simbolo, parte di una scena complessa – ; e. l’ISCRIZIONE MONETALE, identificativa del soggetto o della scena raffigurata; f. i NESSI con l’altra faccia della moneta; g. il METALLO e il VALORE DEI NOMINALI stessi su cui l’immagine compare; h. la collocazione spazio-temporale (DIATOPIA E DIACRONIA) in cui appare la singola icona monetale. Secondo questi criteri abbiamo esaminato pertanto nella sua diacronia e diatopia, quindi nel suo contesto, il tipo monetale di Odisseo. L’immagine, dalle caratteristiche simili ad altri eroi omerici, priva però di iscrizione esplicativa ad eccezione di un contorniato romano con legenda OLEXEVS, non è di sicura identificazione e risulta rappresentata in modo limitato sui documenti numismatici sia greci sia romani. Tra gli elementi denotativi - l’età adulta, la barba, l’abbigliamento - quello costituito dal pileo, essendo caratteristico di vari altri personaggi, non agevola nella distinzione fra il possibile O. ed altre figure, come per esempio Efesto, Hermes, i Cabiri etc. Concorrono quindi altri elementi, quali la scena raffigurata o i nessi con l’altro verso della moneta o ancora la localizzazione della zecca emittente, a fare propendere per l’una o l’altra ipotesi. È il caso di Ithaka, nella cui monetazione bronzea di IV secolo a.C. l’identificazione della testa o della figura intera pileata appare certa, in primo luogo per l’ovvio legame dell’eroe con il territorio, sottolineato anche dalla scelta del fulmine, indicante la sovranità, in secondo luogo per l’abbinamento con la testa di Atena, protettrice dell’eroe, o del gallo, un suo animale sacro. Troppo labili ci sono sembrate le considerazioni che hanno portato a riconoscere in O. la figura stante sulla monetazione di Mantineia o i personaggi pileati delle zecche di Skylla(?), Mytistraton e Lipara, in cui il richiamo ad O. troverebbe vago fondamento rispetto invece alla possibile correlazione con altri eroi locali. In età romana, l’iconografia monetale di Odisseo/Ulisse sembra trovare una sua codificazione nella figura del “viaggiatore”, fornendo spunto per l’esaltazione locale, attraverso discendenze delle famiglie dei magistrati monetali (gens Mamilia), mentre su alcuni contorniati romano-imperiali U. compare entro scene omeriche facilmente riconoscibili.
2007
8871403444
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