A partire da una rivisitazione antropologica del celebre romanzo dello scrittore bosniaco Ivo Andric, “Il ponte sulla Drina”, il saggio si estende prendendo in considerazione la figura del ponte così come frequentemente compare tanto a livello della narrativa folklorica quanto nelle nuove, rigogliose produzioni poetico-letterarie balcaniche, quale, in particolare, quella dell’Albania post-comunista. Al di là dei suoi riferimenti architettonici, il ponte ricorre e si afferma così come “immagine” letteraria impiegata a segnare, a livello retorico e simbolico, tanto i ricongiungimenti quanto le spezzature della storia albanese di ieri come la difficile “transizione democratica” di oggi. Ora tematizzato come elemento di dialogo e congiunzione, ora come strumento di dominio, di invasione, di tradimento o di isolamento, il ponte alla fine si staglia come elemento di un più ampio mosaico retorico e simbolico oggi veicolato da un fiorente fenomeno editoriale, letterario e poetico-musicale albanese; mosaico rispetto al quale il presente saggio si pone come primo, ipotetico momento di tematizzazione sistematica e riflessione antropologica, tesa a rilevarne le articolate implicazioni politiche e sociali. Quella del ponte, in altri termini, si afferma come figura di un più ampio quadro di riferimento simbolico, dove incardina le proprie contraddizioni a quelle evocate dalle altre figure che vi fanno parte (dal Libro a Prometeo, dal mito dei Pelasgi a quello degli Illiri, dall’ideologia “feudale” e “clanica” delle Montagne a quella delle Piramidi, dall’immagine del Paese-carcere a quella del mare) ; mosaico letterario e simbolico dalle corrispondenze certo antiche (specie romantiche e patriottiche) ma oggi quanto mai movimentato, ripreso, reimpiegato, rivolto a esprimere e dibattere le rinnovate forme di isolazionismo politico, di nazionalismo, di europeismo, il farsi e disfarsi del “passato albanese” rispetto alle più attuali strategie e lotte di potere. Un mosaico che, coi suoi movimenti caleidoscopici,in Albania continua a porsi quale campo simbolico di negoziazione, di accordo come di scontro, tra le gerarchie intellettuali e quelle politico-istituzionali.

Sul ponte di Andric. Letteratura e canzone per uno studio della nuova Albania

GERACI, Mauro
2007-01-01

Abstract

A partire da una rivisitazione antropologica del celebre romanzo dello scrittore bosniaco Ivo Andric, “Il ponte sulla Drina”, il saggio si estende prendendo in considerazione la figura del ponte così come frequentemente compare tanto a livello della narrativa folklorica quanto nelle nuove, rigogliose produzioni poetico-letterarie balcaniche, quale, in particolare, quella dell’Albania post-comunista. Al di là dei suoi riferimenti architettonici, il ponte ricorre e si afferma così come “immagine” letteraria impiegata a segnare, a livello retorico e simbolico, tanto i ricongiungimenti quanto le spezzature della storia albanese di ieri come la difficile “transizione democratica” di oggi. Ora tematizzato come elemento di dialogo e congiunzione, ora come strumento di dominio, di invasione, di tradimento o di isolamento, il ponte alla fine si staglia come elemento di un più ampio mosaico retorico e simbolico oggi veicolato da un fiorente fenomeno editoriale, letterario e poetico-musicale albanese; mosaico rispetto al quale il presente saggio si pone come primo, ipotetico momento di tematizzazione sistematica e riflessione antropologica, tesa a rilevarne le articolate implicazioni politiche e sociali. Quella del ponte, in altri termini, si afferma come figura di un più ampio quadro di riferimento simbolico, dove incardina le proprie contraddizioni a quelle evocate dalle altre figure che vi fanno parte (dal Libro a Prometeo, dal mito dei Pelasgi a quello degli Illiri, dall’ideologia “feudale” e “clanica” delle Montagne a quella delle Piramidi, dall’immagine del Paese-carcere a quella del mare) ; mosaico letterario e simbolico dalle corrispondenze certo antiche (specie romantiche e patriottiche) ma oggi quanto mai movimentato, ripreso, reimpiegato, rivolto a esprimere e dibattere le rinnovate forme di isolazionismo politico, di nazionalismo, di europeismo, il farsi e disfarsi del “passato albanese” rispetto alle più attuali strategie e lotte di potere. Un mosaico che, coi suoi movimenti caleidoscopici,in Albania continua a porsi quale campo simbolico di negoziazione, di accordo come di scontro, tra le gerarchie intellettuali e quelle politico-istituzionali.
2007
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