Il Plan Bleu ha di recente pubblicato un rapporto sulle prospettive di sviluppo nell’area euro mediterranea. L’idea di fondo è che il mediterraneo rappresenti una eco-regione importante ancorchè fragile, il cui sviluppo è largamente legato all’ambiente, per molti aspetti già degradato. Problematica si presenta l’evoluzione futura delle variabili economiche, soprattutto nella parte meridionale del Mediterraneo. Questo andamento, se confrontato con un progressivo invecchiamento della popolazione dell’Europa mediterranea, suggerisce uno scenario di alti tassi di disoccupazione, di forte pressione all’emigrazione verso l’Europa continentale, di riduzione dello stesso peso economico dell’Europa. Gli obiettivi da raggiungere per uno sviluppo durevole si riferiscono ai temi dell’acqua, dell’energia, dei trasporti, degli spazi urbani, dello spazio rurale, delle zone costiere. E’ importante diffondere, come condizione necessaria, la consapevolezza della insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo a favore del riconoscimento della interdipendenza tra preoccupazioni ambientali e sviluppo in una logica di prevenzione e integrazione anziché di intervento riparatore a posteriori. C’è da domandarsi se e quanto l’ipotesi dello sviluppo durevole sia realistica. In questo senso la prospettiva di uno sviluppo sostenibile sembra essere unanimemente accettata anche se all’entusiasmo della adozione non sembrano essere seguiti nel tempo realizzazioni e decise politiche in quella direzione. Questo contrasto tra proclami e modesti risultati ha contribuito ad alimentare qualche dubbio sulla validità della prospettiva dello sviluppo sostenibile. Fino a che il nostro stile di vita è basato sul consumo di un capitale non riproducibile, per definizione non è riproducibile all’infinito. La logica della crescita “infinita”, propria del capitalismo, è considerata fisicamente insostenibile, per ritrovare un sistema di vita sostenibile non resterebbe, quindi, che la “decrescita”.

Sfide ambientali e sviluppo economico nel Mediterraneo

GATTO, Antonino
2007-01-01

Abstract

Il Plan Bleu ha di recente pubblicato un rapporto sulle prospettive di sviluppo nell’area euro mediterranea. L’idea di fondo è che il mediterraneo rappresenti una eco-regione importante ancorchè fragile, il cui sviluppo è largamente legato all’ambiente, per molti aspetti già degradato. Problematica si presenta l’evoluzione futura delle variabili economiche, soprattutto nella parte meridionale del Mediterraneo. Questo andamento, se confrontato con un progressivo invecchiamento della popolazione dell’Europa mediterranea, suggerisce uno scenario di alti tassi di disoccupazione, di forte pressione all’emigrazione verso l’Europa continentale, di riduzione dello stesso peso economico dell’Europa. Gli obiettivi da raggiungere per uno sviluppo durevole si riferiscono ai temi dell’acqua, dell’energia, dei trasporti, degli spazi urbani, dello spazio rurale, delle zone costiere. E’ importante diffondere, come condizione necessaria, la consapevolezza della insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo a favore del riconoscimento della interdipendenza tra preoccupazioni ambientali e sviluppo in una logica di prevenzione e integrazione anziché di intervento riparatore a posteriori. C’è da domandarsi se e quanto l’ipotesi dello sviluppo durevole sia realistica. In questo senso la prospettiva di uno sviluppo sostenibile sembra essere unanimemente accettata anche se all’entusiasmo della adozione non sembrano essere seguiti nel tempo realizzazioni e decise politiche in quella direzione. Questo contrasto tra proclami e modesti risultati ha contribuito ad alimentare qualche dubbio sulla validità della prospettiva dello sviluppo sostenibile. Fino a che il nostro stile di vita è basato sul consumo di un capitale non riproducibile, per definizione non è riproducibile all’infinito. La logica della crescita “infinita”, propria del capitalismo, è considerata fisicamente insostenibile, per ritrovare un sistema di vita sostenibile non resterebbe, quindi, che la “decrescita”.
2007
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