L’occorrenza di infezioni necrotizzanti dei tessuti molli negli Injecting Drug User (IDU) deve essere tenuta nella giusta considerazione dai medici che, occasionalmente o per specifiche competenze, si occupano dei tossicomani cronici; ciò al fine di pervenire, in breve tempo dall’esordio clinico, alla corretta diagnosi e al tempestivo controllo del processo morboso. Il management multidisciplinare e il timing illustrato offrono, anche sulla base dei dati dalla letteratura internazionale, i migliori risultati in termini di sopravvivenza e di funzionalità, in quanto impediscono il rapido espandersi dell’infezione e della necrosi e il coinvolgimento sistemico ed evitano demolizioni aggressive (ad esempio, l’amputazione dell’arto colpito), indicate solo in presenza di alterazioni vascolari irrecuperabili e/o di tossicità sistemica non altrimenti dominabile e, comunque, dopo attenta e prudente valutazione del singolo caso. In sostanza sono proprio l’antibioticoterapia e l’HBO che consentono una chirurgia di risparmio, ovvero, nei limiti del possibile, funzionale. Ma le loro potenzialità non devono far propendere di principio per un atteggiamento attendistico, peraltro privilegiato da alcuni Autori secondo i quali esso migliorerebbe la prognosi e diminuirebbe l’entità delle escissioni dei tessuti devitalizzati. L’una e l’altra vanno eseguite nell’immediato decorso di un intervento che in nessun caso va procrastinato.
Le infezioni necrotizzanti dei tessuti molli negli injecting drug users
LICURSI, maria;LEUZZI, STEFANO;FIUMARA, francesco;SOLIERA, MASSIMO;GALATI, MARICA;PIRRONE, Giovanni;ANGIO', Luigi Giuseppe
2009-01-01
Abstract
L’occorrenza di infezioni necrotizzanti dei tessuti molli negli Injecting Drug User (IDU) deve essere tenuta nella giusta considerazione dai medici che, occasionalmente o per specifiche competenze, si occupano dei tossicomani cronici; ciò al fine di pervenire, in breve tempo dall’esordio clinico, alla corretta diagnosi e al tempestivo controllo del processo morboso. Il management multidisciplinare e il timing illustrato offrono, anche sulla base dei dati dalla letteratura internazionale, i migliori risultati in termini di sopravvivenza e di funzionalità, in quanto impediscono il rapido espandersi dell’infezione e della necrosi e il coinvolgimento sistemico ed evitano demolizioni aggressive (ad esempio, l’amputazione dell’arto colpito), indicate solo in presenza di alterazioni vascolari irrecuperabili e/o di tossicità sistemica non altrimenti dominabile e, comunque, dopo attenta e prudente valutazione del singolo caso. In sostanza sono proprio l’antibioticoterapia e l’HBO che consentono una chirurgia di risparmio, ovvero, nei limiti del possibile, funzionale. Ma le loro potenzialità non devono far propendere di principio per un atteggiamento attendistico, peraltro privilegiato da alcuni Autori secondo i quali esso migliorerebbe la prognosi e diminuirebbe l’entità delle escissioni dei tessuti devitalizzati. L’una e l’altra vanno eseguite nell’immediato decorso di un intervento che in nessun caso va procrastinato.Pubblicazioni consigliate
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