L’articolo 158 del trattato che istituisce la Comunità europea prevede che, per rafforzare la coesione economica e sociale al suo interno, la Comunità miri a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni…L’art. 159 prevede, poi, che tale azione sia appoggiata attraverso i Fondi strutturali, la Banca europea degli investimenti (BEI) e gli altri strumenti finanziari esistenti. La politica di coesione quindi dovrebbe contribuire a potenziare la crescita, la competitività e l’occupazione facendo proprie le priorità comunitarie per uno sviluppo sostenibile definite nei Consigli europei di Lisbona e Göteborg. Per la Calabria, come per gran parte delle Regioni italiane ed europee, le risorse dei Fondi strutturali e degli altri Fondi comunitari rivolti al sostegno dello sviluppo costituiscono parte determinante di tutte le risorse che la Regione finalizza alle politiche di sviluppo regionali. La dimensione economica globale volgendo quindi al locale, conferisce a quella territoriale un rilievo sempre più crescente. Tale collegamento porta con sé diverse implicazioni, anche a livello istituzionale, dato che solo robusti livelli di governo regionali e locali potranno essere in grado di favorire lo sviluppo. Il legislatore ha cercato di cogliere per tempo questa esigenza: la riforma della pubblica amministrazione, l’attuazione del decentramento amministrativo con il conseguente rafforzamento, rinnovamento e modernizzazione degli apparati amministrativi di Regioni, Province e Comuni ne costituiscono l’esempio. Anche a livello normativo, il rilancio della programmazione come metodo di governo, l’introduzione della programmazione negoziata – fondata sul principio di sussidiarietà – hanno dato un forte impulso allo sviluppo territoriale/locale. Tali premesse, di per sé ovvie per chi si occupi di competitività e sostenibilità nella politica regionale europea, vanno tenute in massima considerazione nell’approccio valutativo degli indicatori che la Calabria registra per l’attuazione di quella governance territoriale che concili virtuosamente competitività e sostenibilità. Essa si presenta nella realtà una Regione con una criticità molto diffusa che rallenta il processo di uno sviluppo equo e sostenibile. Per decenni è sempre stata il fanalino di coda, in ambito europeo, per reddito e produttività e ancora oggi nell’Europa allargata, se non è ultima, occupa le ultime posizioni.

CALABRIA E AREA DELLO STRETTO. SOTTOSVILUPPO INSOSTENIBILE VS COMPETITIVITA' IN SOSTENIBILITA'

BRANCATO, Maria Adele;CALTABIANO, Adele;ORECCHIO, Filippo
2009-01-01

Abstract

L’articolo 158 del trattato che istituisce la Comunità europea prevede che, per rafforzare la coesione economica e sociale al suo interno, la Comunità miri a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni…L’art. 159 prevede, poi, che tale azione sia appoggiata attraverso i Fondi strutturali, la Banca europea degli investimenti (BEI) e gli altri strumenti finanziari esistenti. La politica di coesione quindi dovrebbe contribuire a potenziare la crescita, la competitività e l’occupazione facendo proprie le priorità comunitarie per uno sviluppo sostenibile definite nei Consigli europei di Lisbona e Göteborg. Per la Calabria, come per gran parte delle Regioni italiane ed europee, le risorse dei Fondi strutturali e degli altri Fondi comunitari rivolti al sostegno dello sviluppo costituiscono parte determinante di tutte le risorse che la Regione finalizza alle politiche di sviluppo regionali. La dimensione economica globale volgendo quindi al locale, conferisce a quella territoriale un rilievo sempre più crescente. Tale collegamento porta con sé diverse implicazioni, anche a livello istituzionale, dato che solo robusti livelli di governo regionali e locali potranno essere in grado di favorire lo sviluppo. Il legislatore ha cercato di cogliere per tempo questa esigenza: la riforma della pubblica amministrazione, l’attuazione del decentramento amministrativo con il conseguente rafforzamento, rinnovamento e modernizzazione degli apparati amministrativi di Regioni, Province e Comuni ne costituiscono l’esempio. Anche a livello normativo, il rilancio della programmazione come metodo di governo, l’introduzione della programmazione negoziata – fondata sul principio di sussidiarietà – hanno dato un forte impulso allo sviluppo territoriale/locale. Tali premesse, di per sé ovvie per chi si occupi di competitività e sostenibilità nella politica regionale europea, vanno tenute in massima considerazione nell’approccio valutativo degli indicatori che la Calabria registra per l’attuazione di quella governance territoriale che concili virtuosamente competitività e sostenibilità. Essa si presenta nella realtà una Regione con una criticità molto diffusa che rallenta il processo di uno sviluppo equo e sostenibile. Per decenni è sempre stata il fanalino di coda, in ambito europeo, per reddito e produttività e ancora oggi nell’Europa allargata, se non è ultima, occupa le ultime posizioni.
2009
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