Lo scompenso cardiaco acuto fino ad oggi non ha ancora una definizione univoca, forse perché non viene considerata una specifica entità patologica, ma piuttosto una sindrome, che secondo una Consensus Conference della European Society of Intensive Care Medicine (ESICM) va intesa come un improvviso e rapido manifestarsi di segni e sintomi ingravescenti di un severo e acuto deterioramento della normale funzione cardiaca. Il denominatore comune è rappresentato da una acuta e progressiva riduzione della gittata cardiaca (CO), con aumento della pressione d'incuneamento dei capillari polmonari (PCWP) e con congestione e ipoperfusione tissutale, per la incapacità del miocardio a mantenere una gittata cardiaca (CO) e un "oxygen delivery" (DO) sufficienti a soddisfare il fabbisogno periferico (V02). La condizione essenziale per il successo del trattamento farmacologico di tale sindrome è rappresentata da una certa reversibilità della disfunzione miocardica stessa, e lo stesso protocollo terapeutico varia secondo la causa che lo ha provocato e le sue modalità di presentazione. Punto focale dell'iter terapeutico è, pertanto, rappresentato dalla precisa conoscenza della patologia di base, dalla esatta ricognizione e dal tempestivo trattamento dei fattori scatenati fibrillazione atriale, crisi ipertensiva, ischemia/infarto del miocardio, fatti infettivo-infiammatori acuti o quant'altro può alterare la funzionalità miocardia fino allo scompenso.
Vecchi e nuovi inotropi
SINARDI, Angelo;SINARDI, LUCA;DAVID, Antonio;MONDELLO, Epifanio;GUZZO, Luciano
2005-01-01
Abstract
Lo scompenso cardiaco acuto fino ad oggi non ha ancora una definizione univoca, forse perché non viene considerata una specifica entità patologica, ma piuttosto una sindrome, che secondo una Consensus Conference della European Society of Intensive Care Medicine (ESICM) va intesa come un improvviso e rapido manifestarsi di segni e sintomi ingravescenti di un severo e acuto deterioramento della normale funzione cardiaca. Il denominatore comune è rappresentato da una acuta e progressiva riduzione della gittata cardiaca (CO), con aumento della pressione d'incuneamento dei capillari polmonari (PCWP) e con congestione e ipoperfusione tissutale, per la incapacità del miocardio a mantenere una gittata cardiaca (CO) e un "oxygen delivery" (DO) sufficienti a soddisfare il fabbisogno periferico (V02). La condizione essenziale per il successo del trattamento farmacologico di tale sindrome è rappresentata da una certa reversibilità della disfunzione miocardica stessa, e lo stesso protocollo terapeutico varia secondo la causa che lo ha provocato e le sue modalità di presentazione. Punto focale dell'iter terapeutico è, pertanto, rappresentato dalla precisa conoscenza della patologia di base, dalla esatta ricognizione e dal tempestivo trattamento dei fattori scatenati fibrillazione atriale, crisi ipertensiva, ischemia/infarto del miocardio, fatti infettivo-infiammatori acuti o quant'altro può alterare la funzionalità miocardia fino allo scompenso.Pubblicazioni consigliate
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