Raccolti in volume in una recente pubblicazione puntualmente introdotta e curata da Giovanni Kezich ed Emilia De Simoni, oggi una serie di “Studi e documenti sul mondo contadino in ltalia a 50 anni dalla morte di Rocco Scotellaro” rende conto della dovuta articolazione critica che ogni nuovo discorso sull'Italia contadina finisce per imporre. Col titolo di “Contadini del Sud, contadini del Nord” e pubblicato nel Z6OS in “SM-Annali di San Michele”, la rivista annuale del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina fondato nel 1968 dall'etnografo e museografo Giuseppe Sebesta a San Michele all'Adige in provincia di Trento, il volume raccoglie i diversi contributi scientifici di un omonimo convegno svoltosi tra San Michele all'Adige e Roma alla fine del 2003. Contributi che, se da un lato risentono della diversità d'ogni specifico approccio storico, geoantropico, economico, antropologico, museografico, fotografico, storico-artistico, critico-letterario, dall'altro sembrano ispirarsi a un comune principio guida che mi pare si trovi straordinariamente sintetizzato nel titolo e nella logica di un breve romanzo di Rocco Scotellaro, non a caso richiamato in apertura al libro da Giovanni Gozzer, maestro di Rocco quando nel 1940 prese posto tra i banchi del Liceo Prati di Trento. Si tratti dell'emblematico racconto intitolato “Uno si distrae al bivio” in cui il protagonista Giorgi Ramorra è l'immagine sdoppiata del Rocco-narratore che, in una Trento distante dalla sua Tricarico “come un giorno di autunno da un giorno di estate", ha bisogno non di raccontare ma di sentirsi raccontare, di creare un testimone esterno a stesso, di se stesso e della sua vicenda esistenziale, secondo una condizione autoriflessiva bene indagata da Adriana Cavarero in una brillante filosofia della narrazione. Si può dire, infatti, che tutti i contributi presenti in “Contadini del Sud, contadini del Nord”, pur nella loro diversa provenienza disciplinare - demologica, antropologica, storica, storico-artistica, storico-letteraria, storico-economica - si collocano dove “Uno si distrae al bivio”. Nel senso che attraverso i saggi di questo volume, la nozione di "mondo contadino" si trova a essere rivisitata nella sua perenne arbitrarietà, nella sua sfuggente in definizione concettuale, nelle ambivalenze storiche, antropologiche, economiche, politiche che, sempre, ne hanno fatto un precipitato, più che di “distinzioni”, di “distrazioni al bivio”. La figura, la letteratura, la poesia, l’intrigo auto-biografico, I'etnografia,l'attività politica di Rocco, nel volume vengono a formare una sorta d'impalcatura sorprendentemente attuale, caleidoscopica, nella quale si collocano, si confrontano, si perdono le diverse accezioni, costruzioni, idealizzazioni, rappresentazioni del contesto contadino dell’Italia del Sud.

Storia di lotte e distrazioni. L'"Italia contadina" a cinquant'anni dalla morte di Rocco Scotellaro

GERACI, Mauro
2007-01-01

Abstract

Raccolti in volume in una recente pubblicazione puntualmente introdotta e curata da Giovanni Kezich ed Emilia De Simoni, oggi una serie di “Studi e documenti sul mondo contadino in ltalia a 50 anni dalla morte di Rocco Scotellaro” rende conto della dovuta articolazione critica che ogni nuovo discorso sull'Italia contadina finisce per imporre. Col titolo di “Contadini del Sud, contadini del Nord” e pubblicato nel Z6OS in “SM-Annali di San Michele”, la rivista annuale del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina fondato nel 1968 dall'etnografo e museografo Giuseppe Sebesta a San Michele all'Adige in provincia di Trento, il volume raccoglie i diversi contributi scientifici di un omonimo convegno svoltosi tra San Michele all'Adige e Roma alla fine del 2003. Contributi che, se da un lato risentono della diversità d'ogni specifico approccio storico, geoantropico, economico, antropologico, museografico, fotografico, storico-artistico, critico-letterario, dall'altro sembrano ispirarsi a un comune principio guida che mi pare si trovi straordinariamente sintetizzato nel titolo e nella logica di un breve romanzo di Rocco Scotellaro, non a caso richiamato in apertura al libro da Giovanni Gozzer, maestro di Rocco quando nel 1940 prese posto tra i banchi del Liceo Prati di Trento. Si tratti dell'emblematico racconto intitolato “Uno si distrae al bivio” in cui il protagonista Giorgi Ramorra è l'immagine sdoppiata del Rocco-narratore che, in una Trento distante dalla sua Tricarico “come un giorno di autunno da un giorno di estate", ha bisogno non di raccontare ma di sentirsi raccontare, di creare un testimone esterno a stesso, di se stesso e della sua vicenda esistenziale, secondo una condizione autoriflessiva bene indagata da Adriana Cavarero in una brillante filosofia della narrazione. Si può dire, infatti, che tutti i contributi presenti in “Contadini del Sud, contadini del Nord”, pur nella loro diversa provenienza disciplinare - demologica, antropologica, storica, storico-artistica, storico-letteraria, storico-economica - si collocano dove “Uno si distrae al bivio”. Nel senso che attraverso i saggi di questo volume, la nozione di "mondo contadino" si trova a essere rivisitata nella sua perenne arbitrarietà, nella sua sfuggente in definizione concettuale, nelle ambivalenze storiche, antropologiche, economiche, politiche che, sempre, ne hanno fatto un precipitato, più che di “distinzioni”, di “distrazioni al bivio”. La figura, la letteratura, la poesia, l’intrigo auto-biografico, I'etnografia,l'attività politica di Rocco, nel volume vengono a formare una sorta d'impalcatura sorprendentemente attuale, caleidoscopica, nella quale si collocano, si confrontano, si perdono le diverse accezioni, costruzioni, idealizzazioni, rappresentazioni del contesto contadino dell’Italia del Sud.
2007
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/1900487
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