Il paper presenta in forma preliminare i risultati di uno studio delle aree “ad elevato rischio di crisi ambientale” della regione Sicilia (i poli petrolchimici di Gela, Augusta, Milazzo). Il lavoro è stato condotto da un gruppo di ricerca interdisciplinare con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Ufficio Europeo Ambiente e Salute) ed offre elementi per una valutazione in termini di sostenibilità del modello di sviluppo territoriale. Avendo descritto alcune variazioni strutturali nell’uso del territorio, le evidenze mostrano che sotto il profilo occupazionale e sociale gli effetti dell’industrializzazione sono stati molto inferiori alle attese, accompagnandosi peraltro al degrado delle condizioni ambientali ed all’incremento del rischio sanitario per le popolazioni residenti. Le aspettative positive con cui l’industrializzazione era stata avviata hanno ceduto il posto ad un generalizzato giudizio negativo ed alla percezione di “irreversibilità” imposte all’economia ed alla società locali. L’adozione di un modello partecipativo nella definizione di percorsi alternativi appare una via necessaria per l’individuazione di un modello sostenibile sotto il profilo sia ambientale che economico e sociale.
Autonomia e politiche industriali in Sicilia
SIGNORINO, Guido;LA ROCCA, MARIA
2010-01-01
Abstract
Il paper presenta in forma preliminare i risultati di uno studio delle aree “ad elevato rischio di crisi ambientale” della regione Sicilia (i poli petrolchimici di Gela, Augusta, Milazzo). Il lavoro è stato condotto da un gruppo di ricerca interdisciplinare con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Ufficio Europeo Ambiente e Salute) ed offre elementi per una valutazione in termini di sostenibilità del modello di sviluppo territoriale. Avendo descritto alcune variazioni strutturali nell’uso del territorio, le evidenze mostrano che sotto il profilo occupazionale e sociale gli effetti dell’industrializzazione sono stati molto inferiori alle attese, accompagnandosi peraltro al degrado delle condizioni ambientali ed all’incremento del rischio sanitario per le popolazioni residenti. Le aspettative positive con cui l’industrializzazione era stata avviata hanno ceduto il posto ad un generalizzato giudizio negativo ed alla percezione di “irreversibilità” imposte all’economia ed alla società locali. L’adozione di un modello partecipativo nella definizione di percorsi alternativi appare una via necessaria per l’individuazione di un modello sostenibile sotto il profilo sia ambientale che economico e sociale.Pubblicazioni consigliate
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