Obiettivo. Gli autori presentano i risultati di un’indagine da loro condotta su una popolazione adolescenziale afferente ad un ambulatorio dedicato alla Ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico Universitario di Messina. Metodi. Sono stati effettuati 588 Pap-Test sulle giovani visitate presso l’ambulatorio loro dedicato, i risultati sono stati confrontati con quelli riguardanti una popolazione di pari età che ha effettuato il Pap-Test presso gli ambulatori di prevenzione oncologica dello stesso Policlinico Universitario. Risultati. Le anomalie citologiche sono risultate maggiori nella popolazione di controllo, soprattutto per quel che riguarda la citologia classificata come ASC-US (20% vs 8%), gli Autori attribuiscono tali differenze alla metodica utilizzata sul campione oggetto dell’indagine (citologia in fase liquida) rispetto alla citologia tradizionale utilizzata sul gruppo di controllo, oltre che all’alternanza degli operatori che hanno analizzato gli strisci delle pazienti di controllo. Alle pazienti dell’ambulatorio dedicato alla Ginecologia adolescenziale con citologia anomala è stato effettuato il test per la ricerca dell’HPV con metodiche di biologia molecolare, ciò ha consentito di ridurre il numero di colposcopie effettuate. Coerentemente con i dati della letteratura, nonostante il riscontro di un discreto numero di infezioni di HPV considerati ad alto rischio, non si sono trovati casi di displasia grave. In relazione a ciò gli autori sottolineano che il loro intento nell’invitare le giovani da loro visitate a sottoporsi al Pap-test non era la diagnosi precoce di displasie cervicali gravi, estremamente rare nella fascia di età delle pazienti in esame, ma un opera di educazione sanitaria che abituasse le adolescenti a sottoporsi agli screening per la prevenzione secondaria delle patologie oncologiche, oltre che informarle sulle strategie di prevenzione primaria (vaccinazione, riduzione dei fattori di rischio conosciuti). Conclusioni. Gli autori ritengono che, nelle adolescenti, il test per la tipizzazione dell’HPV sia l’esame di secondo livello ideale per effettuare il triage sia dei casi di ASC-US che di L-SIL, così da sottoporre a colposcopia solo le pazienti con HPV ad alto rischio.
Confronto tra le anomalie citologiche e colposcopiche e il Test per la tipizzazione dell’HPV per la prevenzione del cervicocarcinoma in una popolazione adolescenziale della città di Messina.
PIZZO, Alfonsa;BUDA, Concetta;CARUSO, Carmela;BONANNO, Anna Maria;ARDITA, FRANCESCA;QUATTRONE, SIMONA CATERINA;GIUFFRE', Giuseppe;TODARO, Paolo
2010-01-01
Abstract
Obiettivo. Gli autori presentano i risultati di un’indagine da loro condotta su una popolazione adolescenziale afferente ad un ambulatorio dedicato alla Ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico Universitario di Messina. Metodi. Sono stati effettuati 588 Pap-Test sulle giovani visitate presso l’ambulatorio loro dedicato, i risultati sono stati confrontati con quelli riguardanti una popolazione di pari età che ha effettuato il Pap-Test presso gli ambulatori di prevenzione oncologica dello stesso Policlinico Universitario. Risultati. Le anomalie citologiche sono risultate maggiori nella popolazione di controllo, soprattutto per quel che riguarda la citologia classificata come ASC-US (20% vs 8%), gli Autori attribuiscono tali differenze alla metodica utilizzata sul campione oggetto dell’indagine (citologia in fase liquida) rispetto alla citologia tradizionale utilizzata sul gruppo di controllo, oltre che all’alternanza degli operatori che hanno analizzato gli strisci delle pazienti di controllo. Alle pazienti dell’ambulatorio dedicato alla Ginecologia adolescenziale con citologia anomala è stato effettuato il test per la ricerca dell’HPV con metodiche di biologia molecolare, ciò ha consentito di ridurre il numero di colposcopie effettuate. Coerentemente con i dati della letteratura, nonostante il riscontro di un discreto numero di infezioni di HPV considerati ad alto rischio, non si sono trovati casi di displasia grave. In relazione a ciò gli autori sottolineano che il loro intento nell’invitare le giovani da loro visitate a sottoporsi al Pap-test non era la diagnosi precoce di displasie cervicali gravi, estremamente rare nella fascia di età delle pazienti in esame, ma un opera di educazione sanitaria che abituasse le adolescenti a sottoporsi agli screening per la prevenzione secondaria delle patologie oncologiche, oltre che informarle sulle strategie di prevenzione primaria (vaccinazione, riduzione dei fattori di rischio conosciuti). Conclusioni. Gli autori ritengono che, nelle adolescenti, il test per la tipizzazione dell’HPV sia l’esame di secondo livello ideale per effettuare il triage sia dei casi di ASC-US che di L-SIL, così da sottoporre a colposcopia solo le pazienti con HPV ad alto rischio.Pubblicazioni consigliate
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