Nel presente articolo viene affrontata la questione dell’interna struttura del pantheon egizio e della classificabilità funzionale delle singole figure divine, a partire dall’analisi olistica dei loro epiteti. Emergono così sia l’inconsistenza di molti schemi interpretativi correnti, fortemente influenzati dall’interpretatio graeca, particolarmente superficiale, sia l’inapplicabilità al pantheon egizio di ogni schema di classificazione dipartimentale. Vengono anche dimostrate la marcata correlazione tra importanza ed omogeneità delle figure divine principali, per cui limitate forme di divergenza individualizzante iniziano solo nella parte inferiore del pantheon essenziale, e l’estrema rilevanza, anche statistica, dei processi combinatori che ricavano nuove figure divine combinando singole divinità: gli epiteti delle figure divine combinate sono il 70% ca. di quelli delle figure semplici, che, misurate sugli epiteti, rappresentano dunque solo il 58% ca. del mondo divino egizio. Il pantheon essenziale risulta d’altronde concentrato su tre sole figure (Horus, Hathor e Ra), che da sole assommano la metà degli epiteti del pantheon essenziale, tre ottavi di tutti gli epiteti: una percentuale di epiteti compresa tra il 5% ed il 10% presentano anche Iside, Osiride, Ammon e Chnum, mentre altre 12 divinità (tra cui Sobek, Chons e Thot) ricevono complessivamente solo un quarto degli epiteti di questo pantheon essenziale, da cui rimangono escluse diverse figure più interessanti per gli autori antichi e lo studioso moderno (Anubi, Seth, Maat, Bastet).

Il pantheon egizio

MORA, Fabio
2010-01-01

Abstract

Nel presente articolo viene affrontata la questione dell’interna struttura del pantheon egizio e della classificabilità funzionale delle singole figure divine, a partire dall’analisi olistica dei loro epiteti. Emergono così sia l’inconsistenza di molti schemi interpretativi correnti, fortemente influenzati dall’interpretatio graeca, particolarmente superficiale, sia l’inapplicabilità al pantheon egizio di ogni schema di classificazione dipartimentale. Vengono anche dimostrate la marcata correlazione tra importanza ed omogeneità delle figure divine principali, per cui limitate forme di divergenza individualizzante iniziano solo nella parte inferiore del pantheon essenziale, e l’estrema rilevanza, anche statistica, dei processi combinatori che ricavano nuove figure divine combinando singole divinità: gli epiteti delle figure divine combinate sono il 70% ca. di quelli delle figure semplici, che, misurate sugli epiteti, rappresentano dunque solo il 58% ca. del mondo divino egizio. Il pantheon essenziale risulta d’altronde concentrato su tre sole figure (Horus, Hathor e Ra), che da sole assommano la metà degli epiteti del pantheon essenziale, tre ottavi di tutti gli epiteti: una percentuale di epiteti compresa tra il 5% ed il 10% presentano anche Iside, Osiride, Ammon e Chnum, mentre altre 12 divinità (tra cui Sobek, Chons e Thot) ricevono complessivamente solo un quarto degli epiteti di questo pantheon essenziale, da cui rimangono escluse diverse figure più interessanti per gli autori antichi e lo studioso moderno (Anubi, Seth, Maat, Bastet).
2010
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