Il processo di integrazione europea non sarebbe completo in mancanza di un mercato unico dei servizi finanziari, la cui realizzazione risulta funzionale alla crescita del benessere, del lavoro e dell’economia nell’intera area europea. Eppure, il grado di integrazione finanziaria in Europa è ancora insufficiente, specie per quanto concerne i servizi c.d. al dettaglio. Questo studio descrive le iniziative adottate dalle istituzioni europee, nel corso degli ultimi anni, al fine di accelerare l’integrazione fra i vari mercati domestici dei servizi finanziari. In particolare, l’attenzione viene rivolta sia al campo della regolamentazione (facendo specifico riferimento agli obiettivi di armonizzazione legislativa, o alle tecniche di normazione elaborate per garantire maggiore uniformità fra le disposizioni dei singoli Stati, come la nota “procedura Lamfalussy”), sia alla recente riforma della vigilanza finanziaria europea, sfociata nella creazione di un Comitato Europeo per il Rischio Sistemico e di tre nuove Autorità Europee di Vigilanza (aventi competenze settoriali), rispettivamente incaricati di compiti macro e microprudenziali. Dopo avere individuato alcuni punti critici della suddetta riforma (specie sotto il profilo della legittimazione delle nuove AEV, dei loro rapporti con le altre istituzioni dell’Unione e della loro incerta natura giuridica), si conclude affermando che senza un’opportuna integrazione dei Trattati, finalizzata, per un verso, a rafforzare il ruolo e l’indipendenza delle nuove autorità e, per altro verso, ad operare un formale riconoscimento di obiettivi fondamentali come la tutela del risparmio, si rischia seriamente di indebolire l’efficacia degli interventi in precedenza esaminati. Di conseguenza, anche il consolidamento del mercato unico dei servizi finanziari potrebbe risultare pregiudicato, malgrado esso rappresenti, per lo sviluppo dell’economia e della competitività europea, un traguardo di primaria rilevanza.

Il processo di integrazione del mercato unico dei servizi finanziari, dal metodo Lamfalussy alla riforma della vigilanza finanziaria europea

CIRAOLO, Francesco
2011-01-01

Abstract

Il processo di integrazione europea non sarebbe completo in mancanza di un mercato unico dei servizi finanziari, la cui realizzazione risulta funzionale alla crescita del benessere, del lavoro e dell’economia nell’intera area europea. Eppure, il grado di integrazione finanziaria in Europa è ancora insufficiente, specie per quanto concerne i servizi c.d. al dettaglio. Questo studio descrive le iniziative adottate dalle istituzioni europee, nel corso degli ultimi anni, al fine di accelerare l’integrazione fra i vari mercati domestici dei servizi finanziari. In particolare, l’attenzione viene rivolta sia al campo della regolamentazione (facendo specifico riferimento agli obiettivi di armonizzazione legislativa, o alle tecniche di normazione elaborate per garantire maggiore uniformità fra le disposizioni dei singoli Stati, come la nota “procedura Lamfalussy”), sia alla recente riforma della vigilanza finanziaria europea, sfociata nella creazione di un Comitato Europeo per il Rischio Sistemico e di tre nuove Autorità Europee di Vigilanza (aventi competenze settoriali), rispettivamente incaricati di compiti macro e microprudenziali. Dopo avere individuato alcuni punti critici della suddetta riforma (specie sotto il profilo della legittimazione delle nuove AEV, dei loro rapporti con le altre istituzioni dell’Unione e della loro incerta natura giuridica), si conclude affermando che senza un’opportuna integrazione dei Trattati, finalizzata, per un verso, a rafforzare il ruolo e l’indipendenza delle nuove autorità e, per altro verso, ad operare un formale riconoscimento di obiettivi fondamentali come la tutela del risparmio, si rischia seriamente di indebolire l’efficacia degli interventi in precedenza esaminati. Di conseguenza, anche il consolidamento del mercato unico dei servizi finanziari potrebbe risultare pregiudicato, malgrado esso rappresenti, per lo sviluppo dell’economia e della competitività europea, un traguardo di primaria rilevanza.
2011
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