Che l’intento della Fiat, con l’appoggio di Confindustria, fosse la disarticolazione dell’attuale assetto del sistema di contrattazione collettiva, è testimoniato prima dalle dichiarazioni di Marchionne circa la fuoriuscita del settore auto dal CCNL dei metalmeccanici, per un contratto di settore (che significherebbe un contratto solo per l’azienda torinese), poi dalla disdetta di Federmeccanica al contratto di lavoro del 2008, quindi il durissimo j’accuse dell’amministratore delegato della Fiat al Sistema-Paese. Una regressione sul terreno dei rapporti contrattuali, favorito dall’atteggiamento di chiusura da parte della Cgil, anche se l’avvento alla leadership di Susanna Camusso sembra potere modificare l’attuale situazione. Ciò che è evidente è l”a richiesta di piena agibilità delle deroghe al contratto nazionale da parte di Fiat, fino al punto di spingerla a minacciare l’uscita da Confindustria al fine di liberarsi dal vincolo dello stesso contratto”.
Il contratto dopo Marchionne
BALLISTRERI, Gandolfo Maurizio
2011-01-01
Abstract
Che l’intento della Fiat, con l’appoggio di Confindustria, fosse la disarticolazione dell’attuale assetto del sistema di contrattazione collettiva, è testimoniato prima dalle dichiarazioni di Marchionne circa la fuoriuscita del settore auto dal CCNL dei metalmeccanici, per un contratto di settore (che significherebbe un contratto solo per l’azienda torinese), poi dalla disdetta di Federmeccanica al contratto di lavoro del 2008, quindi il durissimo j’accuse dell’amministratore delegato della Fiat al Sistema-Paese. Una regressione sul terreno dei rapporti contrattuali, favorito dall’atteggiamento di chiusura da parte della Cgil, anche se l’avvento alla leadership di Susanna Camusso sembra potere modificare l’attuale situazione. Ciò che è evidente è l”a richiesta di piena agibilità delle deroghe al contratto nazionale da parte di Fiat, fino al punto di spingerla a minacciare l’uscita da Confindustria al fine di liberarsi dal vincolo dello stesso contratto”.Pubblicazioni consigliate
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