La c.d. sostenibilità va ovunque perseguita, soprattutto in quelle aree che giustificano interventi volti alla conservazione del paesaggio nelle sue diverse connotazioni oltre che dei valori ambientali e culturali ivi esistenti, nonchè alla valorizzazione del territorio. All'interno delle aree protette possono essere svolte innumerevoli iniziative compatibili, strettamente agricole e non, che finiscono per incidere positivamente sull'economia del territorio nel suo complesso e creare nuova ricchezza alla luce di un sano e proficuo rapporto tra uomo e ambiente. Nella realtà europea, il Parco naturale è inteso come zona antropizzata dove, pur restando la conservazione della natura un obiettivo primario, si incentivano contemporaneamente le attività tradizionali ed un loro ordinato sviluppo. In sintonia con le logiche di sviluppo e sostegno all'agricoltura, promosse anche dalle politiche comunitarie, la legge quadro 394/1991 ha posto -tra gli altri obiettivi- quello di diversificare l'economia rurale a vantaggio della competitività del settore, nonchè di migliorare l'ambiente e, per l'effetto, la qualità della vita in dette zone. E ciò, incentivando all'interno dei Parchi lo svolgimento di iniziative agricole compatibili con il regime delle aree protette, quali attività agro-silvo-pastorali tradizionali, di pesca, di coltivazione e/o allevamento biologico, di produzione artigianale di qualità, di raccolta di prodotti naturali, agrituristiche e di turismo ambientale. Ma, il legislatore del 1991 ha previsto anche la possibilità di utilizzare le aree protette per l'esercizio di attività di ricerca, purchè compatibili con la conservazione dei valori naturali. In questa direzione, un ruolo strategico è svolto dai Parchi scientifici tecnologici che nascono soprattutto con l'attivazione di risorse locali, integrate dall'intervento di istituzioni e capitali privati (anche stranieri) per creare un collegamento e una forma di collaborazione tra il mondo della ricerca e l'industria. I temi dell'ambiente, della ricerca e dell'innovazione implicano una trasversalità che la competenza, ancorchè esclusiva dello Stato, non può più in alcun modo ignorare. E' per questo che, pur nel rispetto dei principi fondamentali dettati dallo Stato, può risultare ben più efficace il ruolo attivo e programmatico degli enti locali, conoscitori delle singole realtà territoriali ed in grado di creare forme di collegamento e cooperazione finalizzate a strategie integrate.

Parchi naturali e Parchi scientifici tecnologici: strategie a confronto per uno sviluppo territoriale sostenibile.

TOMMASINI, Alessandra
2011-01-01

Abstract

La c.d. sostenibilità va ovunque perseguita, soprattutto in quelle aree che giustificano interventi volti alla conservazione del paesaggio nelle sue diverse connotazioni oltre che dei valori ambientali e culturali ivi esistenti, nonchè alla valorizzazione del territorio. All'interno delle aree protette possono essere svolte innumerevoli iniziative compatibili, strettamente agricole e non, che finiscono per incidere positivamente sull'economia del territorio nel suo complesso e creare nuova ricchezza alla luce di un sano e proficuo rapporto tra uomo e ambiente. Nella realtà europea, il Parco naturale è inteso come zona antropizzata dove, pur restando la conservazione della natura un obiettivo primario, si incentivano contemporaneamente le attività tradizionali ed un loro ordinato sviluppo. In sintonia con le logiche di sviluppo e sostegno all'agricoltura, promosse anche dalle politiche comunitarie, la legge quadro 394/1991 ha posto -tra gli altri obiettivi- quello di diversificare l'economia rurale a vantaggio della competitività del settore, nonchè di migliorare l'ambiente e, per l'effetto, la qualità della vita in dette zone. E ciò, incentivando all'interno dei Parchi lo svolgimento di iniziative agricole compatibili con il regime delle aree protette, quali attività agro-silvo-pastorali tradizionali, di pesca, di coltivazione e/o allevamento biologico, di produzione artigianale di qualità, di raccolta di prodotti naturali, agrituristiche e di turismo ambientale. Ma, il legislatore del 1991 ha previsto anche la possibilità di utilizzare le aree protette per l'esercizio di attività di ricerca, purchè compatibili con la conservazione dei valori naturali. In questa direzione, un ruolo strategico è svolto dai Parchi scientifici tecnologici che nascono soprattutto con l'attivazione di risorse locali, integrate dall'intervento di istituzioni e capitali privati (anche stranieri) per creare un collegamento e una forma di collaborazione tra il mondo della ricerca e l'industria. I temi dell'ambiente, della ricerca e dell'innovazione implicano una trasversalità che la competenza, ancorchè esclusiva dello Stato, non può più in alcun modo ignorare. E' per questo che, pur nel rispetto dei principi fondamentali dettati dallo Stato, può risultare ben più efficace il ruolo attivo e programmatico degli enti locali, conoscitori delle singole realtà territoriali ed in grado di creare forme di collegamento e cooperazione finalizzate a strategie integrate.
2011
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