Il multirivelatore CHIMERA è stato recentemente integrato con nuova elettronica dedicata, per realizzare l'identificazione delle particelle cariche che si fermano nei rivelatori a silicio tramite la tecnica di Pulse Shape. Tale metodo consente un notevole abbassamento della soglia di identificazione, permettendo di effettuare esperimenti utilizzando i fasci radioattivi forniti dalla facility EXCYT presso i Laboratori Nazionali del Sud. Sarà inoltre possibile realizzare delle misure utilizzando i fasci di frammentazioni dià disponibili presso i Laboratori. Grazie a questi fasci, saranno investigate le proprietà dello stato fondamentale e degli stati eccitati dei nuclei medio-leggeri ricchi in protoni, nonché la competizione tra meccanismi di fusione, reazioni dissipative e multiframmentazione in funzione dell'isospin dei partecipanti alla collisione. Questa linea di ricerca potrà quindi essere estesa ai fasci radioattivi prodotti con le facility di seconda generazione.
Programma di esperimenti del multirivelatore CHIMERA con fasci radioattivi presso i Laboratori Nazionali del Sud di Catania
AUDITORE, Lucrezia;EMANUELE, UMBERTO;LORIA, DARIO;TRIFIRO', ANTONIO;TRIMARCHI, MARINA;
2008-01-01
Abstract
Il multirivelatore CHIMERA è stato recentemente integrato con nuova elettronica dedicata, per realizzare l'identificazione delle particelle cariche che si fermano nei rivelatori a silicio tramite la tecnica di Pulse Shape. Tale metodo consente un notevole abbassamento della soglia di identificazione, permettendo di effettuare esperimenti utilizzando i fasci radioattivi forniti dalla facility EXCYT presso i Laboratori Nazionali del Sud. Sarà inoltre possibile realizzare delle misure utilizzando i fasci di frammentazioni dià disponibili presso i Laboratori. Grazie a questi fasci, saranno investigate le proprietà dello stato fondamentale e degli stati eccitati dei nuclei medio-leggeri ricchi in protoni, nonché la competizione tra meccanismi di fusione, reazioni dissipative e multiframmentazione in funzione dell'isospin dei partecipanti alla collisione. Questa linea di ricerca potrà quindi essere estesa ai fasci radioattivi prodotti con le facility di seconda generazione.Pubblicazioni consigliate
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