I collegamenti (iper)testuali presenti in seno al Codice dei contratti pubblici, con riferimento alle disposizioni relative alla partecipazione a pubbliche gare di soggetti non lucrativi e agli appalti riservati (ed i rinvii in esse contenute), oggetto di esame nel presente lavoro - anche grazie al supporto offerto dalla giurisprudenza interna e comunitaria - consentono di rilevare un disegno sistematico comune a queste fattispecie. Nella ricostruzione di detto sistema si sono potute mettere in luce le problematiche sottese all’inserimento di considerazioni sociali nel quadro dei parametri di riferimento per gli appalti pubblici. In particolare è emersa l’intersezione tra due settori, e due indirizzi di politica comunitaria, profondamente diversi, sia per il profilo degli interessi pubblici primari sottesi, sia per il profilo degli strumenti giuridici utilizzati: da un lato, il settore degli appalti pubblici, fortemente orientato alla promozione della concorrenza, alla incentivazione della trasparenza e alla riduzione delle distorsioni, spesso patologiche, del mercato; dall’altro, il settore sociale, caratterizzato da una graduale estensione del suo ambito di operatività, in virtù del suo carattere trasversale. Al crocevia tra i due settori si colloca il tentativo del Codice – ma già prima della Commissione europea - di delineare principi, ragioni giustificative, aspetti procedimentali e limiti dell’inserimento di considerazioni sociali nelle procedure degli appalti pubblici, sul presupposto che le finalità sociali possano essere perseguite mediante un temperamento, almeno parziale, delle leggi di mercato. L’apporto offerto da alcuni testi normativi dell’Unione europea ha consentito di individuare una politica di promozione dei c.d. «acquisti sociali», in seno alla quale gli Stati membri sono sollecitati ad introdurre, nella procedura di gara, previsioni che attribuiscano rilevanza alle c.d. “clausole sociali” e nella cui cornice si colloca a pieno titolo la normativa del Codice.

Partecipazione a pubbliche gare ed appalti riservati

BERLINGO', Vittoria
2012-01-01

Abstract

I collegamenti (iper)testuali presenti in seno al Codice dei contratti pubblici, con riferimento alle disposizioni relative alla partecipazione a pubbliche gare di soggetti non lucrativi e agli appalti riservati (ed i rinvii in esse contenute), oggetto di esame nel presente lavoro - anche grazie al supporto offerto dalla giurisprudenza interna e comunitaria - consentono di rilevare un disegno sistematico comune a queste fattispecie. Nella ricostruzione di detto sistema si sono potute mettere in luce le problematiche sottese all’inserimento di considerazioni sociali nel quadro dei parametri di riferimento per gli appalti pubblici. In particolare è emersa l’intersezione tra due settori, e due indirizzi di politica comunitaria, profondamente diversi, sia per il profilo degli interessi pubblici primari sottesi, sia per il profilo degli strumenti giuridici utilizzati: da un lato, il settore degli appalti pubblici, fortemente orientato alla promozione della concorrenza, alla incentivazione della trasparenza e alla riduzione delle distorsioni, spesso patologiche, del mercato; dall’altro, il settore sociale, caratterizzato da una graduale estensione del suo ambito di operatività, in virtù del suo carattere trasversale. Al crocevia tra i due settori si colloca il tentativo del Codice – ma già prima della Commissione europea - di delineare principi, ragioni giustificative, aspetti procedimentali e limiti dell’inserimento di considerazioni sociali nelle procedure degli appalti pubblici, sul presupposto che le finalità sociali possano essere perseguite mediante un temperamento, almeno parziale, delle leggi di mercato. L’apporto offerto da alcuni testi normativi dell’Unione europea ha consentito di individuare una politica di promozione dei c.d. «acquisti sociali», in seno alla quale gli Stati membri sono sollecitati ad introdurre, nella procedura di gara, previsioni che attribuiscano rilevanza alle c.d. “clausole sociali” e nella cui cornice si colloca a pieno titolo la normativa del Codice.
2012
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