Il lavoro ha per oggetto l'approfondimento dell'ACE (Allowance for corporate equity) che, dopo un primo riferimento all’interno del disegno di legge delega relativo alla riforma fiscale, ha costituito oggetto del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, c.d. “Decreto Salva Italia”, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. La norma che se ne occupa dispone che, al fine di favorire il finanziamento delle imprese con mezzi propri, si introduce un aiuto alla crescita economica che consente di dedurre dal reddito imponibile la componente derivante dal rendimento nozionale di nuovo capitale proprio. L'intento sottostante all'introduzione del nuovo istituto è, dunque, quello di incentivare la crescita economica - stimolando gli investimenti interni ed esterni attraverso una premialità per i conferimenti ad incremento del capitale di rischio rispetto a quello di debito –con l’evidente volontà di favorire la capitalizzazione dell’impresa. Ci si interroga, pertanto, sulle ragioni che hanno spinto il Governo Monti ad inserire la norma nel decreto. A tal fine, la prima parte del lavoro è dedicata all'esame dei diversi fattori che ne hanno stimolato l’urgenza, in relazione ai risvolti fiscali delle scelte riguardanti le fonti di finanziamento dell’impresa. Si approfondiscono, poi, gli istituti più importanti e più recenti di matrice analoga e, anche nel confronto con questi ultimi, si dedica particolare attenzione alle disposizioni specifiche sull'Ace. Il lavoro si conclude con alcune osservazioni sulle potenzialità applicative del nuovo istituto

ACE (Allowance for corporate equity)EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA A SOSTEGNO DELLA CAPITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE E POTENZIALITÀ DEL NUOVO INCENTIVO

ACCORDINO, Patrizia
2012-01-01

Abstract

Il lavoro ha per oggetto l'approfondimento dell'ACE (Allowance for corporate equity) che, dopo un primo riferimento all’interno del disegno di legge delega relativo alla riforma fiscale, ha costituito oggetto del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, c.d. “Decreto Salva Italia”, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. La norma che se ne occupa dispone che, al fine di favorire il finanziamento delle imprese con mezzi propri, si introduce un aiuto alla crescita economica che consente di dedurre dal reddito imponibile la componente derivante dal rendimento nozionale di nuovo capitale proprio. L'intento sottostante all'introduzione del nuovo istituto è, dunque, quello di incentivare la crescita economica - stimolando gli investimenti interni ed esterni attraverso una premialità per i conferimenti ad incremento del capitale di rischio rispetto a quello di debito –con l’evidente volontà di favorire la capitalizzazione dell’impresa. Ci si interroga, pertanto, sulle ragioni che hanno spinto il Governo Monti ad inserire la norma nel decreto. A tal fine, la prima parte del lavoro è dedicata all'esame dei diversi fattori che ne hanno stimolato l’urgenza, in relazione ai risvolti fiscali delle scelte riguardanti le fonti di finanziamento dell’impresa. Si approfondiscono, poi, gli istituti più importanti e più recenti di matrice analoga e, anche nel confronto con questi ultimi, si dedica particolare attenzione alle disposizioni specifiche sull'Ace. Il lavoro si conclude con alcune osservazioni sulle potenzialità applicative del nuovo istituto
2012
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