‹‹In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.[...] In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre.[...] Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo››. Con queste parole l’evangelista Giovanni annuncia la nascita di Gesù. Già nei primi secoli dell’era cristiana, l’accostamento del sole a Cristo era abituale, come testimonia Tertulliano: ‹‹Altri [...] ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il sole che sorge e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia, a dire il vero per una ragione del tutto diversa dall’adorazione del sole››. Questo è il motivo per cui, ai fedeli romani, non sembrava assolutamente una decisione infondata, o per meglio dire un’eresia, celebrare la nascita di Cristo il 25 dicembre, anche perché, considerando la mentalità mitico-simbolica dell’epoca, la scelta di una data secondo una visione astro-logica, e non secondo i dati storici, era pressoché legittima. A partire dal IV secolo, i cristiani, ogni 25 dicembre, fanno memoria di quell’evento straordinario legato alla venuta di Gesù nel mondo a Betlemme di Giudea. Una data scelta in quanto, in quel giorno, il mondo romano festeggiava il ‹‹sole invitto›› che terminava il suo progressivo declinare all’orizzonte ricominciando a salire in alto nel cielo, aumentando la durata della luce offerta alla terra. Col passare del tempo, l’ambientazione scenografica della sacra famiglia raccolta attorno alla mangiatoia diventa "imago mundi" di classi e gruppi sociali che considerano il presepe elemento centrale di una ricorrenza calendariale. Un evento che attraverso l’arte trasmette una precisa concezione del tempo e dello spazio, una dettagliata idea cosmogonica in rapporto alla struttura sociale.

Il mistero dell'Incarnazione e il presepe monumentale della «Santa Casa» di San Domenico in Soriano

BATTAGLIA, MARTINO MICHELE
2010-01-01

Abstract

‹‹In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.[...] In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre.[...] Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo››. Con queste parole l’evangelista Giovanni annuncia la nascita di Gesù. Già nei primi secoli dell’era cristiana, l’accostamento del sole a Cristo era abituale, come testimonia Tertulliano: ‹‹Altri [...] ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il sole che sorge e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia, a dire il vero per una ragione del tutto diversa dall’adorazione del sole››. Questo è il motivo per cui, ai fedeli romani, non sembrava assolutamente una decisione infondata, o per meglio dire un’eresia, celebrare la nascita di Cristo il 25 dicembre, anche perché, considerando la mentalità mitico-simbolica dell’epoca, la scelta di una data secondo una visione astro-logica, e non secondo i dati storici, era pressoché legittima. A partire dal IV secolo, i cristiani, ogni 25 dicembre, fanno memoria di quell’evento straordinario legato alla venuta di Gesù nel mondo a Betlemme di Giudea. Una data scelta in quanto, in quel giorno, il mondo romano festeggiava il ‹‹sole invitto›› che terminava il suo progressivo declinare all’orizzonte ricominciando a salire in alto nel cielo, aumentando la durata della luce offerta alla terra. Col passare del tempo, l’ambientazione scenografica della sacra famiglia raccolta attorno alla mangiatoia diventa "imago mundi" di classi e gruppi sociali che considerano il presepe elemento centrale di una ricorrenza calendariale. Un evento che attraverso l’arte trasmette una precisa concezione del tempo e dello spazio, una dettagliata idea cosmogonica in rapporto alla struttura sociale.
2010
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2431660
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact