L’esigenza di prevenire e contrastare le attività criminose economiche, salvaguardando il mercato dalle connesse conseguenze negative, ha giustificato l'intervento legislativo volto a rideterminare le modalità di utilizzo dei tradizionali mezzi di pagamento, limitandone espressamente il loro ricorso. La circolazione della ricchezza con strumenti anonimi e difficilmente tracciabili rappresenta, infatti, per le moderne economie, un pericolo piuttosto che un vantaggio, potendo essere sfruttata a fini illeciti. A tal fine la più recente normativa antiriciclaggio, influenzata profondamente dai principi indicati dal legislatore comunitario, ha adottato delle soluzioni che, se per un verso appaiono pienamente giustificate dal carattere generale degli interessi coinvolti, per altro, al contrario, presentano aspetti critici per il singolo operatore, costretto ad orientare il suo comportamento entro i rigidi limiti imposti. La principale novità di tale sistema è data da una nuova configurazione dell'obbligazione pecuniaria, la quale, in una serie di ipotesi sempre più numerose, non si risolve più nel rapporto diretto tra debitore e creditore ma, al contrario, presenta l’intervento di uno o più soggetti specializzati che, intermediando tra le parti originarie, provvedono materialmente al trasferimento della ricchezza. In tal modo, l'adempimento dell'obbligazione pecuniaria si proceduralizza, essendo necessario, in luogo della traditio pecuniae, l'utilizzo di una serie di strumenti che, sebbene con forme e modalità differenti, trovano attuazione attraverso il susseguirsi di una serie di atti compiuti da diversi soggetti quali il debitore, il creditore ed i rispettivi intermediari. Tali nuove modalità di adempimento sono ritenute pienamente idonee a far circolare efficientemente la ricchezza, in maniera sicura e veloce, e stanno progressivamente ridimensionando l’utilizzo del denaro contante, in un sistema volto, ormai, alla creazione di un mercato unico degli strumenti di pagamento. Si è dedotto, pertanto, come la questione in ordine al rapporto tra moneta legale e strumenti diversi di pagamento si possa risolvere non più in termini di alternatività ma di effettiva equivalenza se non, addirittura, di preferenza per i secondi rispetto ai primi. Tale circostanza potrebbe giustificare un più deciso intervento legislativo che individui un nuovo assetto sistematico di principi e regole che possano compiutamente disciplinare istituti e fattispecie in maniera adeguata alla nuova realtà economico-giuridica.

Gli effetti della normativa antiriciclaggio sui tradizionali mezzi di pagamento

CARATOZZOLO, Roberto
2012-01-01

Abstract

L’esigenza di prevenire e contrastare le attività criminose economiche, salvaguardando il mercato dalle connesse conseguenze negative, ha giustificato l'intervento legislativo volto a rideterminare le modalità di utilizzo dei tradizionali mezzi di pagamento, limitandone espressamente il loro ricorso. La circolazione della ricchezza con strumenti anonimi e difficilmente tracciabili rappresenta, infatti, per le moderne economie, un pericolo piuttosto che un vantaggio, potendo essere sfruttata a fini illeciti. A tal fine la più recente normativa antiriciclaggio, influenzata profondamente dai principi indicati dal legislatore comunitario, ha adottato delle soluzioni che, se per un verso appaiono pienamente giustificate dal carattere generale degli interessi coinvolti, per altro, al contrario, presentano aspetti critici per il singolo operatore, costretto ad orientare il suo comportamento entro i rigidi limiti imposti. La principale novità di tale sistema è data da una nuova configurazione dell'obbligazione pecuniaria, la quale, in una serie di ipotesi sempre più numerose, non si risolve più nel rapporto diretto tra debitore e creditore ma, al contrario, presenta l’intervento di uno o più soggetti specializzati che, intermediando tra le parti originarie, provvedono materialmente al trasferimento della ricchezza. In tal modo, l'adempimento dell'obbligazione pecuniaria si proceduralizza, essendo necessario, in luogo della traditio pecuniae, l'utilizzo di una serie di strumenti che, sebbene con forme e modalità differenti, trovano attuazione attraverso il susseguirsi di una serie di atti compiuti da diversi soggetti quali il debitore, il creditore ed i rispettivi intermediari. Tali nuove modalità di adempimento sono ritenute pienamente idonee a far circolare efficientemente la ricchezza, in maniera sicura e veloce, e stanno progressivamente ridimensionando l’utilizzo del denaro contante, in un sistema volto, ormai, alla creazione di un mercato unico degli strumenti di pagamento. Si è dedotto, pertanto, come la questione in ordine al rapporto tra moneta legale e strumenti diversi di pagamento si possa risolvere non più in termini di alternatività ma di effettiva equivalenza se non, addirittura, di preferenza per i secondi rispetto ai primi. Tale circostanza potrebbe giustificare un più deciso intervento legislativo che individui un nuovo assetto sistematico di principi e regole che possano compiutamente disciplinare istituti e fattispecie in maniera adeguata alla nuova realtà economico-giuridica.
2012
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2434821
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact