Un manoscritto databile entro il primo quarto dell’Ottocento riporta una lunga poesia satirica . Una chiosa in calce, tracciata da mano diversa nella seconda metà del secolo XIX, recita: «in Modica durante la rivoluzione del 12 si erano formati i partiti accaniti detti l’uno cronico l’altro anticronico cronici erano i conservatori anticronici quelli del partito di Napoleone . E questa poesia fu scritta contro i cronici forse da Pietro Polara. Vedi Paolo Balsamo: Memorie secrete sulla storia moderna del Regno di Sicilia Cap: VI - Opere Gio: Meli: editore Dimarzo 1837 p. 182-183». La poesia cita tutti i notabili palermitani del periodo. Titolo a parte, i termini usati per descrivere sintomi e cura dei malanni fanno pensare che l’autore sia un medico. Il poeta immagina che nel classico giro per le corsie d’un fantomatico ospedale palermitano, si passino in rivista i casi clinici più eclatanti. I pazienti più illustri, che si trovano nelle condizioni più gravi, sono i “Cronici”. Il testo completo del componimento venne pubblicato per la prima volta nel 1914 dal Pitrè, il quale raccontava di possederne almeno una dozzina di copie manoscritte, dando così l’idea di quanto fosse circolato . Nella sua dissertazione sulla poesia satirica generata dal contrasto tra i partigiani della Costituzione del 1812 ed i realisti, Pitrè ha quale oggetto di studio l’attribuzione di libelli ed epigrammi, che venivano diffusi su fogli anonimi, e talora erano il prodotto di più autori, che avevano come comune intento proprio il non essere identificati. Tra i poeti viventi negli anni tra il 1813 ed il ‘14, vi era il vecchio Maestro Giovanni Meli: «A costui più di un contemporaneo attribuì Lu Spitali, forse tenendo conto dei principî realisti di lui, legato strettamente alla casa regnante, e del valore incontestabile della sua Musa. Se non che nell’anno di questa maligna attività poetica contro i Cronici egli era tutto occupato nella edizione definitiva delle opere sue, per la quale aveva impiantata una tipografia nella propria abitazione, di fronte alla chiesa di S. Croce; senza dire che era amico di parecchi Cronici e, nella sua lealtà, non li avrebbe esposti al ridicolo» . Riguardo a Giovanni Meli, al quale, in quanto poeta satirico e medico, era plausibile una attribuzione dell’epigramma, sebbene con molte riserve , occorre precisare che nella raccolta di opere del poeta curata da Bernardo Serio, ove peraltro il lemma spitali compare in diversi contesti , la poesia non è ricompresa . Al di là degli strali lanciati dalle pagine della Cronica di Sicilia e da quelle dei fogli di avversa fazione, la diatriba accesa fra costituzionali e realisti era viva anche nei libelli, oltre che nelle discussioni parlamentari. La Cronica cessò presto di esistere; gli Anticronici infierirono sugli avversari caduti in disgrazia con innumerevoli libelli, tanto che le poesie di parte “cronica” sopravvissute sono poche a fronte della messe di componimenti poetici di anticronici, la cui produzione consta di un insieme di satire e di un altro di sonetti, prevalentemente scritti in siciliano. Le vittime messe alla berlina sono principalmente i costituzionalisti del 1812: Paolo Balsamo, ed i principi di Belmonte e Castelnuovo in particolare.

ISTITUZIONI E SATIRA IN UN MANOSCRITTO DI PRIMO OTTOCENTO CUSTODITO A MESSINA

ALIBRANDI, Rosamaria
2013-01-01

Abstract

Un manoscritto databile entro il primo quarto dell’Ottocento riporta una lunga poesia satirica . Una chiosa in calce, tracciata da mano diversa nella seconda metà del secolo XIX, recita: «in Modica durante la rivoluzione del 12 si erano formati i partiti accaniti detti l’uno cronico l’altro anticronico cronici erano i conservatori anticronici quelli del partito di Napoleone . E questa poesia fu scritta contro i cronici forse da Pietro Polara. Vedi Paolo Balsamo: Memorie secrete sulla storia moderna del Regno di Sicilia Cap: VI - Opere Gio: Meli: editore Dimarzo 1837 p. 182-183». La poesia cita tutti i notabili palermitani del periodo. Titolo a parte, i termini usati per descrivere sintomi e cura dei malanni fanno pensare che l’autore sia un medico. Il poeta immagina che nel classico giro per le corsie d’un fantomatico ospedale palermitano, si passino in rivista i casi clinici più eclatanti. I pazienti più illustri, che si trovano nelle condizioni più gravi, sono i “Cronici”. Il testo completo del componimento venne pubblicato per la prima volta nel 1914 dal Pitrè, il quale raccontava di possederne almeno una dozzina di copie manoscritte, dando così l’idea di quanto fosse circolato . Nella sua dissertazione sulla poesia satirica generata dal contrasto tra i partigiani della Costituzione del 1812 ed i realisti, Pitrè ha quale oggetto di studio l’attribuzione di libelli ed epigrammi, che venivano diffusi su fogli anonimi, e talora erano il prodotto di più autori, che avevano come comune intento proprio il non essere identificati. Tra i poeti viventi negli anni tra il 1813 ed il ‘14, vi era il vecchio Maestro Giovanni Meli: «A costui più di un contemporaneo attribuì Lu Spitali, forse tenendo conto dei principî realisti di lui, legato strettamente alla casa regnante, e del valore incontestabile della sua Musa. Se non che nell’anno di questa maligna attività poetica contro i Cronici egli era tutto occupato nella edizione definitiva delle opere sue, per la quale aveva impiantata una tipografia nella propria abitazione, di fronte alla chiesa di S. Croce; senza dire che era amico di parecchi Cronici e, nella sua lealtà, non li avrebbe esposti al ridicolo» . Riguardo a Giovanni Meli, al quale, in quanto poeta satirico e medico, era plausibile una attribuzione dell’epigramma, sebbene con molte riserve , occorre precisare che nella raccolta di opere del poeta curata da Bernardo Serio, ove peraltro il lemma spitali compare in diversi contesti , la poesia non è ricompresa . Al di là degli strali lanciati dalle pagine della Cronica di Sicilia e da quelle dei fogli di avversa fazione, la diatriba accesa fra costituzionali e realisti era viva anche nei libelli, oltre che nelle discussioni parlamentari. La Cronica cessò presto di esistere; gli Anticronici infierirono sugli avversari caduti in disgrazia con innumerevoli libelli, tanto che le poesie di parte “cronica” sopravvissute sono poche a fronte della messe di componimenti poetici di anticronici, la cui produzione consta di un insieme di satire e di un altro di sonetti, prevalentemente scritti in siciliano. Le vittime messe alla berlina sono principalmente i costituzionalisti del 1812: Paolo Balsamo, ed i principi di Belmonte e Castelnuovo in particolare.
2013
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