Gli studi dedicati al fenomeno del grillismo si stanno moltiplicando, specie negli ultimi mesi. Si ha la sensazione che le riflessioni siano già approdate ad un secondo momento interpretativo. Dopo una prima esaltazione delle presunte innovazioni introdotte dal MoVimento, sono in via di definizione analisi più approfondite e meno condizionate da quell’apparente nuovismo connesso soprattutto al massiccio utilizzo della rete da parte del M5S. Obiettivo del saggio è quello di offrire un contributo proprio a quest’ultimo filone di ricerche e riflessioni. In particolare, provando a modellizzare le pratiche socio-comunicative del M5S e del suo leader, concentrandoci soprattutto sulla dicotomia media digitali vs media tradizionali, divenuta una delle essenze dell’agire politico grillino. Una dicotomia già da anni spostata, nei principi del MoVimento, sul piano del conflitto e sostanziata attraverso continui attacchi nei confronti del mondo dell’informazione e del sistema mediale, all’interno del quale la televisione – meglio, le sue forme ed i suoi modelli di comunicazione politica – è ormai divenuta per Grillo ed i suoi seguaci il bersaglio preferito. Il nostro ragionamento prende le mosse dall’accostamento ad un lavoro che specie nei decenni passati ha rappresentato un punto di riferimento nello studio degli effetti dei media. Si tratta delle ricerche che portarono all’elaborazione del flusso di comunicazione a due stadi. Nonostante risalgano ad oltre settant’anni fa – e recentemente non siano sempre state utilizzate con frequenza come strumento di indagine – i risultati di tali ricerche sembrano richiamare molto da vicino, attraverso l’individuazione dei leader d’opinione e del loro ruolo di filtrazione, le dinamiche del grillismo.
Il grillismo anti tv e la riscoperta del two-step flow
CENTORRINO, Marco
2013-01-01
Abstract
Gli studi dedicati al fenomeno del grillismo si stanno moltiplicando, specie negli ultimi mesi. Si ha la sensazione che le riflessioni siano già approdate ad un secondo momento interpretativo. Dopo una prima esaltazione delle presunte innovazioni introdotte dal MoVimento, sono in via di definizione analisi più approfondite e meno condizionate da quell’apparente nuovismo connesso soprattutto al massiccio utilizzo della rete da parte del M5S. Obiettivo del saggio è quello di offrire un contributo proprio a quest’ultimo filone di ricerche e riflessioni. In particolare, provando a modellizzare le pratiche socio-comunicative del M5S e del suo leader, concentrandoci soprattutto sulla dicotomia media digitali vs media tradizionali, divenuta una delle essenze dell’agire politico grillino. Una dicotomia già da anni spostata, nei principi del MoVimento, sul piano del conflitto e sostanziata attraverso continui attacchi nei confronti del mondo dell’informazione e del sistema mediale, all’interno del quale la televisione – meglio, le sue forme ed i suoi modelli di comunicazione politica – è ormai divenuta per Grillo ed i suoi seguaci il bersaglio preferito. Il nostro ragionamento prende le mosse dall’accostamento ad un lavoro che specie nei decenni passati ha rappresentato un punto di riferimento nello studio degli effetti dei media. Si tratta delle ricerche che portarono all’elaborazione del flusso di comunicazione a due stadi. Nonostante risalgano ad oltre settant’anni fa – e recentemente non siano sempre state utilizzate con frequenza come strumento di indagine – i risultati di tali ricerche sembrano richiamare molto da vicino, attraverso l’individuazione dei leader d’opinione e del loro ruolo di filtrazione, le dinamiche del grillismo.Pubblicazioni consigliate
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