Il recente mutamento culturale, prima che giuridico, su ambiti e forme dello jus corrigendi impone una riflessione sui limiti di liceità di metodi educativi che un tempo sarebbero stati ritenuti socialmente adeguati, senza il timore – reale o paventato – di danni morali a carico dei minori. La vicenda giudiziaria oggetto del commento risulta, sotto questo aspetto, addirittura emblematica: ogni valutazione giuridica del fatto si presta eloquentemente ad una controvalutazione antitetica altrettanto plausibile, a conferma dell’estrema delicatezza della materia trattata. Può l’uso “improprio” – a fini punitivi – di uno strumento didattico considerarsi lecito? E, in special modo, può dirsi lecita la ripetizione ossessiva di un’espressione dalla valenza semantica ormai, per traslato, ingiuriosa?
L’educazione del “bullo” tra uso e abuso dei mezzi di correzione.
RISICATO, Lucia
2011-01-01
Abstract
Il recente mutamento culturale, prima che giuridico, su ambiti e forme dello jus corrigendi impone una riflessione sui limiti di liceità di metodi educativi che un tempo sarebbero stati ritenuti socialmente adeguati, senza il timore – reale o paventato – di danni morali a carico dei minori. La vicenda giudiziaria oggetto del commento risulta, sotto questo aspetto, addirittura emblematica: ogni valutazione giuridica del fatto si presta eloquentemente ad una controvalutazione antitetica altrettanto plausibile, a conferma dell’estrema delicatezza della materia trattata. Può l’uso “improprio” – a fini punitivi – di uno strumento didattico considerarsi lecito? E, in special modo, può dirsi lecita la ripetizione ossessiva di un’espressione dalla valenza semantica ormai, per traslato, ingiuriosa?Pubblicazioni consigliate
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