Le precedenti Linee Guida per la terapia conservativa dell’insufficienza renale cronica (IRC) pubblicate dalla SIN concludevano che un adeguato introito dietetico di proteine e, conseguentemente, di fosfati, ha un ruolo importante nella terapia dell’IRC. Le recenti linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), tradotte da quelle del National Institute of Clinical Excellence (NICE), affermano che è possibile un rallentamento della progressione dell’IRC con una dieta a basso contenuto proteico ma che la compliance rappresenta un importante problema. Le reiterate metanalisi del gruppo renale Cochrane coordinate da Fouque dimostrano una riduzione relativa del rischio di morte renale pari al 31% ascrivibile alla dieta ipoproteica. Queste sono le evidenze attualmente disponibili ma lo scopo del presente lavoro è quello di colmare alcune zone grigie e fornire suggerimenti per la pratica clinica quotidiana. In particolare ci si è soffermati sul ruolo fondamentale che il trattamento dietoterapeutico assume non solo nel controllare l’introito di proteine ma anche, e forse soprattutto, di fosforo, radicali acidi e calorie. L’energia rappresenta uno dei problemi più difficili da affrontare in quanto spesso ci troviamo di fronte a pazienti anziani e defedati dove il problema è non solo la bassa introduzione proteica, spesso spontanea, ma anche la bassa introduzione di calorie. I presenti suggerimenti valgono come aiuto e sostegno all’uso razionale di un trattamento che gli autori chiamano terapia dietetico nutrizionale e non solo e non più dieta ipoproteica.

Terapia nutrizionale nell'IRC in fase conservativa: suggerimenti di pratica clinica e di applicazione delle linee guida

SANTORO, Domenico
2013-01-01

Abstract

Le precedenti Linee Guida per la terapia conservativa dell’insufficienza renale cronica (IRC) pubblicate dalla SIN concludevano che un adeguato introito dietetico di proteine e, conseguentemente, di fosfati, ha un ruolo importante nella terapia dell’IRC. Le recenti linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), tradotte da quelle del National Institute of Clinical Excellence (NICE), affermano che è possibile un rallentamento della progressione dell’IRC con una dieta a basso contenuto proteico ma che la compliance rappresenta un importante problema. Le reiterate metanalisi del gruppo renale Cochrane coordinate da Fouque dimostrano una riduzione relativa del rischio di morte renale pari al 31% ascrivibile alla dieta ipoproteica. Queste sono le evidenze attualmente disponibili ma lo scopo del presente lavoro è quello di colmare alcune zone grigie e fornire suggerimenti per la pratica clinica quotidiana. In particolare ci si è soffermati sul ruolo fondamentale che il trattamento dietoterapeutico assume non solo nel controllare l’introito di proteine ma anche, e forse soprattutto, di fosforo, radicali acidi e calorie. L’energia rappresenta uno dei problemi più difficili da affrontare in quanto spesso ci troviamo di fronte a pazienti anziani e defedati dove il problema è non solo la bassa introduzione proteica, spesso spontanea, ma anche la bassa introduzione di calorie. I presenti suggerimenti valgono come aiuto e sostegno all’uso razionale di un trattamento che gli autori chiamano terapia dietetico nutrizionale e non solo e non più dieta ipoproteica.
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2604376
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