Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è aumentato parecchio e la nostra nazione sta assumendo le caratteristiche di un Paese multietnico, con i problemi tipici dei migranti e delle minoranze. Le abitudini alimentari rappresentano sicuramente un potente indicatore della qualità dell’inserimento sociale degli immigrati e del livello di apertura/chiusura delle relazioni interetniche. Obiettivo dell’indagine è stato quello di valutare la complessa tematica dell’alimentazione all’interno del fenomeno migratorio E’ stato somministrato un questionario anonimo sulle abitudini alimentari del paese di origine e su quelle, eventualmente, acquisite in Italia, a soggetti immigrati che, nel periodo marzo-maggio 2013, si trovavano nella città di Messina. I dati raccolti sono stati elaborati con il Software Statistical Package for Social Science (SPSS) versione 17.0. L’indagine è stata condotta su un campione di 121 soggetti immigrati di cui 52 uomini (43%) e 69 donne (57%), provenienti per lo più dall’Asia Orientale (49 %) e dai paesi dell’Est Europa (37%), di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il 46% degli intervistati è in possesso di diploma di scuola secondaria, il 10% di laurea. La maggior parte ha trovato in Sicilia impiego come badante/colf/babysitter (41%) e risiede nella nostra regione da oltre 5 anni (72%). Tra gli aspetti più rilevanti: il 48% degli uomini ed il 60 % delle donne afferma di aver mutato le proprie abitudini alimentari venendo in Italia, anche se le donne sono più restie ai cambiamenti: solo il 4%, contro il 14% degli uomini, dichiara di aver totalmente modificato le proprie abitudini. Viene evidenziato un forzato adattamento alle abitudini alimentari locali (74% donne e 64% uomini) dovuto al fatto di vivere in casa con i datori di lavoro (68% uomini, 59% donne). Tornano alle proprie abitudini, soprattutto nei giorni festivi e la domenica, il 66% sia degli uomini che delle donne. Interessante riflettere sul “desiderio” del 97% degli intervistati (92% uomini ed il 100% delle donne) di far conoscere le proprie preparazioni alimentari agli italiani; notevole il fatto che il 54% degli uomini ed il 38% delle donne lo abbia già fatto, testimoniando la volontà di una ulteriore prova di integrazione nel contesto ospitante. La colazione è il pasto più simile a quello italiano (nel 90% degli intervistati), mentre generalmente pranzo e cena sono un misto di alimenti italiani e xenici. Per quanto riguarda le bevande consumate durante i pasti, quelle maggiormente segnalate sono state le bibite gassate (31% dei casi); da evidenziare che al di fuori dei pasti ben 29 soggetti (il 17% degli uomini ed l’8% delle donne) consuma superalcolici. L’alimentazione è una consuetudine fortemente associata alla cultura ed alla tradizione popolare: i piatti tipici e le memorie alimentari rispecchiano il vissuto di un popolo. Risulta molto difficile sradicare le proprie origini, che riaffiorano ad ogni occasione. Per molti immigrati che arrivano in Italia consumare i nostri prodotti si traduce in un vero e proprio shock alimentare. Dopo qualche anno di permanenza, però, perdono le loro abitudini, come il piatto unico a base di cereali e legumi o il consumo di pesce e, da come risulta della nostra indagine, aumenta il consumo di carne e carboidrati (pasta e pizza). Ecco spiegato l’incremento delle malattie tipiche del benessere occidentale, come obesità, diabete e patologie cardiovascolari e neuro-degenerative.
Gli Immigrati si adattano alle abitudini alimentari italiane?
LAGANA', Pasqualina;SANTORO, GIUSY;PARISI, SALVATORE;AVVENTUROSO, EMANUELA;DELIA, Santi Antonino
2013-01-01
Abstract
Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è aumentato parecchio e la nostra nazione sta assumendo le caratteristiche di un Paese multietnico, con i problemi tipici dei migranti e delle minoranze. Le abitudini alimentari rappresentano sicuramente un potente indicatore della qualità dell’inserimento sociale degli immigrati e del livello di apertura/chiusura delle relazioni interetniche. Obiettivo dell’indagine è stato quello di valutare la complessa tematica dell’alimentazione all’interno del fenomeno migratorio E’ stato somministrato un questionario anonimo sulle abitudini alimentari del paese di origine e su quelle, eventualmente, acquisite in Italia, a soggetti immigrati che, nel periodo marzo-maggio 2013, si trovavano nella città di Messina. I dati raccolti sono stati elaborati con il Software Statistical Package for Social Science (SPSS) versione 17.0. L’indagine è stata condotta su un campione di 121 soggetti immigrati di cui 52 uomini (43%) e 69 donne (57%), provenienti per lo più dall’Asia Orientale (49 %) e dai paesi dell’Est Europa (37%), di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il 46% degli intervistati è in possesso di diploma di scuola secondaria, il 10% di laurea. La maggior parte ha trovato in Sicilia impiego come badante/colf/babysitter (41%) e risiede nella nostra regione da oltre 5 anni (72%). Tra gli aspetti più rilevanti: il 48% degli uomini ed il 60 % delle donne afferma di aver mutato le proprie abitudini alimentari venendo in Italia, anche se le donne sono più restie ai cambiamenti: solo il 4%, contro il 14% degli uomini, dichiara di aver totalmente modificato le proprie abitudini. Viene evidenziato un forzato adattamento alle abitudini alimentari locali (74% donne e 64% uomini) dovuto al fatto di vivere in casa con i datori di lavoro (68% uomini, 59% donne). Tornano alle proprie abitudini, soprattutto nei giorni festivi e la domenica, il 66% sia degli uomini che delle donne. Interessante riflettere sul “desiderio” del 97% degli intervistati (92% uomini ed il 100% delle donne) di far conoscere le proprie preparazioni alimentari agli italiani; notevole il fatto che il 54% degli uomini ed il 38% delle donne lo abbia già fatto, testimoniando la volontà di una ulteriore prova di integrazione nel contesto ospitante. La colazione è il pasto più simile a quello italiano (nel 90% degli intervistati), mentre generalmente pranzo e cena sono un misto di alimenti italiani e xenici. Per quanto riguarda le bevande consumate durante i pasti, quelle maggiormente segnalate sono state le bibite gassate (31% dei casi); da evidenziare che al di fuori dei pasti ben 29 soggetti (il 17% degli uomini ed l’8% delle donne) consuma superalcolici. L’alimentazione è una consuetudine fortemente associata alla cultura ed alla tradizione popolare: i piatti tipici e le memorie alimentari rispecchiano il vissuto di un popolo. Risulta molto difficile sradicare le proprie origini, che riaffiorano ad ogni occasione. Per molti immigrati che arrivano in Italia consumare i nostri prodotti si traduce in un vero e proprio shock alimentare. Dopo qualche anno di permanenza, però, perdono le loro abitudini, come il piatto unico a base di cereali e legumi o il consumo di pesce e, da come risulta della nostra indagine, aumenta il consumo di carne e carboidrati (pasta e pizza). Ecco spiegato l’incremento delle malattie tipiche del benessere occidentale, come obesità, diabete e patologie cardiovascolari e neuro-degenerative.Pubblicazioni consigliate
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