La protesta dei “Forconi” ha aperto un nuovo capitolo della storia del conflitto sociale in Italia. Autotrasportatori, commercianti, agricoltori, artigiani, piccoli imprenditori, studenti, disoccupati, ma anche ultras di squadre di calcio. Certamente non è un nuovo “Autunno caldo”. Infatti, allora, nel settembre 1969, nel pieno di una delle ricorrenti crisi politiche del nostro paese, allorquando Fiat e Pirelli avevano appena fatto scattare la sospensione di migliaia di operai dei loro stabilimenti contro l'ondata di scioperi per il rinnovo dei contratti dei chimici e dei metalmeccanici, si sviluppò spontaneo un forte conflitto sociale. Erano le prime fasi di una mobilitazione che avrebbe coinvolto cinque milioni di lavoratori che rivendicavano più salari, più dignità e più diritti e che trovavano per la prima volta al loro fianco studenti, impiegati, e ampi settori dei ceti borghesi e intellettuali. C’è da augurarsi che il semestre di guida dell’Europa, rappresenti l’occasione per l’Italia, di mettere al centro delle strategia dell’Ue l’obiettivo della crescita e del lavoro, rilanciando un vero riformismo sociale

Un forcone si aggira per l'Europa

BALLISTRERI, Gandolfo Maurizio
2014-01-01

Abstract

La protesta dei “Forconi” ha aperto un nuovo capitolo della storia del conflitto sociale in Italia. Autotrasportatori, commercianti, agricoltori, artigiani, piccoli imprenditori, studenti, disoccupati, ma anche ultras di squadre di calcio. Certamente non è un nuovo “Autunno caldo”. Infatti, allora, nel settembre 1969, nel pieno di una delle ricorrenti crisi politiche del nostro paese, allorquando Fiat e Pirelli avevano appena fatto scattare la sospensione di migliaia di operai dei loro stabilimenti contro l'ondata di scioperi per il rinnovo dei contratti dei chimici e dei metalmeccanici, si sviluppò spontaneo un forte conflitto sociale. Erano le prime fasi di una mobilitazione che avrebbe coinvolto cinque milioni di lavoratori che rivendicavano più salari, più dignità e più diritti e che trovavano per la prima volta al loro fianco studenti, impiegati, e ampi settori dei ceti borghesi e intellettuali. C’è da augurarsi che il semestre di guida dell’Europa, rappresenti l’occasione per l’Italia, di mettere al centro delle strategia dell’Ue l’obiettivo della crescita e del lavoro, rilanciando un vero riformismo sociale
2014
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