Il presente contributo analizza, con peculiare riguardo all'ambito giuslavoristico, l'emergente tensione fra le pretese dei lavoratori che considerano violata la loro libertà di autodeterminazione e quelle delle organizzazioni confessionali che vedono lesa la loro autonomia in conseguenza dell'intervento statale. Vengono esaminate, in prospettiva comparatistica, recenti pronunzie della Corte Suprema USA e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. La Corte Suprema si orienta verso un maggiore riconoscimento della libertà religiosa nella sua dimensione collettiva, alla luce di una più lunga tradizione normativa e giurisprudenziale con riguardo alla ricerca di un equilibrio fra autonomia delle Chiese e diritto antidiscriminatorio. La Corte Europea, alla luce dell'ampia varietà di modelli di relazioni fra Stato e Confessioni, tende ad enfatizzare il ruolo dello Stato quale neutrale ed imparziale custode del pluralismo religioso, chiamato a calibrare le posizioni dei singoli e dei gruppi, in vista di una democratica attuazione del principio di libertà religiosa. Tale indirizzo rivela l'esigenza, per gli Stati meno attrezzati normativamente, di aggiornare e/o sfruttare tutte le potenzialità del proprio strumentario giuridico al fine di ottemperare ai parametri europei, per prevenire ingiustificate restrizioni del diritto individuale o collettivo all'autodeterminazione in materia religiosa.

Il principio di autonomia confessionale: baluardo di una effettiva libertà di autodeterminazione? Una analisi comparativa delle pronunzie della Corte Suprema USA e della Corte di Strasburgo

MADERA, Adelaide
2014-01-01

Abstract

Il presente contributo analizza, con peculiare riguardo all'ambito giuslavoristico, l'emergente tensione fra le pretese dei lavoratori che considerano violata la loro libertà di autodeterminazione e quelle delle organizzazioni confessionali che vedono lesa la loro autonomia in conseguenza dell'intervento statale. Vengono esaminate, in prospettiva comparatistica, recenti pronunzie della Corte Suprema USA e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. La Corte Suprema si orienta verso un maggiore riconoscimento della libertà religiosa nella sua dimensione collettiva, alla luce di una più lunga tradizione normativa e giurisprudenziale con riguardo alla ricerca di un equilibrio fra autonomia delle Chiese e diritto antidiscriminatorio. La Corte Europea, alla luce dell'ampia varietà di modelli di relazioni fra Stato e Confessioni, tende ad enfatizzare il ruolo dello Stato quale neutrale ed imparziale custode del pluralismo religioso, chiamato a calibrare le posizioni dei singoli e dei gruppi, in vista di una democratica attuazione del principio di libertà religiosa. Tale indirizzo rivela l'esigenza, per gli Stati meno attrezzati normativamente, di aggiornare e/o sfruttare tutte le potenzialità del proprio strumentario giuridico al fine di ottemperare ai parametri europei, per prevenire ingiustificate restrizioni del diritto individuale o collettivo all'autodeterminazione in materia religiosa.
2014
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