«AGON», n. 1 ( giugno 2014) 7 René Corona UNA SCRIT TURA DEL DISINCANTO ( Di alcune r apsodi e per l eggere il disincanto ) ABSTRACT. Ogni volta che nasce una crisi (etica, economica, sociale o politica) gli artisti, e più particolarmente i poeti e gli scrittori, intuiscono e traducono in s crittura i prodromi, i sintomi e i danni che questa crisi produce nella società. In ogni paese gli scrittori, generalmente sensibili ai marasmi sociali e alle loro nefaste conseguenze sulla condizione umana, sanno con lucidità descriv ere la realtà. Nel cor so del Novecento, in Francia, abbiamo una serie incredibile di scrittori di talento , che , per diversi motivi, dopo essere stati sulla cresta dell’onda, sono stranamente scomparsi dalle scene, relegati in qualche biblioteca, assenti dalle librerie, a parte qualche momentanea rinascita. Essi hanno in comune il disincanto, la scrittura del disincanto, che passa innanzitutto attraverso la derisione, l’ironia, l’auto - derisione, per debordare poi inesorabilmente in una sorta di sconforto morale, di rassegnazione pessimistica, per cui non c’è nulla da fare, l’uomo è inevitabilmente perso nella sua meschinità. Abbiamo quindi presentato due autori: Roger Rabiniaux e Alphonse Boudard, uno sotto - prefetto di professione, l’altro ex galeotto, ma ambedue originali, grandi scrittori e profondi conoscitori dell’animo umano. La loro scrittura, che parte dall’autobiografia, mette in scena, con un linguaggio spesso familiare, a volte elegante, comunque ricco di creazioni verbali, un mondo in bianco e nero irresistibilmente comi co nella sua drammaticità. Pronipoti di Rabelais e di Céline, Boudard è ancora presente in libreria mentre Rabiniaux è quasi del tutto scomparso ma sopravvive sulla Rete grazie a vol e nterosi librai. La nostra speranza è che qualche editore italiano, prima o poi, si accorga e/o si ricordi di loro.

Una scrittura del disincanto (di alcune rapsodie per leggere il disincanto)

CORONA, Renato
2014-01-01

Abstract

«AGON», n. 1 ( giugno 2014) 7 René Corona UNA SCRIT TURA DEL DISINCANTO ( Di alcune r apsodi e per l eggere il disincanto ) ABSTRACT. Ogni volta che nasce una crisi (etica, economica, sociale o politica) gli artisti, e più particolarmente i poeti e gli scrittori, intuiscono e traducono in s crittura i prodromi, i sintomi e i danni che questa crisi produce nella società. In ogni paese gli scrittori, generalmente sensibili ai marasmi sociali e alle loro nefaste conseguenze sulla condizione umana, sanno con lucidità descriv ere la realtà. Nel cor so del Novecento, in Francia, abbiamo una serie incredibile di scrittori di talento , che , per diversi motivi, dopo essere stati sulla cresta dell’onda, sono stranamente scomparsi dalle scene, relegati in qualche biblioteca, assenti dalle librerie, a parte qualche momentanea rinascita. Essi hanno in comune il disincanto, la scrittura del disincanto, che passa innanzitutto attraverso la derisione, l’ironia, l’auto - derisione, per debordare poi inesorabilmente in una sorta di sconforto morale, di rassegnazione pessimistica, per cui non c’è nulla da fare, l’uomo è inevitabilmente perso nella sua meschinità. Abbiamo quindi presentato due autori: Roger Rabiniaux e Alphonse Boudard, uno sotto - prefetto di professione, l’altro ex galeotto, ma ambedue originali, grandi scrittori e profondi conoscitori dell’animo umano. La loro scrittura, che parte dall’autobiografia, mette in scena, con un linguaggio spesso familiare, a volte elegante, comunque ricco di creazioni verbali, un mondo in bianco e nero irresistibilmente comi co nella sua drammaticità. Pronipoti di Rabelais e di Céline, Boudard è ancora presente in libreria mentre Rabiniaux è quasi del tutto scomparso ma sopravvive sulla Rete grazie a vol e nterosi librai. La nostra speranza è che qualche editore italiano, prima o poi, si accorga e/o si ricordi di loro.
2014
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