Anche la rappresentanza sociale da parte dei tradizionali soggetti collettivi, in primo luogo i sindacati dei lavoratori, appare in difficoltà. Un sindacato che ha perduto la grande capacità di mobilitazione sociale e il potere di interlocuzione istituzionale, sviluppatesi con la straordinaria stagione di conquiste (aumenti retributivi, occupazione, diritti sindacali e del lavoro), dell’”Autunno caldo” e arrivate sino alle esperienze stabili di concertazione degli anni Novanta del secolo trascorso. Quella lunga stagione è descritta in un libro di Giorgio Benvenuto (scritto in collaborazione con il giornalista Antonio Maglie), uno dei leader storici del sindacalismo italiano. Così la scala mobile divise l’Italia” (Edizioni della Fondazione Bruno Buozzi, 2014, pagg. 527), che prende le mosse dal famoso decreto del 14 febbraio di 30 anni or sono del primo presidente socialista del Consiglio, Bettino Craxi, che tagliò la scala mobile, entrando nell’immaginario collettivo come modello di politica decisionista. Il filo conduttore del libro di Benvenuto è la scala mobile, il meccanismo di adeguamento automatico dei salari, che proprio grazie alle lotte del 1969 e dei seguenti anni ’70 divenne uno strumento formidabile di adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, ma anche elemento inflazionistico in una fase economica segnata dalla fine degli accordi monetari di Bretton Woods e dalla crescita del costo delle materie prime importate, petrolio in primo luogo a causa delle crisi geopolitiche mediorientali, soprattutto dopo l’accordo del 25 gennaio 1975, “imposto” alla Confindustria di Gianni Agnelli da Cgil, Cisl, Uil. Benvenuto descrive quelle vicende, dall’accordo del 1975 al protocollo Scotti del 1983; e poi, il decreto di San Valentino, il 14 febbraio 1984, con il quale vennero tagliati quattro punti di scala mobile e l’accordo di Cisl, Uil e socialisti della Cgil e l’opposizione del Pci e della maggioranza del sindacato guidato da Lama. Benvenuto ricostruisce con rigore storiografico quelle vicende, evidenziando la ripresa dell’unità d’azione tra le confederazioni dopo il referendum sulla scala mobile e l’affermazione nelle relazioni industriali italiane del metodo concertativo tra governo, associazioni datoriali e sindacati per la realizzazione di quelle politiche dei redditi poi affermatisi nei successivi anni ’90 con i governi di centrosinistra.

La concertazione non è un pranzo di gala

BALLISTRERI, Gandolfo Maurizio
2014-01-01

Abstract

Anche la rappresentanza sociale da parte dei tradizionali soggetti collettivi, in primo luogo i sindacati dei lavoratori, appare in difficoltà. Un sindacato che ha perduto la grande capacità di mobilitazione sociale e il potere di interlocuzione istituzionale, sviluppatesi con la straordinaria stagione di conquiste (aumenti retributivi, occupazione, diritti sindacali e del lavoro), dell’”Autunno caldo” e arrivate sino alle esperienze stabili di concertazione degli anni Novanta del secolo trascorso. Quella lunga stagione è descritta in un libro di Giorgio Benvenuto (scritto in collaborazione con il giornalista Antonio Maglie), uno dei leader storici del sindacalismo italiano. Così la scala mobile divise l’Italia” (Edizioni della Fondazione Bruno Buozzi, 2014, pagg. 527), che prende le mosse dal famoso decreto del 14 febbraio di 30 anni or sono del primo presidente socialista del Consiglio, Bettino Craxi, che tagliò la scala mobile, entrando nell’immaginario collettivo come modello di politica decisionista. Il filo conduttore del libro di Benvenuto è la scala mobile, il meccanismo di adeguamento automatico dei salari, che proprio grazie alle lotte del 1969 e dei seguenti anni ’70 divenne uno strumento formidabile di adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, ma anche elemento inflazionistico in una fase economica segnata dalla fine degli accordi monetari di Bretton Woods e dalla crescita del costo delle materie prime importate, petrolio in primo luogo a causa delle crisi geopolitiche mediorientali, soprattutto dopo l’accordo del 25 gennaio 1975, “imposto” alla Confindustria di Gianni Agnelli da Cgil, Cisl, Uil. Benvenuto descrive quelle vicende, dall’accordo del 1975 al protocollo Scotti del 1983; e poi, il decreto di San Valentino, il 14 febbraio 1984, con il quale vennero tagliati quattro punti di scala mobile e l’accordo di Cisl, Uil e socialisti della Cgil e l’opposizione del Pci e della maggioranza del sindacato guidato da Lama. Benvenuto ricostruisce con rigore storiografico quelle vicende, evidenziando la ripresa dell’unità d’azione tra le confederazioni dopo il referendum sulla scala mobile e l’affermazione nelle relazioni industriali italiane del metodo concertativo tra governo, associazioni datoriali e sindacati per la realizzazione di quelle politiche dei redditi poi affermatisi nei successivi anni ’90 con i governi di centrosinistra.
2014
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