La Vibriosi, sostenuta da Listonella anguillarum, è tra le patologie ad eziologia batterica che maggiormente limitano le produzioni ittiche sul territorio nazionale. Numerosi studi sono stati condotti nel corso degli anni, per chiarire i meccanismi patogenetici e per sviluppare efficaci strategie di prevenzione. Lo scopo del presente studio è stato quello di riprodurre, nello zebrafish, un modello di enterite da utilizzare come base di partenza sperimentale per ulteriori studi applicativi. L’indagine è stata condotta presso il C.I.S.S. (Centro di Ittiopatologia Sperimentale della Sicilia), Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Messina, su un totale di 90 zebrafish adulti (p.m. 0,4 g e l.t. 3,8 cm) stabulati, per gruppi, in vasche da 15 lt. e mantenuti ad una temperatura di 26°C. 20 soggetti sono stati infettati veicolando L. anguillarum con Artemia salina al fine di riprodurre condizioni di infezione quanto più vicine a quelle naturali (gruppo A) (la somministrazione di Artemia salina infetta è stata ripetuta per tre giorni consecutivi). Una sospensione fresca di L. anguillarum coltivato in Marine Broth Agar alla concentrazione di 109 CFU/ml è stata diluita in 100 ml di soluzione salina ed incubata, per un’ora, con circa 6000 nauplii lavati, prima della somministrazione, con soluzione salina sterile. 10 pesci, utilizzati come gruppo controllo, sono stati alimentati con Artemia salina non infetta. I campionamenti sono stati effettuati dopo 5, 7 e 12 giorni dall’ultima somministrazione del crostaceo infetto. 20 soggetti sono stati anestetizzati e singolarmente inoculati per via intraperitoneale con 10 μl di sospensione batterica alla concentrazione di 104 CFU/ml (gruppo B). Un gruppo controllo di 10 pesci è stato inoculato con 10 μl di soluzione fisiologica sterile. 20 soggetti sono stati sottoposti ad un infezione per via intraanale, al fine di stabilire gli effetti diretti del patogeno sulla mucosa intestinale senza che la sua virulenza potesse essere attenuata da processi digestivi (gruppo C). 10 pesci sono stati analogamente trattati con una soluzione fisiologica sterile e, quindi, considerati come gruppo controllo. Tutti i campioni ottenuti sono stati processati secondo le routinarie tecniche di microscopia ottica e colorati con ematossilina/eosina. All’esame istologico sono state riscontrate, nella totalità dei soggetti analizzati, lesioni a differente stadio evolutivo nei tre differenti gruppi sperimentali (A-B-C). Nel gruppo A le alterazioni istologiche sono risultate evidenti solo nei campioni sacrificati al 12° giorno dall’ultima somministrazione di Artemia salina e limitatamente a carico dell’epitelio della mucosa intestinale, con una diminuzione della maturazione delle cellule epiteliali e infiltrazione di cellule infiammatorie, di grado variabile, nella lamina propria. I campioni prelevati a 5 e 7 giorni mostravano quadri istologici nella norma. Nel gruppo B sono state osservate lesioni più gravi con uno scompaginamento dell’architettura dei villi intestinali che apparivano decapitati con conseguente riduzione globale dello spessore della mucosa e riduzione della superficie totale di assorbimento. Materiale indigerito appariva, pertanto, abbondante nel lume intestinale in corrispondenza della mucosa danneggiata. E’ stato osservato, inoltre, un interessamento sistemico con cranioschisi e conseguente encefalocele, alterazione della normale citoarchitettura del rene oltre ad abbondanti infiltrazioni di cellule infiammatorie diffuse. Nel gruppo C il quadro istologico è apparso devastante, con totale scompaginamento strutturale e conseguentemente funzionale dell’intero villo e della parete intestinale, in tutto il suo spessore, nonché di vari organi e apparati. In conclusione possiamo affermare che i risultati ottenuti dimostrano come lo zebrafish può essere utilizzato come modello per lo studio di infezioni sperimentali da Listonella anguillarum, nonché confermano l’efficacia di Artemia salina quale veicolo di patogeni utile a simulare condizioni naturali d’infezione.

ENTERITE INDOTTA DA UN CEPPO PATOGENO DI LISTONELLA ANGUILLARUM VEICOLATO MEDIANTE ARTEMIA SALINA IN ZEBRAFISH

RANDAZZO, BASILIO;GUERRERA, Maria Cristina;MUGLIA, Ugo;GERMANA', Antonino
2013-01-01

Abstract

La Vibriosi, sostenuta da Listonella anguillarum, è tra le patologie ad eziologia batterica che maggiormente limitano le produzioni ittiche sul territorio nazionale. Numerosi studi sono stati condotti nel corso degli anni, per chiarire i meccanismi patogenetici e per sviluppare efficaci strategie di prevenzione. Lo scopo del presente studio è stato quello di riprodurre, nello zebrafish, un modello di enterite da utilizzare come base di partenza sperimentale per ulteriori studi applicativi. L’indagine è stata condotta presso il C.I.S.S. (Centro di Ittiopatologia Sperimentale della Sicilia), Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Messina, su un totale di 90 zebrafish adulti (p.m. 0,4 g e l.t. 3,8 cm) stabulati, per gruppi, in vasche da 15 lt. e mantenuti ad una temperatura di 26°C. 20 soggetti sono stati infettati veicolando L. anguillarum con Artemia salina al fine di riprodurre condizioni di infezione quanto più vicine a quelle naturali (gruppo A) (la somministrazione di Artemia salina infetta è stata ripetuta per tre giorni consecutivi). Una sospensione fresca di L. anguillarum coltivato in Marine Broth Agar alla concentrazione di 109 CFU/ml è stata diluita in 100 ml di soluzione salina ed incubata, per un’ora, con circa 6000 nauplii lavati, prima della somministrazione, con soluzione salina sterile. 10 pesci, utilizzati come gruppo controllo, sono stati alimentati con Artemia salina non infetta. I campionamenti sono stati effettuati dopo 5, 7 e 12 giorni dall’ultima somministrazione del crostaceo infetto. 20 soggetti sono stati anestetizzati e singolarmente inoculati per via intraperitoneale con 10 μl di sospensione batterica alla concentrazione di 104 CFU/ml (gruppo B). Un gruppo controllo di 10 pesci è stato inoculato con 10 μl di soluzione fisiologica sterile. 20 soggetti sono stati sottoposti ad un infezione per via intraanale, al fine di stabilire gli effetti diretti del patogeno sulla mucosa intestinale senza che la sua virulenza potesse essere attenuata da processi digestivi (gruppo C). 10 pesci sono stati analogamente trattati con una soluzione fisiologica sterile e, quindi, considerati come gruppo controllo. Tutti i campioni ottenuti sono stati processati secondo le routinarie tecniche di microscopia ottica e colorati con ematossilina/eosina. All’esame istologico sono state riscontrate, nella totalità dei soggetti analizzati, lesioni a differente stadio evolutivo nei tre differenti gruppi sperimentali (A-B-C). Nel gruppo A le alterazioni istologiche sono risultate evidenti solo nei campioni sacrificati al 12° giorno dall’ultima somministrazione di Artemia salina e limitatamente a carico dell’epitelio della mucosa intestinale, con una diminuzione della maturazione delle cellule epiteliali e infiltrazione di cellule infiammatorie, di grado variabile, nella lamina propria. I campioni prelevati a 5 e 7 giorni mostravano quadri istologici nella norma. Nel gruppo B sono state osservate lesioni più gravi con uno scompaginamento dell’architettura dei villi intestinali che apparivano decapitati con conseguente riduzione globale dello spessore della mucosa e riduzione della superficie totale di assorbimento. Materiale indigerito appariva, pertanto, abbondante nel lume intestinale in corrispondenza della mucosa danneggiata. E’ stato osservato, inoltre, un interessamento sistemico con cranioschisi e conseguente encefalocele, alterazione della normale citoarchitettura del rene oltre ad abbondanti infiltrazioni di cellule infiammatorie diffuse. Nel gruppo C il quadro istologico è apparso devastante, con totale scompaginamento strutturale e conseguentemente funzionale dell’intero villo e della parete intestinale, in tutto il suo spessore, nonché di vari organi e apparati. In conclusione possiamo affermare che i risultati ottenuti dimostrano come lo zebrafish può essere utilizzato come modello per lo studio di infezioni sperimentali da Listonella anguillarum, nonché confermano l’efficacia di Artemia salina quale veicolo di patogeni utile a simulare condizioni naturali d’infezione.
2013
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