Il saggio riprende e sviluppa i temi che sono stati al centro della prima delle due conferenze tenute nel settembre 2013, su invito delle autorità accademiche di quell’Ateneo, presso la Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università “Babeş-Bolyai” di Cluj-Napoca (Romania). Partendo dalla nota - e spesso abusata - affermazione di Massimo d’Azeglio che riassume le difficoltà legate, nel momento dell’unificazione nazionale, a una compiuta e matura presa di coscienza nazionale da parte degli italiani, si vuole dimostrare come questa sia una questione di lungo periodo, derivando essa in buona misura anche dalle diversità tradizionalmente esistenti tra le varie aree geografiche ed economiche e tra i gruppi sociali che componevano il mosaico degli Stati italiani preunitari. Vengono passati in rapida rassegna alcuni punti di vista e valutazioni della prima ora dell’unificazione nazionale che contribuirono a creare una serie di stereotipi e pregiudizi del Nord nei confronti del Sud del Paese. Sono poi offerti alcuni dati statistici relativi alle differenze (strutturali e infrastrutturali, politiche, sociali, culturali, ecc.) tra le diverse aree dell’Italia nell’arco degli oltre 150 anni della sua storia unitaria. Questi dati, se correttamente letti e interpretati, possono aiutare a comprendere meglio la persistenza di un “nocciolo duro” di problemi (disomogeneità nella creazione e nella distribuzione delle risorse economiche, disuguaglianza nel mercato del lavoro e nei tassi di occupazione tra Nord e Sud, conseguente diversità nei livelli di welfare, ecc.) a cui non è stata ancora data – e difficilmente si potrà dare, almeno nel breve periodo – positiva e soddisfacente soluzione.
«Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani». Elogio di una Nazione imperfetta
FORNARO, Pasquale
2014-01-01
Abstract
Il saggio riprende e sviluppa i temi che sono stati al centro della prima delle due conferenze tenute nel settembre 2013, su invito delle autorità accademiche di quell’Ateneo, presso la Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università “Babeş-Bolyai” di Cluj-Napoca (Romania). Partendo dalla nota - e spesso abusata - affermazione di Massimo d’Azeglio che riassume le difficoltà legate, nel momento dell’unificazione nazionale, a una compiuta e matura presa di coscienza nazionale da parte degli italiani, si vuole dimostrare come questa sia una questione di lungo periodo, derivando essa in buona misura anche dalle diversità tradizionalmente esistenti tra le varie aree geografiche ed economiche e tra i gruppi sociali che componevano il mosaico degli Stati italiani preunitari. Vengono passati in rapida rassegna alcuni punti di vista e valutazioni della prima ora dell’unificazione nazionale che contribuirono a creare una serie di stereotipi e pregiudizi del Nord nei confronti del Sud del Paese. Sono poi offerti alcuni dati statistici relativi alle differenze (strutturali e infrastrutturali, politiche, sociali, culturali, ecc.) tra le diverse aree dell’Italia nell’arco degli oltre 150 anni della sua storia unitaria. Questi dati, se correttamente letti e interpretati, possono aiutare a comprendere meglio la persistenza di un “nocciolo duro” di problemi (disomogeneità nella creazione e nella distribuzione delle risorse economiche, disuguaglianza nel mercato del lavoro e nei tassi di occupazione tra Nord e Sud, conseguente diversità nei livelli di welfare, ecc.) a cui non è stata ancora data – e difficilmente si potrà dare, almeno nel breve periodo – positiva e soddisfacente soluzione.Pubblicazioni consigliate
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