Il fenomeno delle migrazioni interne dirette verso i centri di piccole e medie dimensioni è poco studiato, nonostante la sua importanza nell’Italia del secondo dopoguerra. Il saggio prende in considerazione i flussi migratori provenienti dall’Italia meridionale e insulare di pastori sardi, contadini e operai lucani, muratori campani e siciliani che hanno interessato in diversi momenti la Toscana meridionale – in particolare la Provincia di Siena – in un arco di tempo che va dagli anni Cinquanta del XX secolo fino ai primi anni del 2000, esaminando le trasformazioni demografiche, sociali e identitarie esperite dai migranti nel rapporto con la discontinuità socio-produttiva vissuta dal territorio di arrivo. Emerge in particolare un nesso costante fra i flussi migratori e i processi e le fasi di trasformazione sociale, economica e culturale del territorio: il passaggio dalla mezzadria alla piccola e media industria; la crisi della fine degli anni Settanta e la successiva riconversione industriale e dei servizi; la ristrutturazione nel senso della precarizzazione del lavoro e della sua flessibilizzazione degli ultimi due decenni. L’approccio propriamente etnografico ha consentito di registrare le caratteristiche socio-demografiche di tali flussi anche quando sfuggono alla rilevazione anagrafica e censuaria. Inoltre, ha permesso di mettere a fuoco le articolazioni interne e gli sviluppi di tali segmenti migratori, analizzando le mutevoli modalità con cui si realizza lo spostamento: reticoli parentali, pendolarismo lungo, squadre di lavoro, precarizzazione e assottigliamento delle reti. Le forme assunte dai raggruppamenti parentali e le traiettorie economiche sono state pertanto considerate in relazione alla storia delle trasformazioni socio-economiche subite dal territorio. Dal punto di vista metodologico, il saggio si presenta come un lavoro di intersezione tra l’etnografia delle migrazioni e l’analisi demografica, con il vantaggio di proporre un’analisi temporalmente stratificata dei fenomeni migratori in un medesimo territorio.

Il contributo delle migrazioni interne alle trasformazioni produttive e sociali: il caso della Toscana meridionale dagli anni Cinquanta ad oggi

ZANOTELLI, Francesco
2015-01-01

Abstract

Il fenomeno delle migrazioni interne dirette verso i centri di piccole e medie dimensioni è poco studiato, nonostante la sua importanza nell’Italia del secondo dopoguerra. Il saggio prende in considerazione i flussi migratori provenienti dall’Italia meridionale e insulare di pastori sardi, contadini e operai lucani, muratori campani e siciliani che hanno interessato in diversi momenti la Toscana meridionale – in particolare la Provincia di Siena – in un arco di tempo che va dagli anni Cinquanta del XX secolo fino ai primi anni del 2000, esaminando le trasformazioni demografiche, sociali e identitarie esperite dai migranti nel rapporto con la discontinuità socio-produttiva vissuta dal territorio di arrivo. Emerge in particolare un nesso costante fra i flussi migratori e i processi e le fasi di trasformazione sociale, economica e culturale del territorio: il passaggio dalla mezzadria alla piccola e media industria; la crisi della fine degli anni Settanta e la successiva riconversione industriale e dei servizi; la ristrutturazione nel senso della precarizzazione del lavoro e della sua flessibilizzazione degli ultimi due decenni. L’approccio propriamente etnografico ha consentito di registrare le caratteristiche socio-demografiche di tali flussi anche quando sfuggono alla rilevazione anagrafica e censuaria. Inoltre, ha permesso di mettere a fuoco le articolazioni interne e gli sviluppi di tali segmenti migratori, analizzando le mutevoli modalità con cui si realizza lo spostamento: reticoli parentali, pendolarismo lungo, squadre di lavoro, precarizzazione e assottigliamento delle reti. Le forme assunte dai raggruppamenti parentali e le traiettorie economiche sono state pertanto considerate in relazione alla storia delle trasformazioni socio-economiche subite dal territorio. Dal punto di vista metodologico, il saggio si presenta come un lavoro di intersezione tra l’etnografia delle migrazioni e l’analisi demografica, con il vantaggio di proporre un’analisi temporalmente stratificata dei fenomeni migratori in un medesimo territorio.
2015
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