Miracolosamente scampate ad una serie di tentativi di soppressione, per così dire, nella culla, le Città metropolitane hanno fatto infine ingresso anche in Sicilia con la recente l.r. n. 15/2015, Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane. Non particolarmente originali rispetto alle abolite Province regionali sul piano dell’autonomia, né su quello delle fonti, né, tanto meno, sotto il diverso profilo delle funzioni e delle risorse finanziarie di cui appaiono dotate, esse si segnalano soprattutto per la singolare governance che le caratterizza (con riferimento, in particolare, all’elezione del Sindaco metropolitano ed all’istituzione della Giunta metropolitana) nonché per talune peculiari previsioni in tema, rispettivamente, di compensi per gli amministratori e personale dipendente. Novità – queste appena succintamente enumerate – che sembrano nondimeno aver portato la neonata disciplina delle autonomie locali siciliane ben lontano dall’alveo diversamente tracciato in materia, a livello nazionale, dalla l. n. 56/2014, Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni. Più di tanto non può dunque stupire che il Consiglio dei Ministri abbia assai recentemente (5 ottobre 2015) deciso di impugnare gran parte della normativa in commento, pur lasciando un timido spiraglio ad un eventuale ripensamento del ricorso proposto qualora i non pochi rilievi sollevati dovessero invece essere recepiti dall’Assemblea regionale siciliana.

Un faticoso parto (all’esito di una non meno travagliata gestazione): il controverso ingresso delle Città metropolitane ed il cenotafio delle Province regionali in Sicilia

AGOSTA, STEFANO
2015-01-01

Abstract

Miracolosamente scampate ad una serie di tentativi di soppressione, per così dire, nella culla, le Città metropolitane hanno fatto infine ingresso anche in Sicilia con la recente l.r. n. 15/2015, Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane. Non particolarmente originali rispetto alle abolite Province regionali sul piano dell’autonomia, né su quello delle fonti, né, tanto meno, sotto il diverso profilo delle funzioni e delle risorse finanziarie di cui appaiono dotate, esse si segnalano soprattutto per la singolare governance che le caratterizza (con riferimento, in particolare, all’elezione del Sindaco metropolitano ed all’istituzione della Giunta metropolitana) nonché per talune peculiari previsioni in tema, rispettivamente, di compensi per gli amministratori e personale dipendente. Novità – queste appena succintamente enumerate – che sembrano nondimeno aver portato la neonata disciplina delle autonomie locali siciliane ben lontano dall’alveo diversamente tracciato in materia, a livello nazionale, dalla l. n. 56/2014, Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni. Più di tanto non può dunque stupire che il Consiglio dei Ministri abbia assai recentemente (5 ottobre 2015) deciso di impugnare gran parte della normativa in commento, pur lasciando un timido spiraglio ad un eventuale ripensamento del ricorso proposto qualora i non pochi rilievi sollevati dovessero invece essere recepiti dall’Assemblea regionale siciliana.
2015
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