L’interesse che i beni culturali suscitano nell’attuale dibattito politico e giuridico giustifica l’analisi di alcuni aspetti controversi della materia, soprattutto sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio culturale. L’attuale diffusa percezione è che si tratti di un settore con grande potenzialità di crescita, sicuramente per le sue possibili ricadute economiche - si pensi al turismo culturale e all’attrattività che nonostante tutto i beni culturali hanno nel nostro paese - ma soprattutto per la rilevante funzione sociale che ha il patrimonio culturale. La Costituzione nella sua norma di riferimento relativa alla cultura, l’art. 9, esplicita chiaramente la fondamentale rilevanza sociale della tutela e della promozione del patrimonio culturale, proprio facendo leva sui concetti di tutela e promozione. L’ordinamento, come è noto, ha individuato nella tutela dei beni culturali l’aspetto su cui maggiormente soffermarsi, tralasciando per troppo tempo il profilo della fruizione, della promozione e della valorizzazione nella loro visione dinamica, produttiva e di sviluppo socio-economico. E’ importante allora esaminare le ragioni che hanno determinato sul piano giuridico molte difficoltà ed insuccessi, e, soprattutto, occorre rivedere quali fattori diventano ora fondamentali nell’intraprendere questa inversione di tendenza verso lo sviluppo del settore culturale. L’importanza che ancora oggi assumono principi e valori costituzionali, da cui ci si è allontanati durante il percorso legislativo difficile e articolato che ha caratterizzato i beni culturali nel nostro ordinamento, impone la necessità di soffermarsi sui temi che devono costituire una giusta ripartenza: la funzione sociale della cultura e il pluralismo che caratterizza la materia, nel senso istituzionale e di cooperazione pubblico-privato, che possono determinare nuove politiche di valorizzazione, senza tralasciare le implicazioni territoriali necessarie a tale sviluppo. Affrontare diversamente dal passato le politiche dei beni culturali per riorganizzarne la disciplina, significa non perdere di vista la funzione sociale ad essi assegnata e che la redditività economica collegata ai beni culturali, considerarli cioè una risorsa economicamente sfruttabile, non dovrà costituire la ragione centrale delle questioni di politica culturale, ma dovrà rappresentare la ricaduta positiva della crescita culturale complessiva e di uno sviluppo sociale che tutti i soggetti pubblici e privati saranno in grado di determinare in un contesto diverso.

Valorizzazione dei beni culturali e funzione sociale

Lazzaro, Anna
2015-01-01

Abstract

L’interesse che i beni culturali suscitano nell’attuale dibattito politico e giuridico giustifica l’analisi di alcuni aspetti controversi della materia, soprattutto sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio culturale. L’attuale diffusa percezione è che si tratti di un settore con grande potenzialità di crescita, sicuramente per le sue possibili ricadute economiche - si pensi al turismo culturale e all’attrattività che nonostante tutto i beni culturali hanno nel nostro paese - ma soprattutto per la rilevante funzione sociale che ha il patrimonio culturale. La Costituzione nella sua norma di riferimento relativa alla cultura, l’art. 9, esplicita chiaramente la fondamentale rilevanza sociale della tutela e della promozione del patrimonio culturale, proprio facendo leva sui concetti di tutela e promozione. L’ordinamento, come è noto, ha individuato nella tutela dei beni culturali l’aspetto su cui maggiormente soffermarsi, tralasciando per troppo tempo il profilo della fruizione, della promozione e della valorizzazione nella loro visione dinamica, produttiva e di sviluppo socio-economico. E’ importante allora esaminare le ragioni che hanno determinato sul piano giuridico molte difficoltà ed insuccessi, e, soprattutto, occorre rivedere quali fattori diventano ora fondamentali nell’intraprendere questa inversione di tendenza verso lo sviluppo del settore culturale. L’importanza che ancora oggi assumono principi e valori costituzionali, da cui ci si è allontanati durante il percorso legislativo difficile e articolato che ha caratterizzato i beni culturali nel nostro ordinamento, impone la necessità di soffermarsi sui temi che devono costituire una giusta ripartenza: la funzione sociale della cultura e il pluralismo che caratterizza la materia, nel senso istituzionale e di cooperazione pubblico-privato, che possono determinare nuove politiche di valorizzazione, senza tralasciare le implicazioni territoriali necessarie a tale sviluppo. Affrontare diversamente dal passato le politiche dei beni culturali per riorganizzarne la disciplina, significa non perdere di vista la funzione sociale ad essi assegnata e che la redditività economica collegata ai beni culturali, considerarli cioè una risorsa economicamente sfruttabile, non dovrà costituire la ragione centrale delle questioni di politica culturale, ma dovrà rappresentare la ricaduta positiva della crescita culturale complessiva e di uno sviluppo sociale che tutti i soggetti pubblici e privati saranno in grado di determinare in un contesto diverso.
2015
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