La democrazia resiste come forma, ma svuotata di sostanza. Se la si volesse rinvigorire, occorrerebbe una società capace di auto-organizzazione politica, proprio quella che una volta competeva ai defunti partiti, divenuti anch’essi canali di cooptazione secondo logiche di clan e di spartizione dei posti. E così, non si promuove affatto quello che appare solo uno slogan, il ‘rinnovamento’. La lotta alla corruzione, di per sé, rischia difatti d’essere solo una competizione per la sostituzione d’una oligarchia nuova a una vecchia. Noi siciliani, a proposito di anti-tutto, ne sappiamo qualcosa. La storia ci dimostra che la lotta contro la corruzione è senza prospettiva se non condotta da valide istituzioni di controllo affiancate dall’intransigenza senza smagliature dei cittadini. Il potere politico, quando non trae più la forza dal consenso, diviene intrinsecamente debole, e si alimenta con la corruzione, alimentandola a sua volta. E più è debole e più va arroccandosi; al limite dell’implosione com’è, lo fa prendendo misure, dirette o indirette, contro la democrazia e la Costituzione, una rivitalizzazione delle quali presupporrebbe la riapertura dei canali della partecipazione, che dovrebbe portare, al contrario, al loro rafforzamento. Ma l’attuale trama non sembra prevederla. Stiamo difatti dismettendo l’ultimo baluardo, la ‘legge delle leggi’, la carta che ancor oggi racchiude e racconta la nostra Storia dopo aver provato, sanando le ferite della dittatura e le macerie della guerra, a tracciarne il futuro. Innumerevoli tentativi di riforma, più o meno fondati, disconoscono la straordinaria attualità delle idee che le hanno dato vita, la capacità di adattarsi a contesti storici e politici diversi, di sopravvivere persino al crollo del sistema dei partiti politici, di rimanere un imprescindibile punto di riferimento riguardo a temi fondanti come i diritti civili, la libertà di informazione, i principi di solidarietà, la convivenza tra religioni diverse. Ancor oggi conterrebbe gli spunti, le modalità e gli strumenti per agire, migliorandola, sulla vita del Paese, e, fino ad ora, quei principi supremi, immodificabili, a lungo ritenuti una ‘chimera giurisdizionale’, che trascorsi dall’anacronismo all’attualità costituzionale, rappresentano più che mai l’ultimo baluardo di tutela giurisdizionale della Costituzione.

Canis canem non est. Conservatorismo ad oltranza tra immunità e privilegi

ALIBRANDI, Rosamaria
2016-01-01

Abstract

La democrazia resiste come forma, ma svuotata di sostanza. Se la si volesse rinvigorire, occorrerebbe una società capace di auto-organizzazione politica, proprio quella che una volta competeva ai defunti partiti, divenuti anch’essi canali di cooptazione secondo logiche di clan e di spartizione dei posti. E così, non si promuove affatto quello che appare solo uno slogan, il ‘rinnovamento’. La lotta alla corruzione, di per sé, rischia difatti d’essere solo una competizione per la sostituzione d’una oligarchia nuova a una vecchia. Noi siciliani, a proposito di anti-tutto, ne sappiamo qualcosa. La storia ci dimostra che la lotta contro la corruzione è senza prospettiva se non condotta da valide istituzioni di controllo affiancate dall’intransigenza senza smagliature dei cittadini. Il potere politico, quando non trae più la forza dal consenso, diviene intrinsecamente debole, e si alimenta con la corruzione, alimentandola a sua volta. E più è debole e più va arroccandosi; al limite dell’implosione com’è, lo fa prendendo misure, dirette o indirette, contro la democrazia e la Costituzione, una rivitalizzazione delle quali presupporrebbe la riapertura dei canali della partecipazione, che dovrebbe portare, al contrario, al loro rafforzamento. Ma l’attuale trama non sembra prevederla. Stiamo difatti dismettendo l’ultimo baluardo, la ‘legge delle leggi’, la carta che ancor oggi racchiude e racconta la nostra Storia dopo aver provato, sanando le ferite della dittatura e le macerie della guerra, a tracciarne il futuro. Innumerevoli tentativi di riforma, più o meno fondati, disconoscono la straordinaria attualità delle idee che le hanno dato vita, la capacità di adattarsi a contesti storici e politici diversi, di sopravvivere persino al crollo del sistema dei partiti politici, di rimanere un imprescindibile punto di riferimento riguardo a temi fondanti come i diritti civili, la libertà di informazione, i principi di solidarietà, la convivenza tra religioni diverse. Ancor oggi conterrebbe gli spunti, le modalità e gli strumenti per agire, migliorandola, sulla vita del Paese, e, fino ad ora, quei principi supremi, immodificabili, a lungo ritenuti una ‘chimera giurisdizionale’, che trascorsi dall’anacronismo all’attualità costituzionale, rappresentano più che mai l’ultimo baluardo di tutela giurisdizionale della Costituzione.
2016
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